4 Giugno 2013
Quello che temevo potesse succedere è successo. Questa mattina Ivonne se ne è andata lasciandomi da sola. Era insopportabile quella sensazione di vuoto che provavo dentro di me, ma non era proprio vuoto, era una misto di vuoto e dolore e io non ero abbastanza forte da sopportare tutto questo. Doris mi ha abbracciata e mi diceva che le dispiaceva, che ormai lei stava bene e che dovevo essere forte. Che parola: essere forti, come si può essere forti quando il dolore sovrasta la forza? Come si può essere forti quando, finalmente, tutto il dolore accumulato da un anno? Non si può, o almeno per quanto mi riguarda, mi è impossibile essere forti, ma glielo avevo promesso.. avevo promesso ad Ivonne che non mi sarei lasciata andare al dolore. Ricordo ancora le parole che mi disse qualche sera fa con vce sottile e roca di ricordare la mia promessa e che un giorno, se mai ne avessi trovato uno, avrei dovuto farle conoscere quello che era il mio ragazzo e io risi e lei con me.
Di sera eravamo tornati a casa, non avevo cenato il mio stomaco rifiutava il cibo. Mi chiusi nella stanza di Ivonne e piangevo, piangevo tutte le lacrime che avevo trattenuto quest'oggi. Mio padre mi abbracciava mentre lentamente mi accasciavo al pavimento
'Non doveva andarsene papà, non doveva lasciarmi' continuavo a dire mentre lui mi accarezzava la schiena con fare premuroso 'Aveva promesso di non lasciarmi'
'Tesoro, basta piangere adesso.. sono sicuro che lei non avrebbe voluto vederti così' mi disse dolcemente.
'No, non avrebbe voluto.. ma io non volevo che mi lasciasse così. Non doveva' piansi di nuovo e continuai così per un intera notte.
Il giorno dopo era ancora peggio, ai funerali c'era tutta la mia famiglia e i suoi parenti, alcuni ragazzi che frequentavano la sua stessa classe. Mi sentivo anche peggio di ieri, mi era impossibile smettere di piangere. Le misi i suoi fiori preferiti sulla bara: una margherita di colore rosa, di quelle grandi, di quelle più belle, e lei era bella lo era per davvero.
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I mesi successivi fuono i più difficili per me e per i miei genitori: per me perché non mangiavo e non dormivo, non parlavo più con nessuno se non al cimitero e le mie parole erano rivolte alla foto di Ivonne. Per i miei genitori perché vedevano la loro figlia autodistruggersi a poco a poco d'avanti ai loro occhi e dicevano di sentirsi impotenti, di non poter fare niente. Un giorno mio padre iniziò ad urlarmi contro dicendomi che non ne poteva più di vedermi così e che non voleva perdere anche me, allora capii. Capii che anche io ero stanca di guardarmi allo specchio e di vedere la figura di me stessa ridotta uno straccio, capii che Ivonne si sarebbe incazzata con me e capii che stavo solamente facendo soffrire i miei genitori. Iniziai a mangiare di nuovo e poco a poco a sorridere, quest'oggi ero uscita, mi stavo recando al parco per una passeggiata ero da sola, ma non mi importava poi granchè. Prendevo piccoli sorsi del mio frullato e giravo il parco ascltando il bellissimo silenzio che vi era al suo interno. Quando tornai a casa la mamma stava preparando il pranzo: quest'oggi avremmo mangiato gli spaghetti al sugo e pancetta i preferiti di Ivonne e i miei
'Dove sei stata tesoro questa mattina?' chiese mia madre
'Al parco mamma, credo diventerà il mio posto preferito sai' ridacchiai e il viso di mia madre si illuminò felice che mi stessi riprendendo man mano che passavano i giorni
'Perché, per le normali adolescenti il loro posto preferito sono i negozi e i centri commerciali'
'E le carte di credito dei propri padri, Sandra sii felice di avere una figlia che preferisce il parco al mio portafoglio' intervenne mio padre facendomi ridere
'Dai papà, vorresti dire che se ti chiedessi di fare shopping mi diresti no per amore del tuo portafogli?' lo presi in giro, erano mesi che non ridevo e mi ero dimenticata di che bella sensazione fosse e mi piaceva vedere il volto dei miei genitori sereno e felice allo stesso tempo
'Assolutamente si, cederò solamente in casi necessari'
Scossi il capo ridendo 'In ogni modo, lì è silenzioso è un posto davvero tranquillo' finimmo così il pranzo tra chiacchere e risate. Aiutai mia madre a sparecchiare e riporre i piatti in lavastoviglie per poi andare in camera mia e leggere un libro. Mentre leggevo riuscivo solo a pensare ad una cosa: stavo bene si, adesso stavo bene. Sorridevo di più ridevo con i miei, avevo ripreso ad uscire anche qualche sabato sera con mia cugina ma mi mancava una cosa, o meglio mi mancava qualcuno, mi mancava Ivonne e adesso mi restava questa parte vuota di me stessa che doveva essere riempita.
Spazio autrice
Ciao ragazze, scusate se aggiorno tardi ma è una storia un pò particolare e delicata da scrivere e poi ho avuto un lutto in famiglia, scusate se il capitolo è corto ma avevo poche idee per questo capitolo e quindi ecco cosa ne è uscito fuori. In ogni modo spero che il capitolo vi piaccia e vi anticipo che dal prossimo inizierà la storia vera e propria. Quindi al prossimo capitolo
-Anna
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