19 dicembre --
Felice compleanno Yumiko, dico tra me e me rigirandomi una candelina tra le mani.
< Sono passati due anni da quando festeggiai per l'ultima volta il mio compleanno. Chiariamolo, non è che prima di due anni fa lo festeggiassi, anzi... Dopo la morte di Misa e Koma non festeggiai più nulla, né un compleanno, né un natale, né altro... solo dopo molti anni festeggiai nuovamente, insieme ad un ghoul dai capelli corvini.
Probabilmente se non lo avessi mai incontrato, se non fossi stata messa sotto ricatto e se non me ne fossi innamorata perdutamente questa sensazione, questa morsa al petto, non ci sarebbero e, probabilmente, mi sentirei meno in colpa.
Mi piacerebbe dire "è colpa sua" ma infondo la verità la so. So che è colpa mia e delle mie pessime scelte. È colpa della mia paura nel legarmi a qualcuno, della mia paura di perdere qualcuno.
Una volta ero una nomade, viaggiavo costantemente in cerca di cibo e di un tetto dove ripararmi e riposare, eppure, non ricordo quando tutto ciò è cominciato. Ero ancora piccola quando i miei genitori furono uccisi dal CCG. Komatsu raccontava spesso di avermi trovata vicino ad una chiesa, impaurita, sapevo a malapena il mio nome e la mia data di nascita. Non sapevo il mio cognome, probabilmente i miei genitori non ne avevano uno, forse erano nomadi anche loro o forse erano costretti a cambiare spesso identità per non farsi riconoscere tra gli umani. Chissà, seguendo quest'ultima pista il mio vero nome potrebbe non essere Yumiko... magari il mio vero nome è un altro...
Komatsu era poco più grande di me, era un nomade e si ritrovò solo all'età di sei anni, all'età di otto anni mi trovò e adesso mi chiedo perché nonostante fosse affamato decise di prendersi cura di me. Era ancora un bambino, alla sua età si dovrebbe giocare, ricevere affetto e un'istruzione a scuola. I bambini non dovrebbero conoscere gli orrori di questo mondo, la paura della morte e la sofferenza della fame.
Eppure non cambia troppo tra un bambino ghoul e alcuni bambini umani. Il problema non è la razza a cui si appartiene, il problema è la società. Si crede che esista una sorta di elitè tra gli umani, si crede che la razza bianca sia superiore a tutte le altre, che l'uomo sia al di sopra anche della natura... non è così. L'uomo non si è davvero evoluto.
Metti un uomo in mezzo a dei leoni e lui non avrà nessuna caratteristica che lo proteggerà. L'uomo è la creatura più debole dell'intero creato. Persino un mollusco nasce con una corazza che lo protegge, ma l'uomo no... è così debole che ha bisogno di creare armi, difese e luoghi dove vivere...
Eppure nonostante io sia un ghoul, nonostante io per natura sia stata dotata di un'arma, non mi sento che debole come un uomo. Questo perché io, come voi umani, sono dotata di sentimenti e questi mi perseguitano, mi logorano.> scaccio via una lacrima con il polso, finendo il mio monologo, senza contare, però, che le avessi sporche di sangue.
L'uomo davanti a me ha gli occhi sbarrati, probabilmente sta piangendo ma è impossibile capirlo. La sua faccia non è altro che un ammasso di pelle penzolante. Vorrebbe urlare, richiamare l'attenzione di qualche passante ma nessuno passa in questa zona e nessuno può urlare quando gli manca la metà inferiore del viso.
Si sarà chiesto perché gli abbia raccontato questa storia... me lo domando anch'io.
Forse sto diventando pazza...
Eppure adesso quest'uomo sa così tanto di me... ed io? Cosa so di lui?
So che stava andando ad una festa, aveva con sé una busta con delle decorazioni e delle candele.
Con uno scatto infilo la mano al centro del suo petto e gli stacco il cuore, cessandogli ogni sofferenza.
Non ho nemmeno il tempo di assaggiare il sapore della carne di questo umano che sento delle voci in lontananza. E fortunatamente il silenzio della notte mi aiuta a sentire meglio.
<Hanno avvistato un ghoul, si trova in un vicolo della circoscrizione 4, nei cantieri dietro al Yayoi Kusama.> sento dire.
È proprio dove sono io... stanno parlando di me...
Non ho molto tempo per scappare, a giudicare dalle voci saranno a pochi metri da me, probabilmente devono solo girare un angolo prima di trovarmi.
Tempestivamente indosso la maschera e subito dopo una colomba fa il suo ingresso.
<È un classe S, si richiede aiuto immediato, mandate tutte le truppe più vicine.> dice il colombo parlando alla sua radiolina.
<Non scomodarli, probabilmente prima che arrivino tu sarai gia morto!> urlo correndogli incontro sfoderando l'ukaku.
Lui contrattacca con la sua quinque.
È forte.
Non ho il tempo di tornare in piedi che noto di essere circondata.
Non è stata una casualità, loro sapevano di trovarmi qui. Cazzo.
Buffa la vita... un giorno festeggi il tuo compleanno nel luogo scenario della morte dei due tuoi unici amici e lo stesso giorno scopri che anche tu morirai nello stesso posto e nel loro stesso giorno.
Beh, per quanto beffarda possa essere la casualità degli eventi io non ho intenzione di morire, non oggi.
Estraggo la bikaku e contro ogni previsione degli agenti riesco a ferirne uno e a liberare una potenziale via d'uscita.
<Uomo a terra> urla uno.
<È il Diavolo Nero, un mezzo Kakuja di classe S, evitate contatti e guardatevi alle spalle> dice un altro.
Ma questi consigli era meglio darli prima, infatti mentre parlava e distraeva i suoi uomini sono riuscita a colpirne un'altro.
Non li ho uccisi, non voglio ucciderli, ma non possono muoversi da terra.
Eppure sento che qualcosa non và.
Questi colombi sono troppo calmi, non attaccano. È come se sapessero già che non li ucciderò.
E infatti, nel silenzio di una lotta che non è mai davvero cominciata fa la sua comparsa un colombo dalle sembianze conoscenti <Diavolo Nero, il CCG non vuole ucciderti, retrai le armi. Ti porteremo a Choclea e lì potrai diventare una nostra collaboratrice. Sappiamo che hai contatti con No Face.>
No Face è Uta... non lo vedo da due anni, questo significa che seguono le mie tracce da molto. Anche Uta potrebbe essere in pericolo... e se lo fosse per colpa mia? Non potrei mai perdonarmelo. Io sono andata via per proteggerlo e loro vogliono che li aiuti a trovarlo. Preferirei morire piuttosto.
Faccio un passo lievemente indietro <Cosa ne guadagno?> non sono nella posizione di trattare con loro ma questo li distrarrà.
<No Face è un ghoul molto pericoloso, ti assicureremo la salvezza, non ti uccideremo e il tuo contributo rimarrà anonimo> dice l'agente.
Come se dentro una cella, nella totale solitudine, mi servisse rimanere anonima...
<Va bene... accetto> dico con fermezza.
Aspetto che gli agenti del CCG allentino lievemente la loro attenzione da me e che quello che sembra essere il loro capo cominci a camminare verso la mia direzione prima di balzare indietro e correre nel varco che ero riuscita ad aprire.
Ci vuole qualche secondo prima che il CCG si renda conto dell'accaduto e cominci a seguirmi.
Mi arrampico sui tetti tentando di seminare gli agenti ma alcuni sono veloci e sembra quasi che possano raggiungermi.
Probabilmente adesso mi ammazzeranno ma non avrei mai tradito Uta.
Qualcosa in lontananza mi colpisce alla schiena, l'ukaku si è retratta da un po' quindi non ha potuto attutire il colpo.
Stento a saltare da un tetto ad un altro e la mia unica via di fuga è un vicolo ben nascosto a qualche metro di distanza. So che lì non mi troveranno ma devo prima arrivarci.
Mi lancio giù dal tetto atterrando a quattro zampe, non ho le forze nemmeno per camminare ma devo farcela. Mi trascino da vicolo in vicolo.
Solo chi conosce la zona non si può perdere e fortunatamente questa zona della quarta circoscrizione la conosco bene.
Con le ultime forze che mi restano busso alla porta e sussurro un <Ciao> prima di accasciarmi totalmente a terra e perdere i sensi.
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Broken Mask
FanfictionSeguito di "The Mask Keeper". Sono passati due anni dall'attacco all'Anteiku. Due anni da quando Yumiko si è separata da Uta e ha ricominciato la sua vita un'altra volta. ⚠ATTENZIONE⚠ IL LIBRO SEGUIRÀ LE VICENDE DI TOKYO GHOUL :RE, SARANNO PERCIÒ IN...