Cap 3 -Asticella-

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ATTENZIONE
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A CAUSA DI UNA SVISTA A QUANTO PARE HO PUBBLICATO IL CAPITOLO 4 PRIMA DEL 3, SCUSATEMI
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Adesso il problema è risolto.

La pioggia aumenta e per evitare di bagnarci totalmente rimaniamo sulla Tokyo Tower, protetti dalla giacca di Uta, poggiata sulle nostre teste.

Siamo seduti a terra, io con la testa poggiata nella spalla di Uta e lui con la sua testa sulla mia. Qualche ciocca dei suoi capelli ricade davanti ai miei occhi e le nostre mani continuano a tenersi strette fra loro.

<Vorrei non essermene mai andata.> confesso in un sussurro <Sono stata una stupida a lasciarti con una lettera, sono stata una codarda.>

<Sei qui adesso, dimentichiamo il passato e viviamo il presente.>

Sorrido <Dove l'hai letta questa? In un cioccolatino?> domando prendendolo in giro.

<Uno ci prova pure ad essere carino, ma tu non sei proprio per questo genere.> ci scherza su pure lui <E comunque mi è venuta sul momento.>

<Secondo me te l'eri già preparata.> continuo a prenderlo in giro.

La sua testa si allontana dalla mia, piazzandosi davanti al mio viso con un'espressione di finta arrabbiatura.

<Beh, ho avuto molto tempo per esercitarmi. Di solito provavo queste frasi davanti allo specchio, mentre guardavo quel gran bel manzo riflesso.> anche lui continua a scherzare.

Sembra quasi che nulla sia cambiato fra noi, come se due anni di lontananza non ci abbiano cambiati.

<Non sei bello, e nemmeno un manzo, sei un ghoul.> rispondo.

Lui sorride <Dici così solo perché sei gelosa della mia incredibile bellezza.> mi fa un occhiolino.

Potrei dargliela vinta e ammettere che lui sia bello, oppure potrei continuare a fargli crede che io lo veda brutto. Anche se il mio tono sarcastico gli avrà già fatto capire come la penso.

<Credo che Yomo sia più carino di te... Insomma lui è alto, possente.> non so che altro dire su Yomo, oltre al fatto che sembra un becchino e che per quanto sia silenzioso mi faccia paura.

<Yomo è solo un ghoul sotto steroidi.> dice lasciando la mia mano e alzandosi <E poi anche io sono alto e possente.> fa fiero battendosi un pugno sul petto.

<Va bene asticella, adesso però siediti e copriti che attiri i fulmini.> scoppio a ridere.

Uta non la prende tanto bene, torna a sedersi di fronte a me e copre entrambi totalmente con la giacca. Fossi una semplice umana non potrei vedere nulla. In questo caso, fortunatamente, però, sono nata ghoul e come tale riesco a distinguere le forme al buio e riesco distintamente a vedere gli occhi di Uta scrutare i miei.

<Sei insolente.> dice soltanto mentre con la mano mi stringe le guance.

<Non è colpa mia se sei un'asticella.> ho difficoltà a parlare con le guance strette.

Si avvicina di più al mio viso, sento le sue labbra sfiorare le mie guance ed il cervello mi va in tilt.

Cosa vuole fare? Perché è così vicino? Mi vorrà baciare? Dio mio, nemmeno mi ricordo come si bacia un uomo. Insomma che cosa cavolo dovrei fare? Aspetta che prenda io l'iniziativa? Vuole solo darmi fastidio? Cosa cavolo vuole fare?!

<Stai diventando bollente. Ho forse fatto qualcosa che ti ha imbarazzata?> dice con voce calma e lievemente rauca.

E sento le sue labbra, ancora che sfiorano la mia guancia, diventare un ghigno, mentre io in preda all'imbarazzo e al panico totale non so come agire. Mi sono pietrificata. Non so nemmeno se rispondere o meno e se dovessi rispondere non saprei che cosa dire.

Titubante poggio le mani sulla sua che ancora mi stringe le guance, con la speranza che possa liberarmi dalla presa e fortunatamente funziona.

Funziona per qualche secondo, già, perché una volta libera dalla sua presa al viso, decide di bloccarmi i polsi a terra con entrambe le mani.

<Ti stai divertendo a farmi impazzire?> domando con un filo di voce.

Avrei voluto chiederglielo in modo più rude, arrabbiato, ma al momento le connessioni tra cervello e bocca sono interrotte. Non sono più responsabile di ciò che sto dicendo e provando.

Per quanto ci veda benissimo al buio al momento ho la vista offuscata dal panico.

<Sono un pierrot. Per me tutto è divertente.> risponde.

Continua a mantenere il sorriso fino a quando non mi bacia sullo zigomo, subito dopo decide di scendere verso le labbra, senza toccarle.

Se già non ragionavo più bene, adesso il mio cervello è entrato in black out. Adesso non ragiono proprio. Ho i brividi, non per il freddo ma per quello che sta succedendo adesso.

Non riesco a capire se è un sogno o un incubo.

<Uta, non sto capendo più niente, per favore datti una mossa!> dico.

Il suono della sua risata è dolce, rende tutto ciò molto carino, ma se non si decide a fare qualcosa gli do una testata. Non ne posso più di tutta questa suspense.

Le sue labbra si uniscono alle mie, dapprima lentamente, sembra quasi assaggiarmi, poi comincia a baciarmi come si deve.

Io nel frattempo continuo a non capire nulla, completamente stregata dal momento.

Lo stomaco è tutto un sussulto.

<Mi sei mancato... tantissimo...asticella.> dico tra un bacio e l'altro.

<Mi sei mancata pure tu...Yumi.> risponde.

Le mie mani vengono liberate e le poggio sulle spalle di Uta, voglio stringerlo a me.

Le sue mani invece mi prendono per i fianchi, avvicinandomi di più a lui.

Sembra tutto magico e perfetto ma un suono, o meglio una voce, ci obbliga a smettere.

<C'è qualcuno?> sentiamo dire da una voce maschile ripetutamente, mentre si avvicina di più a noi.

<Abbiamo attirato l'attenzione del guardiano.> dico.

<Dici che dovremmo invitarlo ad unirsi a noi?> chiede il ghoul.

Non penso fosse ironia la sua...

<Dico che dovremmo andarcene e dico anche che devi aiutarmi perché non posso saltare giù con le ferite non ancora guarite.>

Uta mi guarda un attimo, mentre il guardiano sembra essere sempre più vicino <Sei rossa come una ciliegia.>

<Sei un deficiente> gli do un pugno sulla spalla.

Salgo sulle spalle del ghoul e andiamo via, giusto in tempo per non essere beccati. 

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