Cap. 5 -:Re-

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Un flebile raggio di luce punta sui miei occhi risvegliandomi. Qualcosa di troppo pesante per essere un cuscino è poggiato sul mio fianco. Mi basta voltarmi per capire che a stringermi è Uta, mi ci vuole un po' più tempo per metabolizzare la cosa e domandarmi perché sono nel letto con Uta quando eravamo giunti al compromesso che io sarei rimasta in questa casa con il patto che avrei dormito nel divano.

<Uta, svegliati e levami il braccio di dosso prima che ti ammazzi.> dico colpendolo ripetutamente sulla spalla.

<È già mattina?> chiede scansandosi e stropicciandosi gli occhi.

<Cosa ci faccio qui con te?>

Il ghoul sembra rifletterci su <Ricordo che mi sono alzato di notte per prendere un bicchiere d'acqua e ti ho vista metà distesa sul divano e metà per terra. Pensavo stessi scomoda quindi ti ho portata qui. È impressionante quanto tu riesca a dormire indisturbata, avrei potuto fare qualsiasi rumore e tu saresti rimasta a dormire.>

Svelato il mistero decido di alzarmi dal letto ed ecco che un nuovo mistero si presenta.

<Uta...> attiro nuovamente l'attenzione del ghoul, incrocio le mani in un attimo di riflessione <Perché non ho gli stessi vestiti di quando sono andata a dormire?> quest'uomo sembra fare di tutto per farsi uccidere.

<Sembrava avessi caldo> dice tranquillo rigirandosi nel letto e tornando a dormire.

Senza pensarci un attimo prendo l'oggetto più vicino a me, per sua fortuna opto per una ciabatta vicino al comodino e non al comodino stesso, e gliela lancio senza remore sulla testa.

Il ghoul si lamenta.

<Così impari a non fare il maniaco.>

Senza che io possa aspettarmelo Uta mi prende per un polso e mi butta sul letto <Mi aspettavo un grazie, non una ciabattata in testa.> dice con la voce triste e gli occhioni da cucciolo bastonato.

<Le ciabatte vanno in coppia, se vuoi l'altra a ringraziarti basta che tu lo chieda.> dico sarcastica.

Uta sbuffa e si alza dal letto, probabilmente deluso. Sono più che certa che si aspettasse un risveglio diverso, magari con un mio sorriso e qualche parola dolce ma, allo stesso tempo, sono pure convinta che, conoscendomi, avesse già rinunciato alla prima aspettativa aspettandosi il nulla.

<Se non è tardi ti va d'andare al :Re?> domanda cercando qualcosa da mettersi dentro un cassetto, dato che fino adesso è stato in mutande.

Fisso per un attimo le natiche del ragazzo prima di rispondere <Cosa è il :Re?>

Uta si infila un paio di pantaloncini, togliendomi la bella vista <è il bar di Touka e Yomo, dopo la distruzione dell'Anteiku hanno aperto un nuovo locale per ghoul e umani.> spiega.

Rispondo con un semplice "va bene" e vado in bagno per prepararmi.

Riempio la vasca con acqua calda e finalmente posso rilassarmi senza che nessuno mi disturbi.

Quando comincio ad asciugare i capelli ecco che entra Uta. Mi stupisce che non sia entrato prima.

<Lo sai che avrei potuto essere nuda?> urlo coprendomi quanto più possibile con l'asciugamano.

<Sinceramente ci speravo e poi non sarebbe stato un problema, ti ho già vista nuda.>

Resta lì, sull'uscio della porta ad osservarmi con quel sorriso innocente stampato in volto.

Gli lancio la spazzola e lo caccio fuori <Dove sta la chiave?> Domando cercando l'oggetto con lo sguardo.

<È buffo che tu me lo chieda...> dice dall'altra parte della porta <Ti ricordi di quella volta che la spezzai? Ecco... non l'ho ancora sostituita.> ride.

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