Ho passato la notte a casa di Uta, nonostante volessi trovare un'altra sistemazione lui ha insistito per farmi rimanere e per insistito intendo dire che ha chiuso ogni potenziale via d'uscita a chiave e che ha nascosto queste ultime. A detta sua sono ancora troppo debole per vivere fuori e non ha torto, ma stare sotto il suo stesso tetto mi causa una sensazione strana che non riesco a spiegare. I sensi di colpa non si sono minimamente affievoliti.
Quando Uta mi ha chiusa dentro casa è come se avesse voluto dirmi "così non potrai scappare", o forse è stata la mia coscienza a farmelo pensare.
<Dove li metto questi?> domando dopo aver piegato i plaid che stavano sul divano.
Ovviamente io ed il ghoul non abbiamo condiviso il letto, ho dormito sul divano.
<Mettili nella mia camera, ci penso io a posarli.>
Faccio come mi viene detto e, una volta posati i plaid, lo sguardo mi ricade sul mio riflesso nello specchio. Per quanto la mia salute sia migliorata l'aspetto resta ancora pessimo.
Ho cambiato le fasce e sotto queste c'erano delle cicatrici enormi, facevano quasi paura. Per lo meno adesso si sono ridotte di dimensione e i lembi di pelle si sono riuniti.
<Ho notato che hai ancora quella collana.> dice Uta posizionandosi alle mie spalle.
Con distrazione mi accorgo che stavo stringendo il ciondolo della suddetta mentre mi guardavo allo specchio. È un gesto che faccio quasi meccanicamente ogni volta che penso troppo o sono presa da qualche emozione che non riesco a controllare, per questo non mi ero nemmeno resa conto di starla stringendo con una mano.
<Mi sono affezionata a questa collana, è stato il mio primo regalo di compleanno, non penso che me ne libererò facilmente.> ammetto con un po' d'imbarazzo.
<Solo questo?> dice quasi deluso.
In realtà la tengo perché è stato lui a regalarmela, perché rappresenta il sole così come uno dei suoi tatuaggi, perché in questi due anni non ho fatto altro che pensare a lui giorno e notte e avere la collana con me era come avere Uta al mio fianco. Non ho mai smesso di sperare che un giorno sarei tornata da lui, chiedendo scusa e mettendo da parte il mio orgoglio tossico. Ma questo non glielo dirò.
<Per adesso si.> rispondo.
<In che senso? Quindi c'è dell'altro ma non me lo vuoi dire!>
Lo ignoro, focalizzandomi su una chiave semi nascosta sotto un cuscino e la prendo immediatamente.
<Trovata!> esulto dondolando l'oggetto in metallo davanti agli occhi del ghoul <Qual è il mio premio?>
<Ti ho salvato la pelle, non ho fatto già abbastanza?> dice Uta rubandomi la chiave dalla mano e alzando il braccio verso l'alto <Dovresti essere tu a premiare me> continua.
Mi metto sulle punte per provare a raggiungere la chiave, inutilmente. Uta è troppo alto ed io sono troppo bassa. Provo anche a saltare.
<Andiamo! Dammi questo maledetto pezzo di ferro!> non so nemmeno perché lo voglio così ardentemente, essere obbligata a rimanere non mi sta dispiacendo.
Tra un saltello e l'altro però perdo l'equilibrio, anche a causa delle ferite non totalmente guarite oltre che della mia costante imbranataggine.
È così che mi spingo verso Uta facendo cadere sia me che lui.
La situazione è come due anni fa, io ed Uta che litighiamo in maniera giocosa e che finiamo nelle situazioni più strane o imbarazzanti, come ora, che dopo aver lottato per avere una chiave, sono finita addosso a lui, a pochi centimetri dal suo volto, dalle sue labbra... Eppure per quanto vicini possiamo essere c'è un enorme spazio vuoto tra noi, uno spazio lungo due anni. Io potrei non sapere più nulla di lui e lui potrebbe non riconoscermi nel carattere e nella persona che sono adesso.
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Broken Mask
FanfictionSeguito di "The Mask Keeper". Sono passati due anni dall'attacco all'Anteiku. Due anni da quando Yumiko si è separata da Uta e ha ricominciato la sua vita un'altra volta. ⚠ATTENZIONE⚠ IL LIBRO SEGUIRÀ LE VICENDE DI TOKYO GHOUL :RE, SARANNO PERCIÒ IN...