Capitolo 7 | Cambiare vita

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La nostra vita stava continuando tranquillamente, erano ormai passati diversi mesi dalla nostra rivelazione.

I pregiudizi e gli insulti sulla nostra coppia non mancavano, erano l'ordine del giorno.
A lungo andare questa situazione si stava facendo pesante, nonostante amassi Nicola da morire.

Così decisi che era arrivato il momento. Dovevamo cambiare vita.

Prima che Nichi arrivasse a casa nostra, ormai convivevamo a casa sua, preparai una bella cena romantica, dove gli avrei parlato delle mie interazioni, della mia voglia di stravolgere completamente le nostre vite.

Nicola arrivò intorno alle 20.00, lo salutai e gli diedi un bacio, poi ci dirigemmo verso il tavolo e iniziammo a cenare e chiacchierare, finché non toccammo l'argomento spinoso di cui volevo parlargli:

Matteo: Nicola io voglio cambiare vita. Con te.

Dissi ad un solo fiato. Nicola mi guardò confuso, e poi mi disse con un sorriso carico di sarcasmo:

Nicola: Che diavolo stai dicendo Matteo?

Matteo: Io sono stufo di tutte le critiche, i pregiudizi, ormai la situazione inizia a farsi pesante Nichi. Non possiamo continuare così.

Nicola: Come vorresti risolvere questo problema? Sentiamo! Andando via dall'Italia? Sai benissimo che è infattibile! Cazzo Matteo, io sono il segretario del PD e tu della Lega! Non siamo due persone a caso!

Nicola iniziava ad urlare, così gli risposi a tono:

Matteo: Nicola, per una volta nella vita smettila di mettere il tuo lavoro davanti a tutto e tutti! Io per stare tranquillamente con te farei di tutto. Anche trasferici all'estero se necessario. Io avanti così, in questa fottutissima situazione non ci posso stare per sempre.

Nicola: Matteo tu proprio non capisci...

disse Zingaretti con una risata ironica:

Nicola: Tu pensi davvero che io non voglia una vita tranquilla con te?
Pensi davvero che mi facciano piacere tutte le critiche dei giornali e nostri colleghi su di noi che arrivano quotidianamente?

Matteo: Allora scappiamo. Senza una meta. Non torniamo più. Solo io e te, come nelle favole.

Nicola: Cristo Matteo! Non siamo nelle favole. Questa è la vita reale. Non possiamo scappare così alla cazzo di cane. Svegliati!

Non avevo mai visto Nicola urlare così tanto. Stavo litigando molto pesantemente.

Matteo: Allora devi scegliere Nicola. Me o la carriera. Ti ho già detto che di questa situazione ne ho le palle piene. Voglio scappare con te cazzo!

Dissi urlando.

Nicola: Matteo...sai benissimo che non posso scegliere. Come minchia posso fare un decisone del genere!

Matteo: Ma devi.

Da lì ci fu un silenzio tombale in casa, durò pochi minuti, ma sembrarono un eternità.

Matteo: Mi sembra chiara la tua scelta. Io me ne vado.

Dissi tra le lacrime. Le lacrime più amare che avessi mai provato.

Nicola: Matteo, fermati ti prego. Rimani con me. Io senza te non vivo.

Matteo: Tu hai fatto la tua scelta. Hai scelto il lavoro al posto di noi due. Mi sembra chiaro. Ora per il bene di entrambi è meglio che io vada e la nostra relazione si concluda qui.

Nicola: Matteo, ti prego. Non puoi farlo. Io ti amo. Sei la mia metà.

Mi voltai verso di lui, ero sull'uscio, aprì la porta per uscire di casa, eravamo entrambi in lacrime, ma prima di lasciarlo solo gli dissi:

Matteo: Vaffanculo! Sei uno stronzo!

E me ne andai. Presi un taxi al volo, e tornai a casa. Ero distrutto, come se una parte di me fosse morta. Amavo da morire quell'uomo.

Entrai nel mio appartamento. La prima cosa che feci, fu prendere a pugni un cuscino. Ero arrabbiato, triste, mi sentivo in colpa per averlo lasciato, avevo l'impulso di chiamarlo. Ma non lo feci.

Presi il mio cellulare, mi sedetti sul balcone e chiamai Renzi, per sfogarmi e raccontargli quello che era successo. Lui non poté fare molto, oltre a dirmi che questa situazione sarebbe passata.

D'impulso dopo la chiamata, buttai via tutte le cose che Nicola aveva lasciato nella casa. A prescindere se fossero vestiti o documenti. Ogni traccia di lui doveva sparire da quella casa.

Inutile dire che dopo aver fatto ciò non mi sentì affatto meglio, anzi.

Così preso dallo sconforto, presi una bottiglia di birra, comprata il giorno prima insieme a lui e mi abbandonai sul divano con la televisione accesa, che però faceva solo di sottofondo mentre pensavo a tutti i momenti passati con Nichi.

Mi mancava da morire. Ma ero sicuro che anche lui non se la passasse meglio.
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Scusatemi il capitolo lunghissimo ahahah

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