Un avversaria impossibile

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"Adesso... l'unica cosa che ti separa dall'esame finale è una... IO"

Non capivo, che cosa intendeva? È stata lei a dirmi che mi avrebbe mandato all'esame. Che ci avrà ripensato?
Miyagi aveva in mano due spade, una me la lanciò e io la presi al volo. Un vento anormale e gelido per essere estate mi trapassò il corpo e tutte le ossa. Il mio sesto senso mi diceva che sarebbe successo qualcosa di inaspettato.
"Io ormai non posso più insegnarti nulla, il tuo addestramento è finito" annunciò e appena sentite le sue parole mi eccitai spalancando gli occhi e curvando la bocca all'insù.
«Sono... riuscita a completare l'addestramento!»
Però... se avevo finito l'addestramento, perché eravamo lì? E cosa intendeva con la frase di prima?
"Si esatto, hai completato l'addestramento ma non puoi ancora andare all'esame... non sei ancora pronta" annunciò. "CHE COSA?!" gridai inaspettata. "All'esame vengono mangiati molti bambini, anche più forti di te, quello è un campo spietato e i demoni dell'esame sono ben più agguerriti di quelli che incontriamo nella foresta di notte" mi disse non staccando neanche per un attimo gli occhi da me. Bene, adesso ero ancora più confusa. "È quand'è che sarò pronta?!"
La mia maestra mi guardò sogghignando, estrasse la sua nichirinto di un celeste pallido e con su scritto "morte ai demoni" (in giapponese ovviamente) e me la punto contro. "Quello che devi fare è riuscire a battermi".......

Furono attimi interminabili quelli che seguirono.
"Che?" domandai scettica.
"Esattamente quello che ho detto, per dimostrarmi di essere pronta dovrai battermi, il tuo obbiettivo è di ferirmi"
"E come dovrei fare? Tu sei nettamente superiore a me!" mi sporsi in avanti gesticolando con le mani e la kaatana datami da Miyagi. "Beh... allora vuol dire che non andrai mai all'esame finale" si sorrise beffarda "attaccami quando vuoi"
Sospirai, non avevo altra scelta, mi misi in guardia, estrassi la katana e lasciai che il fodero cadesse a terra.

Un respiro... due respiri...
corsi verso la mia sorellona con la katana sguainata e la puntai alla gamba destra in più veloce possibile. Quando la mia katana stava per colpire la sua gamba Miyagi-neesan sparì dalla mia vista per un nano secondo, riapparendo alle mie spalle e mi diede un calcio allo stomaco. Volai via fino a che un albero non terminò il mio volo. Feci un tonfo per terra annaspando, non pensavo che potesse essere così forte, mi portai tutte e due le braccia alla pancia, con la respirazione allieva i un po' il dolore. "Potevi andarci un po' più leggera no?" mi rivolgo a lei ancora per terra, di conseguenza lei mi risponde "I demoni non ci andranno leggeri con te, faranno di tutto pur di mangiarti... e poi lo avevo detto due anni fa: non ci andrò piano" sorrise.
«Non è giusto! È una cosa impossibile che io riesca a battere Miyagi». Mi rilancio verso di lei utilizzando la respirazione, sta volta la mia maestra si mise in guardia per attaccarmi. Rispetto a me, Miyagi-neesan è molto più veloce e forte, ma posso sempre puntare sul fatto che non riesce a poggiare bene la gamba destra. Puntai tutto su quello.
Miyagi-neesan continuava a pararmi qualunque attacco però senza contrattaccare con la spada, si limitava solo a darmi qualche calcio per scaraventarmi via. Dopo vari tentativi di provare anche solo a sfiorarla esaurii le energie e i miei muscoli cedettero lasciando che il mio corpo cadesse a terra ansimante. "Già stanca Aoi?" si mise una mano su un fianco "ti ah ah ah ah... ti ricordo ah ah che è... il tramonto... ah ah" proprio così: Miyagi non aveva fatto nessuna pausa, è stato un combattimento perpetuo, fino all'ultima goccia di energia che avevo. Avevo la vista oscurata, la testa che gira, i crampi allo stomaco e le mani screpolate. La castana, invece, era solo un po' impolverata e affamata. Prima di svenire al suolo Miyagi mi disse una cosa "Non sei riuscita a sfiorarmi perché non ci credevi nemmeno tu che ce l'avresti fatta, la prima persona che devi convincere sei tu" pian piano che andava avanti, sentivo la sua voce farsi sempre più lontana finché non mi addormentai di colpo.
Mi svegliai in casa, sul mio futon. Mi alzai con la schiena e notai accanto a me una ciotola di riso alla cantonese e dell'acqua. Mi scolai tutta la bottiglietta e la ciotola. Nella sala da pranzo/salotto/cucina Miyagi nee-san stava a pulire la sua spada. "Ciao" dissi con la voce impastata dal sonno "buonasera Aoi-chan" continua a tenere le sguardo fisso sulla sua katana mentre io mi sedevo accanto a lei "hai dormito in totale 28 ore di fila, pensavo fossi morta"
"ASPETTA COSA?!" urlai sbalordita nel suo orecchio, forse esagerando, forse no. A quanto pare si perché Miyagi cadde all'indietro tappandosi l'orecchio "Aoi! Vuoi farmi diventare sorda o sei impazzita?! ... ahia"  «ok che le ho urlato nell'orecchio però non mi sembra di averle fatto tanto male» pensai dopo quell' ahia. "Dai non ti ho fatto così male" "Non è per quello, mi hai fatto spaventare e mi sono tagliata il dito"  mi disse mettendosi il dito in bocca. Ah... "ah scusa" rimasi un po' perplessa, un taglietto così a una donna forte come la sorellona... "No... non ti preoccupare, fa niente, più tosto hai mangiato quello che ti ho preparato?" "Si" "Tutto" "Si" "Sicura?" "Nee-san di media mangio come un cavallo, ti pare che non mangio dopo 28 ore?"  Miyagi si mise a ridere di gusto "Ahahah hai ragione scusa, beh allora ritorna a dormire, domani sarà anche peggio!" Il solo pensiero di dover tener testa a Miyagi per un altro giorno mi terrorizzava, come poteva pensare che io ci sarei riuscita?! "Ma non ho sonno" la guardai storto "Non mi interessa, hai già perso un giorno di allenamento, i tuoi muscoli saranno intorpiditi e non mi va di doverti pulire la bava per altre 28 ore" lo disse in tono di  rimprovero, ma sapevo che dietro c'era dolcezza. L'ascoltai e ritornai in camera, ma non per dormire, feci un po' di stratcing ed era come diceva Miyagi: avevo tutti i muscoli intorpiditi. Finito di allungarmi, senza farmi vedere (anche se sono al 100% sicura che Miyagi se ne sia accorta) decisi di uscire di "casa" per andare a camminare un po', a liberare la mente. Essendo estate non faceva freddo, anche se c'era un piacevole venticello che faceva muovere le chiome degli alberi. Non andai lontano, dopo tutto potevano esserci demoni. Trovai una roccia dove sedermi sopra. L'unica cosa che adesso mi interessava era andare all'esame finale, rendere orgogliosa Miyagi e magari i miei genitori che mi guardano da la sù. Zio Kagheshi e zia Sarhami, loro sono gli unici genitori che io abbia mai conosciuto. Di mia madre biologica non ne ho memoria, di mio padre, beh... mi ricordo solo delle braccia che mi cingevano e l'haori che indosso anche adesso. Però devo dire che sono felice qui, con Miyagi-neesan. Non mi manca nulla.
Sorrisi ai miei stessi pensieri, mi appoggiai all'indietro sui gomiti lasciandomi accarezzare dal vento e illuminare dalla luce della luna non ancora del tutto piena. Rimasi un po' a pensare come poter battere Miyagi e riuscire, finalmente, ad andare all'esame finale, poi ritornai alla casetta. Non so come non so perché, ma crollai appena toccai il futon.

Me in the world of Demon Slayer {ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora