Cinque... 5...
Quel numero mi perseguitava.
Con più di 20 partecipanti eravamo sopravvissuti solo in 5. Ad essere sopravvissuti alla settimana nella foresta eravamo io, Kanao, il tipo giallo, quello con i capelli rossi e la grossa cicatrice sulla fronte e il ragazzo alterato. Solo noi. Ripensai a tutti gli altri bambini. Dio. Come era potuto succedere? Cinque.
I bambini parlarono: "Bentornati! Congratulazioni! Siamo felici che siete sani e salvi!" cinque su una ventina... sono morti più di 15 bambini/ragazzi. Nonostante fossi felice di essere sana e salva nell'aria sentivo una gran tensione che venne moltiplicata dall'atteggiamento dei miei futuri compagni "Dov è la katana?" Il biondino continuava a ripetere "Morirò morirò morirò morirò! Anche se sono sopravvissuto fin qui tra poco MORIRÒ" Kanao se ne stava in silenzio pensierosa, e il rosso dalla cicatrice in testa, tra l'altro molto ferito, si guardava attorno spaesato. I due bambini agghindati continuarono ignorando la domanda del ragazzo "Per prima cosa vi forniremo le uniformi della squadra... vi prenderemo le misure e poi vi incideremo sopra la vostra classe di appartenenza." i loro occhi neri e senza luce mettevano in soggezione non permettendoti di concentrarti su quello che dicevano "Le classi sono suddivise in 10 livelli... ovvero Kinoe, Kinoto, Hinoe, Honoto, Tsuchino, Tsuchinoto, Kanoe, Kanoto, Mizuno, Mizunoto... adesso appartenete tutti alla classe più bassa cioè Mizunoto, ossia "acqua minore""sembravano aver finito "E la katana?" ma ripresero "Oggi sceglierete il Tamahagane e ci vorranno dai 10 ai 15 giorni perché le spade siano pronte... inoltre vi assegneremo subito dei corvi Kaisugarasu, "corvi del legame", usate principalmente per le comunicazioni a distanza" dal cielo comparvero cinque corvi , i quali scesero in picchiata verso di noi, il mio si posò sulla mia spalla. Provai a togliermelo di dosso, non è che odiassi gli animali ma preferirei farne a meno di un corvo sulla spalla. Accanto a me c'era il ragazzo dalla testa semi-rasata, egli si tolse bruscamente il corvo di dosso e si avvicinò pericolosamente alla bambina dai capelli bianchi e prima ancora che me ne accorgessi l'aveva presa per i capelli con testuali parole "Ma chi se ne frega di questi uccelli! DATEMI SUBITO LA KATANA CHE MI SPETTA! VOGLIONO LA SPADA DELLA SQUADRA AMMAZZA DEMONI CHIAMATA "SPADA CAMBIA-COLORE!"
«Ma che fa?! È impazzito?» feci un passo avanti "E-ehi ferm-" il ragazzo dalla strana cicatrice si fece avanti prima di me e afferrò saldamente l'altro da un braccio, se avesse voluto, glielo avrebbe spezzato in qualsiasi momento con una buona dose di forza. Il biondino assunse un aria ancora più spaventata mentre Kanao rimase impassibile, sembrava che nulla la toccasse. "TOGLI LA MANO DA QUESTA RAGAZZA! ALTRIMENTI TE LA SPEZZO!" il rosso intimò quelle parole stringendo ancora di più la presa sul braccio del semi-rasato, il quale non sembrava intimorito ma anzi, ancora più irritato. «Tanto il braccio ce l'ha già rotto, un ulteriore rottura e forse un spada non la potrà neanche più toccare... beh dipende tutto dalla ripresa...» sospirai mentalmente. I due ripresero a battibeccare "EH? CHE CAVOLO VUOI? PROVACI PURE BASTARDO!" e così dall'avambraccio del ragazzo si senti uno strano rumore che non prevedeva nulla di buono per il suo osso. Il rosso lasciò la presa mentre il semi-pelato si massaggiò l'arto. E pensare che questi saranno i miei futuri colleghi, l'importante adesso è tornare a casa. "Avete finito con questi futili discorsi? In tal caso da quella parte potrete scegliere l'acciaio con cui verrà creata la vostra katana personale" disse mite il bambino non curante della sorella ferita, indicando con lo sguardo un tavolo in legno situato più in là, sopra di esso, una serie di pietre ancora grezze di varie dimensioni. "Per annientare i demoni... e proteggere la vostra incolumità, vi serve una spada... Fatta con l'acciaio scelto da voi stessi"
Ci fecero avvicinare all'acciaio. Sopra al tavolo ci saranno stati una quindicina di acciaii diversi sia per grandezza sia per colore, ma comunque parevano essere assolutamente uguali. «E io quale dovrei prendere?» il primo a protendere la mano fu lo stesso ragazzo a spezzare il braccio al semi-rasato, poi quest'ultimo, poi Kanao, poi il biondo, rimanevo solo io. Optai per prenderne uno a caso ma ad attirare la mia attenzione fu un acciaio all'estremità del tavolo, piccolo e compatto. Lo sfiorai e rimasi sorpresa dal vedere che era freddo. Ritrassi la mano di scatto. Era come se mi avesse dato una scossa. "Non te lo consiglio signorina" la bambina albina mi si avvicinò, con ancora il naso colante di sangue e quegli occhi così vuoti. "E perché?" mi scansai un po' e le feci spazio davanti al tavolo "Quell'acciaio è molto duro sì, ma molto difficile da manovrare, è adatto a chi ha anni di esperienza, inoltre di per sé, nonostante sia un acciaio per fare le spade del sole, è freddo." ancora non capii quello che voleva dirmi, la bambina non mi guardò, neanche per un istante mentre parlava, stava lì immobile a fissare il vuoto mentre suo fratello congedava gli altri partecipanti. "Non capisco" "Vuol dire che tutta la luce solare che ha acquisito scompare, è un acciaio così freddo che non sembrerebbe neanche adatto per uccidere i demoni..." adesso ero ancora più confusa di prima. Ritornai con lo sguardo all'acciaio. Era bi un bianco pallido, quasi fatto di vetro. «Perché mi dice questo? Non vuole che io lo prenda?» "Ma se ne senti la necessità, fa come le compiace" disse per poi tornare dal fratello. Rimasi ancora a fissare quel pezzo di pietra, ero incollata, non riuscivo a togliervi lo sguardo. Qua c'era di mezzo il mio sesto senso, e con lui, non ci dovevo pensare molto. "Grazie per avermelo detto ojo-san... ma penso che prenderò questo" presi tra le mani quel blocco pallido e freddo. La ragazzina mi guardò impassibile, voltò le spalle e se ne andò.MIYAGI. In questi sette giorni mi era mancata tantissimo. Non pensavo che mi sarei sentita così sola senza di lei. Adesso penso di aver capito quanto lei mi sia necessaria e quanto mi abbia salvato. Da quando gli zii erano stati divorati, lei c'è sempre stata, è diventata davvero una sorella per me. Stavo correndo da ormai due ore penso, tutta presa dall'emozione e dalla felicità trascurando il dolore lancinante alla testa, polmoni, cuore e milza. Chissà che faccia avrebbe fatto quando l'avrebbe vista tornare. Si sarebbe messa a piangere, probabile, oppure potrebbe ignorarmi per il suo orgoglio . Già forse riuscirebbe prima a piangere e poi a fare l'offesa. Mentre correvo mi ritornarono alla mente i due anni passati assieme. Adesso me ne sarei dovuta andare per le varie missioni e incarichi. «Non importa, lei sarà comunque lì, ad aspettarmi» Eccola! Avevo finalmente raggiunto la montagna. Questa volta scalarla si era rilevato più difficile del solito. Stremata, non riuscivo a reggermi in piedi. Dovetti appoggiarmi a un bastone per riuscire a raggiungere la baracca. Mancava poco alla casetta, qualche passo... riuscivo a scorgere le katana d'addestramento... i bersagli di bambù... sangue da per tutto.
Sangue sulla casa in legno antico... sangue schizzato sulle katane... sangue sui bersagli... l'acqua per il bagno, messa fuori in dei contenitori, era tinta di rosso.
Cosa.
Diamine.
Era.
Successo?Il mio primo pensiero corse a Miyagi. LEI DOV'ERA? Tutto quel sangue... era suo...? Il cuore mi si era fermato, ero terrorizzata, spaventata a morte. La vista del sangue sparso si tutta la mia casa mi aveva contorto le budella.
"C-cosa... cosa è successo qui?" furono le uniche parole a uscirmi di bocca e «NEE-SAN» fu l'unico pensiero che formulai. Iniziai a correre verso casa o meglio quello che ne rimaneva, tutto era nel caos più totale, sembrava che il Dio della distruzione avesse scatenato la sua ira sul quel povero e piccolo terreno. Cercai con gli occhi la figura slanciata e sorridente di Miyagi, i suoi capelli castani chiaro, i suoi occhi verdi, pronti ad accogliermi... eccoli! Su un lato della baracca che chiamavo casa c'erano i suoi occhi, verdi e spenti. I suoi capelli castani erano lì, lunghi e macchiati di sangue. Il suo corpo era lì, compatto e disseminato di solchi sanguinanti. La sua bocca era lì, dritta e silenziosa. Lei era lì ma era come se non ci fosse. Sgranai gli occhi alla sua vista, le ginocchia mi cedettero, «che male» pensai... qualcuno doveva aver appena infilzato una spada nel mio petto. Era appoggiata alla parete della casa, i dorsi delle mani al suolo, lo sguardo assente, la katana spezzata poco più in là. Il tramonto dava al suo sangue un aspetto ancora più caldo e terrificante, eppure proprio quella luce così fioca dava al corpo immobile di mia sorella un aspetto solenne.
Miyagi si trovava dietro la casa in legno molto probabilmente morta.
O almeno così pensai finché dalla sua bocca non uscì il mio nome "A... A-o-i..."
Lascia i cadere a terra qualsiasi cosa, spada, haori, tutto... anche la lucidità. Mi accasciai accanto a lei.
"NON TI PREOCCUPARE!... I-IO ADESSO PRENDERÒ DELLE BENDE E... E-E TI MEDICHERÒ FERMERÒ L'EMORRAGGIA DEVI SOLO" mi bloccai di colpo, le parole mi morivano in gola e le lacrime iniziarono a uscire di nuovo.Si stava ripetendo.
Di nuovo.Con la poca forza che aveva, nee-san aprì gli occhi e mi guardò. Tentò di tirare su una mano, la aiutai io e gliela presi tra le mie "Devi... devi solo resistere... un altro po'... tu resta qui... non andare, ora torno subito ok?" provai a dirgli ma lei mi ignorò.
"Vedo che sei tornata baka" tossì quelle parole rocamente, la voce non sembrava neanche la sua, non era allegra, non era squillante, non era calda, non era rassicurante, quella non era Miyagi."Bentornata... Aoi" e anche se coperta di sangue, mi sorrise.
BUONGIORGIOOOOO
So che è un po' corto rispetto a gli altri ma spero che apprezziate tra non molto aggiornerò anche la TodorokixReader
Vi ringrazio, tutti voi che apprezzate così tanto quello che scrivo anche solo salvando la storia.
Detto questo... sayōnara!
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Me in the world of Demon Slayer {ita}
Fiksi PenggemarPraticamente questa è la storia di come mi immaginerei (io e nessun altro quindi secondo le mie volontà) se fossi nel mondo di Demon Slayer, tutte le vicende e i fatti non inerenti alla storia originale sono stati inventati da me. ʕ•̫͡•ʕ•̫͡•ʔ•̫͡•ʔ•̫...