Caro diario, lei si chiama Elina

8 gennaio 2014

Non credo di dover cominciare a scrivere con "caro diario", poichè tu non sei mio, ma di Marco.

Non ho voluto leggere le pagine prima, ho saputo solo da suo padre che lo vedeva scriverti solo la domenica e... Non so memmeno perchè sto dandoti del tu nonostante sei un semplice pezzo di carta.

Il problema è che Marco ora è in coma e io ho un necessario bisogno di stare con qualcuno, in questo caso di qualcosa, di vicino a lui.

Mi chiamo Elina e sono la fidanzata di Marco.

Non so se lui ti abbia scritto ancora di me dopo che ho letto le prime pagine, ancora molto tempo fa: il primo giorno in cui ci siamo baciati, il primo giorno in cui io ho dato il mio primo bacio.

Vorrei tanto sapere che cosa ha pensato, ma per rispetto preferisco non leggere.

Ho saltato la scuola per le ultime due settimane e i miei compagni continuano a chiedermi novitá su Marco tramite messaggio.

Io non rispondo, non me la sento.

Ho troppa paura di dire una bugia, ho troppa paura di mentirgli e di mentire a me stessa.

Il mio fidanzato non da segni nè di miglioramento nè di peggioramento: rimane lì disteso sotto una coperta bianca, in una stanza bianca con delle sfumature grigie, con gli occhi chiusi.

Gli parlo, ma lui non mi risponde.

Gli piango in parte, ma lui non mi può confortare; non può dirmi: "tranquilla, va tutto bene. Non piangere. Ora sono qui".

Il problema è che è tutta colpa mia.

L'incidente è avvenuto poco lontano da casa mia, pochi minuti dopo che è uscito dal mio cancello.

Lo stridore della macchina mi fece sobbalzare, lo stridore della macchina che frenava mi fece catapultare fuori e andare a vedere cosa fosse successo, incurante di avere il giubotto o meno. Sentivo che era successo qualcosa, ma non mi sarei mai immaginata tutto ciò.

Le lacrime avevano cominciato a rigarmi le guancie non appena lo avevo visto a terra.

Un uomo, tra i vari passanti, stava chiamando l'ambulanza ed io non riuscivo a fare altro che farmi prendere dal panico.

Ripensare a tutto ciò mi fa male.

Tra poco mia madre mi verrá a prendere e mi porterà all'ospedale per incontrarlo nuovamente e tu, Diario, verrai con me.