Chapter 3

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"Occorrono troppe vite per farne una."

-E. Montale

Il mio cellulare suona.

La sveglia.

Ti odio.

Mi alzo di controvoglia, ma comunque lo faccio se voglio vivere qua. Avevo pensato di fare colazione direttamente al Coffee Express, dato che qui non ho cibo, ho solo una casa arredata benissimo con tutto l'occorrente, ma non da mangiare né dei vestiti. Oggi faró tutto.

Intanto mi alzo dal letto e vado sul divano a guardare un po' di tv, giusto qualche minuto per riprendermi dallo shock della sveglia e avrei fatto la doccia. Ora che mi guardo meglio intorno, questa casa é davvero adorabile, tutta sulle tonalità del bianco e molto moderna, il parquet come pavimento, televisione al plasma attaccata al muro, divano in pelle scura con ai piedi un tappetto e la cucina collegata dove c'é un tavolo a penisola in marmo e tutto l'occorrente per cucinare, perfino le padelle e le posate. Questo soggiorno é bello anche perché in salotto c'é una grande vetrata che da sulla città, di sera deve essere bellissimo, ma ieri non ho avuto l'oppurtunità di guardarci. A dividere il reparto il notte da quello giorno c'é una porta scorrevole sempre bianca come le pareti e tutto il resto, mi piace davvero tanto. L'unica cosa di cui questa casa ha bisogno é di qualche foto incorniciata alla parete, ma provvederó molto in fretta dato che sono un'amante della fotografia e scatto foto a qualsiasi cosa.

Mi alzo dal divano e vado a farmi una doccia veloce, subito mi rivesto e mi trucco in fretta, sì, avevo sloo una matita,un fondotinta e un mascara nello zaino. Roba fondamentale.

Finalmente sono pronta, prima di uscire di casa conto i soldi che mi basterebbero oggi per comprarmi qualcosa, credo tanti, e poi esco.

Seguo le indicazioni che mi sono state date da John, infatti non ci metto molto a trovarlo, intanto peró mi godo questa mia prima breve passeggiata per Boston che é piena di palazzi altissimi e tante vetrate, negozi di tutti i tipi a non finire e un traffico allucinante. Oggi il tempo é cupo, con le nuvole che ricoprono il sole e un po' di vento, ma penso che sia il tempo di sempre qua. Ora sono davanti al bar, nove in punto, perfetto. Apro la porta a vetri con attaccato il cartellino 'open' e ad accogliermi c'é una ragazza, credo sia Jess.

"Ciao!" Mi saluta calorosamente sorridendo.

"Ciao" ricambio poi. Mi avvicino al bancone dov'é lei che pulisce delle tazze.

"Sono qui per il lavoro"

"Ah sì, sei tu la ragazza di cui John mi ha parlato prima. Mi aveva detto che saresti arrivata stamattina" mi conferma mentre continua a sorridere. É davvero una ragazza carina, per ora rispecchia molto il carattere di Alison, accogliente e sorrisone sulle labbra sempre.

"Okay, quindi.." inizio, ma mi interrompe.

"Liam, il proprietario, mi ha dato il permesso di assumerti dato quello che ha detto suo padre su di te, quindi benvenuta a bordo"

"Non ci posso credere. Davvero?" lei ride e annuisce.

"Non ci siamo ancora presentate, io sono Jess" mi porge la mano che io stringo mentre le dico il mio nome.

"Vieni qua. Tu starai al bar e io serviró, okay?" annuisco contenta, é esattamente ció che stavo cercando. Mi fa cenno di andare dietro al bancone e inizia a spiegarmi un po' tutto, ad esempio la macchina del caffé o il registratore di cassa. Dopo che ha finito di raccontarmi tutto ritorno dall'altra parte del bancone insieme a lei, ora che mi guardo meglio intorno c'é già parecchia gente a quest'ora.

"Il tuo lavoro sarebbe part-time con un giorno libero a settimana e ovviamente i week end, il giorno libero durante la settimana invece puó variare ogni volta, dipende dal flusso di gente che c'é"

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