prologo.

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La prima volta in cui ci siamo incontrati mai avrei immaginato tutto quello che poi è successo, fino ad arrivare a svegliarmi con lui quasi ogni mattina, facendolo entrare nella mia routine e nella mia comfort zone.

La mattina da quando c'è lui è diventata il mio momento preferito, lui si sveglia prima di me, mi lascia un bacio impercettibile sulla guancia sfiorandomi appena per non svegliarmi ma io ogni mattina sento il suo bacio, me lo godo e sorrido con la faccia schiacciata nel cuscino, dopo questo breve secondo nostro va a fare la doccia e lo sento canticchiare, la maggior parte delle volte lo sento rientrare in camera perché si dimentica di portarsi i vestiti in bagno e sento il profumo del suo bagnoschiuma inondare tutta la stanza. Come ora, con il suo asciugamano in vita entra in camera in punta di piedi, cercando di far il meno rumore possibile, va verso l'armadio e cerca nervosamente qualcosa, un cenno di soddisfazione gli esce dopo aver trovato la tua tshirt rosa extra large, quella che adoro, si avvicina verso il letto e si sporge piano per capire se sto ancora dormendo, "BUONGIORNOO" gli urlo in faccia facendolo spaventare, indietreggia e mi guarda con gli occhi spalancati "sei una stronza" mi dice fingendo terrore e respiro affannoso. Apro le braccia e sa che gli sto chiedendo di abbracciarmi per farmi perdonare, fa il sostenuto e gira il viso dall'altra parte, "mi perdoni?" gli chiedo, sbattendo le palpebre e gli faccio cenno con le braccia ancora aperte, mi si butta addosso e con la pelle ancora umida, calda e profumata scontra la mia ancora calda per via delle coperte. Lo circondo con braccia e gambe e lo stringo a me e restiamo così per non so quanto tempo, abbracciati a sentire i nostri battiti e non serve riempire questo silenzio, non serve dire nulla, è tutto perfetto.

"A che ora devi andare in ambulatorio?" mi chiede ancora stretto a me, non ha abbandonato il suo posto, "alle 10" rispondo accarezzando i suoi capelli ancora bagnati che gocciolano sulla mia spalla "dai alzati, vado a preparare la colazione" sussurro senza però muovermi di un centimetro, potrei stare tra le sue braccia tutto il giorno.

Si solleva sui gomiti e pianta i suoi occhi nei miei, mi guarda e fa scontrare i nostri nasi più volte per poi sorridermi, lo tiro dal collo e gli do un piccolo bacio sulle labbra e gocce d'acqua che cadono dai suoi capelli scivolano sul mio viso "buongiorno" mi dice e sorride "buongiorno" dico e si solleva, porge le sue mani per tirarmi su, le afferro e, di nuovo, finisco tra le sue braccia, lascio un veloce bacio sulla sua spalla e mi dirigo verso la cucina a metter su il caffè.

Recupero le tovagliette e metto tutto sulla tavola, il caffè e i suoi toast, yogurt, frutta e tè fumante. "Tu mi vizi così però" dice sedendosi accanto a me, "questa è una vera colazione, Cesare" dico, rubandogli un pezzetto del suo toast "caffè e biscotti che non sanno di niente è una colazione triste". Da un morso e mi guarda senza dire niente, mi porge la fetta per farmi dare un altro morso che rifiuto per mangiare lo yogurt.

Finisce di mangiare e per mettere via le sue cose in tutta fretta quasi rischia di rovesciare mezza macchinetta del caffè "finisci di prepararti, faccio io" gli dico prendendo quello che aveva in mano, mi lascia un bacio sulla guancia "grazie" e scappa via. Sparecchio e pulisco tutto mentre una raffica di messaggi uno dietro l'altro fa vibrare il suo cellulare, "Nelson ti sta scrivendo" urlo, certa di aver ragione. Entra in cucina e come una furia recupera lo zaino e i libri sparsi sul tavolo, lo guardo con il suo telefono in mano che continua a vibrare, Nelson starà sicuramente aspettando qua sotto, viene verso di me e mi fa poggiare al muro vicino la porta di casa, il suo corpo combacia con il mio e sono prigioniera tra le sue braccia, "ci sentiamo più tardi" e poggia le sue labbra sulle mie "buona giornata" un altro bacio "mi mancherai" ancora un bacio, intenso e appassionato "ciao" un leggero bacio a stampo e va via, lasciandomi qui con il suo cellulare in mano, aspetto qualche secondo certa di sentirlo bussare a breve.

"Il telefonooo" dice a voce alta dall'altra parte del portone, apro e gli faccio trovare il cellulare all'altezza del suo viso, lo prende e mi schiocca un altro bacio "ciao" ripete e corre via per le scale.







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