5. bowling

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3 Luglio.

Guardo soddisfatta il voto appena convalidato sul libretto, l'ultimo esame della sessione mi ha sfinito mentalmente. Posso tornare a godermi le strade vive della città piene di giovani e bambini, il sole che brucia sulla mia pelle e gli occhi che soffrono per la troppa luce calda. Entro nel parco e mi riparo un po' dal caldo torrido mi è mancato ma devo ancora imparare a gestirlo "ehi, straniera!" sento da lontano una voce che conosco fin troppo bene, stranamente puntuale "ciao Nelsino" ci abbracciamo dopo non so quanto tempo.

"Quindi stasera offri da bere?" mi sorride e non posso fare a meno di pensare quanto mi è mancato questo ragazzo in queste settimane "andata, offro io" preparo il pugno in attesa di farlo scontrare con il suo, il nostro modo per sigillare il patto appena concluso.

"Come sta Cesare?" quel nome mi esce dalle labbra per la prima volta dopo un tempo lunghissimo. Non lo vedo dal giorno del mio compleanno "ha finito anche lui la sessione, so che è andato qualche giorno in montagna per rilassarsi" Nelson mi aggiorna su di lui, sulla sua vita di cui non so più nulla e di cui non faccio più parte "ti va di spiegarmi tu cosa è successo?" mi pone la domanda che speravo di non sentire. Prendo una boccata d'aria a pieni polmoni "vorrei capirlo anche io" e faccio il sorriso più finto della mia vita, non mi sarei mai aspettata di dedicarlo proprio a lui, che di sorrisi me ne ha strappati.

"La notte del mio compleanno si è fermato a dormire da me, era ubriaco e mi ha baciata e abbiamo parlato un po' sul divano finchè non si è addormentato, non è successo nient'altro, la mattina dopo mi ha salutata ed è andato via quasi di corsa" sento il respiro fermarsi in gola "da lì non ho più avuto sue notizie" racconto le ultime settimane, ometto dei miei sbalzi d'umore e dei bicchieri rotti in preda ai miei raptus di rabbia, le telefonate di mia sorella preoccupata per me, i pomeriggi passati a cercare di convincermi ad andare da lei per staccare un po', "insomma, è tutto un po' strano" dico, sforzandomi di apparire il più serena possibile, ma ancora faccio fatica.

Nelson mi circonda con il suo affetto, con le sue braccia e il suo essere delicato, non aggiunge nulla, questo abbraccio parla da se, sotto l'ombra di un grande albero in un giorno d'estate, è come se respirassi aria diversa dopo settimane, un po' più pulita. "Scusa se sono sparita in questo periodo, nei momenti in cui non studiavo, sentivo il bisogno di stare sola" spezzo il silenzio che si era creato, sento di dovergli delle scuse e ringraziarlo per la sua discrezione "non preoccuparti" mi sorride e mi sento più leggera. Ti voglio bene, Nelson.

"Sushi?" chiedo al mio amico e guardo come gli si illuminano gli occhi alla mia domanda.

Passiamo il tempo ad aggiornarci sulle novità, su Martina, è felice e io lo sono per lui, stanno bene insieme e sono legati "ho sentito una scossa la prima volta che l'ho vista, una sensazione stranissima, non so come spiegarti" dice e sento lo stomaco chiudersi e contorcersi su se stesso "io so come ti sei sentito" le lacrime che minacciano di uscire fuori, non me ne ero accorta finchè non ho sentito gli occhi pizzicare, tiro su con il naso, porto la testa all'indietro, quasi come a spingerle sfruttando la forza di gravità "posso farti una domanda?" mi guarda, vedo la paura nei suoi occhi nel toccare un tasto dolente, ormai fa tutto male e non mi spiego il motivo "dimmi" cerco di sorridere, per fargli capire che può chiedermi tutto senza problemi "è così importante Cesare per te?" sento il solletico sulla guancia provocato da una lacrima, ha vinto lei. Guardo Nelson e gli sorrido, lui abbassa lo sguardo e non parla, ha percepito la risposta.

"Ho sentito anche io la scossa, la prima volta in cui ho incrociato i suoi occhi" riesco ancora a vederli, i suoi occhi, limpidi e impressi nella mia testa "con il tempo ho visto che dietro la sua corazza c'è di più" asciugo una lacrima che scivola via "ho visto una persona così simile a me, così in sintonia" mordo il labbro inferiore, il mio modo per farmi male quando sono nervosa, non voglio crollare ora "forse è assurdo, ma è come se avessi trovato quel pezzo mancante per sentirmi completa" faccio scivolare le lacrime che non riesco quasi più a controllare. Respiro e mi ricompongo, sorrido e mi faccio male da sola "ma qualcosa non ha funzionato, o magari ho sbagliato" Nelson mi guarda, sta zitto ed è serio, le sopracciglia corrucciate, sembra preoccupato "passerà, Nelson" prendo una sua mano e gli sorrido, mi ritrovo io a consolare lui.

koi no yokan  || CCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora