23:59, 8 giugno; 00:00, 9 giugnoFaccio tintinnare il ghiaccio dentro il bicchiere ormai vuoto, ignoro la compagnia attorno a me mentre parlano tra loro, mi fanno domande a cui rispondo in modo sbrigativo, fingo qualche sorriso, e penso che vorrei essere da tutt'altra parte. Voglio tornare a casa.
Nelson mi ha portata in questo bar pieno di universitari con i bicchieri sempre pieni di cocktail colorati, decorati con ombrellini e le immancabili cannucce nere. Mi ha convinta con "sarà una serata tranquilla, beviamo qualcosa" e alla fine siamo bloccati qui da ore, tra amici, amici di amici, colleghi vari e gente che non ho mai visto prima. La serata è sfuggita di mano anche a lui.Ho incontrato Cesare più di un'ora fa, era con altri suoi amici dell'Università a festeggiare l'ultimo esame di uno di loro, qualcuno di loro ora è seduto al nostro tavolo, credo, non lo so.
Quando l'ho incontrato era felice di vedermi, anche io lo ero, ci siamo salutati e abbracciati a lungo e poi è sparito, mi ha stampato un bacio sulla guancia, ha detto che ci saremo visti dopo ed è andato via, chissà cosa intende lui per dopo.Illumino lo schermo del mio cellulare e noto che è mezzanotte, è ufficialmente il 9 giugno. È ufficialmente il mio compleanno.
Non amo il mio compleanno, l'ho sempre visto come un giorno normale, quest'anno sento di odiarlo.
Grace doveva tornare per il mio compleanno e due giorni fa le hanno assegnato un nuovo progetto, mi ha chiamata piangendo in preda alla disperazione e ai sensi di colpa, si è scusata per venti minuti di una cosa di cui non è colpevole. Non sono arrabbiata con lei, sono solo triste perché non potrò vederla, ancora.
Da quando è andata via il nostro rapporto è diventato più solido, abbiamo vissuto fino a qualche anno fa sempre insieme, vivendo come due sorelle che litigano e si prendono i propri spazi, da quando è andata via ogni momento è buono per parlare, per ridere e scherzare, appena ci sono dei giorni vuoti l'una va dall'altra o, capita, di scegliere una meta e trovarsi lì. Per ora abbiamo rimandato, spero il prima possibile.Nelson mi si avvicina, ha bevuto più di me e ha già una voce diversa "tutto ok?" mi chiede, sedendosi accanto a me "è il mio compleanno" dico e gli mostro la mezzanotte ormai passata.
La sua espressione cambia, lo vedo sbiancare e spalanca occhi e bocca "che figura di merda!" dice e si schiaffeggia una mano sulla fronte, mi abbraccia e mi urla tante volte "auguri" all'orecchio, "grazie Nels, ma credo di non avertelo mai detto il giorno del mio compleanno" lui mi guarda confuso e mi da ragione, "Cesare lo sa?" mi chiede e faccio di no con la testa, Nelson mi guarda con occhi confusi, sia per l'alcool, sia per la risposta ricevuta. Scatta in piedi come se avesse preso la scossa "ora vado a dirglielo" dice e lo blocco immediatamente "no Nels, lascia stare" dico e mi metto davanti a lui, sposto lo sguardo dietro Nelson e vedo Cesare a parlare con una ragazza, sono molto vicini e sembrano intimi, non è un bel vedere questa scena per me, improvvisamente sento un gran freddo, brividi lungo la schiena e lo stomaco in rivolta. Nelson capisce che non sto guardando lui, si gira e vede anche lui la scena e cerca immediatamente di darmi spiegazioni, di riempirmi la testa di mille parole, lo blocco subito, non voglio sentire nulla. Io e Cesare non siamo nulla. Siamo solo due persone che si trovano bene quando stanno insieme, fine.
Prendo la mia borsa e saluto Nelson, lui cerca di trattenermi per festeggiare con lui, mi propone di andare altrove, "tranquillo Nels, torno a casa, sono stanca" dico e lo abbraccio forte "domani festeggiamo però" mi sussurra all'orecchio e mi stringe ancora di più. Asciugo la lacrima che mi è scappata e mi stacco da lui, urlo un ciao a tutta la gente che sta seduta e vado via.
Mentre evito le persone sulla via della porta intercetto lo sguardo di Cesare, mi guarda confuso, probabilmente non capisce il motivo della mia fuga, lo ignoro e vedo già Nelson avvicinarsi a lui.
Esco dal bar e a passo svelto mi incammino verso casa, spero di evitare scene ora, voglio solo arrivare a casa e andare a dormire.
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koi no yokan || CC
FanficL'espressione Koi no Yokan non trova una vera e propria traduzione nella lingua italiana, i giapponesi usano questa espressione per indicare la sensazione provata tra due persone durante il loro primo incontro, sentendo già che essi finiranno inevit...