9. I was broken but you fixed me

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-Maddie? Dove sei?!- urlo spalancando la porta di casa e buttando tutto ciò che tengo in mano a terra fregandomene dei rimproveri che dovrò sopportare più tardi da Carol -finalmente sei arrivata- sbuffa Jasmine sbucando dalla cucina con un bicchiere contenente un intruglio verde -sono ore che quella piccola peste strilla- la guardo così arrabbiata che il fumo che mi esce dalle orecchie -dov'è?- mi limito a chiedere -in camera sua, credo- dice alzando le spalle la strega. Salgo le scale di corsa e mi fermo davanti alla porta chiusa della camera di Maggie, busso e aspetto finché non sento un -avanti- quasi sussurrato dall'altra parte della porta bianca, entro e la trovo seduta sul letto, coperta quasi interamente dal copriletto rosa, le gambe tirate al petto e la testa nascosta tra di esse. Mi siedo e le appoggio una mano sulla schiena accarezzandola -che è successo Maggie?- le chiedo; mi fa male vederla così so come ci si sente a soffrire quando si è così piccoli e mi ero promessa che non avrei mai permesso a nessuno di farla stare male, -è successa una cosa...- sussurra -che è successo?- richiedo e lei si limita a guardarmi con gli occhi pieni di lacrime -ehi, a me puoi dirlo- dico sorridendo -papà...- si limita a dire e io ho già capito.

Quello sporco bastardo si è permesso di rovinare anche la sua vita e io non gliela farò passare liscia stavolta; con lo sguardo iniettato di rabbia le chiedo, tentando di rimanere calma di fronte alla piccola -che ha fatto papà?- lei mi guarda dispiaciuta e ferita -quello che fa a te- in quel momento mi sento il mondo crollare addosso, non può essere vero. Non solo ha infranto il nostro accordo ma ha anche rovinato l'infanzia ad un altra bambina innocente. -h-ho chiamato zia Molly,- continua Maggie -e le ho chiesto se potevo stare da lei per qualche giorno, n-non le ho detto il motivo, m-mi sta venendo a prendere- conclude -hai fatto bene piccola,- dico abbracciandola -mentre starai con la zia io sistemerò le cose con papà d'accordo?- lei annuisce e io esco dalla camera solo dopo averle posato un bacio sulla fronte e averle detto di riposare. Mi dirigo in camera mia, per oggi non farò nulla: non voglio che Maggie si agiti ancora di più ma domattina, quando se ne sarà andata, sistemerò la situazione.                                                                  

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Stamattina, dopo aver salutato Maggie velocemente e averla lasciata andare con zia Molly, sono tornata in camera a prepararmi e sono scesa a fare 'colazione'. Appena entrata in sala da pranzo ho trovato mio padre, Carol e Jasmine intenti a fare colazione e a parlare del prossimo concorso di bellezza di quest'ultima; sono così concentrati sul loro discorso inutile che non si sono nemmeno accorti che sono arrivata così mi schiarisco la gola facendo di proposito un gran baccano per farmi notare, tutti e tre alzano contemporaneamente lo sguardo su di me -buongiorno cara!- mi saluta Carol mentre prendo posto accanto a sua figlia che si limita a guardarmi male -stasera verranno alcuni colleghi di Carol, se puoi mangia fuori- -papà- lo richiamo appena finisce di parlare -possiamo parlare?- annuisce facendo cenno di continuare -in privato- continuo, lui si alza e si dirige verso la veranda esterna mentre io lo seguo a ruota. -di che mi volevi parlare?- chiede una volta arrivati -di Maggie- appena pronuncio il suo nome la sua espressione si fa seria e i suoi occhi si spalancano -che cosa stai cercando di dire Rachel?- -sto cercando di dire che so cos'hai fatto! Sei uno stronzo!- grido con le lacrime agli occhi spingendolo e facendolo barcollare all'indietro -mi avevi promesso che non le sarebbe successo nulla! mi avevi promesso che non avrebbe vissuto la vita che ho vissuto io e invece, indovina un po'?! hai fallito anche in questo,- continuo a urlare mentre lui mi fa cenno di abbassare la voce -hai fallito come padre, come marito e come uomo; mi fai solo schifo sei un maniaco bastardo e malato che riversa le sue frustrazioni su delle bambine!- a questo punto mi prende i polsi con forza -se tu fossi stata a casa non le sarebbe mai successo! ma sei troppo impegnata a fare le tue stronzate da adolescente con i tuoi amici senzatetto per questo!- urla a sua volta -no! non ci provare a dare la colpa a me! tutto questo è solo colpa tua, è colpa tua se la mamma è morta, è colpa tua se la mia vita è rovinata per sempre e adesso hai anche Maggie sulla coscienza!- continuo a gridare liberandomi con uno strattone dalla presa ferrea dell'uomo di fronte a me che mi guarda con uno sguardo iniettato di odio e dolore -vaffanculo.- concludo rientrando in casa e sbattendo la porta alle mie spalle ignorando la sua voce che continua a chiamarmi. Mentre sto per varcare la soglia della sala da pranzo mi scontro con Jasmine che esclama -oddio stai attenta!- e poi continua con -oddio stai piangendo?- per un secondo credo sia persino preoccupata per me ma poi continua -perfetto non solo la piccola peste ora ti ci metti anche tu- a questo punto non ho più il controllo di me stessa e le tiro uno schiaffo sulla guancia destra facendola cadere a terra. La sorpasso e me ne vado da questa casa maledetta sbattendo la porta alle mie spalle con tutta la forza che riesco a trovare nel mio corpo.

A single soul// Outer BanksDove le storie prendono vita. Scoprilo ora