13. BOOM, bitch!

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Sto tornando da John B con JJ e Jasmine per informarli su quanto accaduto pochi minuti fa; questo cambia tutto. Il biondo e io camminiamo mano nella mano mentre Jasmine ci cammina accanto e ci guarda sorridendo; poi posa gli occhi su di me e mi sussurra -sono felice per voi ragazzi, state davvero bene insieme- io le strizzo l'occhiolino ricevendo una risatina in risposta -che state tramando voi due?- -niente- rispondo continuando a ridacchiare -vi preferivo quando vi odiavate- dice JJ roteando gli occhi -ehii!- strilla Jasmine fingendosi offesa.

-ehi! Ragazzi, ho una notizia fantastica!- esclamo entrando nella veranda saltellando dalla gioia -incredibile come abbia cambiato umore in quindici minuti- dice John -già, JJ che le hai fatto?- risponde Kie sospettosa -non l'ho drogata- dice lui alzando le mani al cielo -ciao ragazzi- dice piano Jasmine mentre entra nella veranda a passo incerto -che ci fa lei qui?- chiede Pope alterato -ehi,- vado vicino a lei -è tutto apposto è venuta qui con noi,- continuo mettendole un braccio sulle spalle -abbiamo risolto, adesso siamo...amiche- concludo ricevendo un sorriso soddisfatto da parte sua e un'occhiata sorpresa da parte del resto del gruppo. -che ci dovevi dire?- chiede Sarah dopo alcuni secondi di silenzio riportando l'attenzione sul discorso originario -ah già,- riprendo sbattendomi una mano in fronte -abbiamo un modo per incastrare mio padre- -come?- chiede Kie incredula alzandosi e avvicinandosi velocemente a me -grazie a Jasmine- concludo guardandola sorridendo.

-Quindi fatemi capire,- parla Pope -Jasmine è entrata in camera di tuo padre prima che arrivassi;- -ha messo il telefono nel cassetto del comodino;- continua John -ed ha registrato tutto?- conclude Sarah ricevendo un cenno affermativo da me, JJ e Jasmine -ma è perfetto!- urla Kie -già e tutto grazie a lei- dico indicando la mia sorellastra con lo sguardo -devo dire che non sei così male come credevo- si rivolge a lei il mio ragazzo dopo essersi avvicinato a noi due -grazie per quello che hai fatto e scusa se siamo stati degli stronzi- conclude -nessun problema; sono stata una stronza anch'io- continua sorridendo. Ci sediamo tutti sul divano e sulle varie sedie e poltrone scoordinate della casa del nostro migliore amico discutendo sul da farsi -beh che stiamo aspettando?- chiede Sarah -già andiamo a denunciarlo- continua Jasmine che è ormai entrata ufficialmente nel gruppo -si... andiamo- rispondo ancora leggermente incerta; devo dire di essere parecchio spaventata: che cosa succederà se mi ignoreranno ancora? se le prove non fossero sufficienti o non abbastanza chiare? cosa ne sarà di me e di Maggie allora? Durante il tragitto sul furgone di John B dallo chateau alla centrale migliaia di pensieri si fanno strada nella mia testa e inizio a sudare freddo, la testa mi gira e la vista è leggermente offuscata. -ehi stai bene?- chiede JJ sussurrando e mettendomi una mano sulla spalla -si..- rispondo fermandomi subito dopo sospirando -no,- continuo poi dicendo la verità -sono preoccupata J; che cosa succederà se mi ignoreranno anche stavolta? se non funzionasse?- chiedo abbassando lo sguardo -guardami,- dice facendomi puntare lo sguardo nei suoi occhi -funzionerà, ti ascolteranno- -e se non lo facessero?- chiedo ancora -allora scapperemo; io, tu, Maggie e chiunque vorrà venire con noi- risponde sorridendo -sei un idiota- rido a mia volta -un idiota che ti ama- sussurra serio nel mio orecchio facendomi zittire, metto le mani sulle sue guance e annullo il poco spazio che ancora ci divideva; proprio non riesco a capire come abbia potuto resistere tutto questo tempo senza di lui.

-Piccioncini siamo arrivati- annuncia Kie scendendo dal furgone ed aprendo la porta posteriore, scendo afferrando la mano del biondo subito dopo -andrà bene- sussurra lui ancora una volta, io annuisco ed entro con il telefono stretto nella mano libera seguita da tutti i miei amici questa volta più sicura che mai.

Mi avvicino al bancone e ci sbatto le mani sopra, l'agente è lo stesso dell'altra volta che appena mi vede fa una faccia annoiata e sbuffa prima di chiedere -come posso aiutarti?- -vorrei fare una denuncia- rispondo -lasciami indovinare, vuoi denunciare tuo padre vero?- chiede ridendo sotto i baffi -esatto- rispondo seria -senti, ti ho già detto che- inizia ma lo interrompo subito -ho le prove- la sua espressione cambia radicalmente diventando molto più seria e preoccupata -in questo caso seguimi- dice iniziando a camminare lungo lo stretto corridoio, io lo seguo e così fanno anche i miei amici ma l'agente si gira subito dopo e si ferma -solo tu- continua poi -d'accordo- rispondo lasciando la mano di JJ che è rimasta stretta alla mia per tutto il tempo -no! io vengo con te- dice lui -ehi, va tutto bene- comincio -ce la posso fare- continuo poi posandogli un bacio leggero sulle labbra rosee -sei sicura?- io annuisco e segua l'uomo di mezza età all'interno di una stanza in cui sono presenti già un'agente e un tavolo con delle sedie.

-Prego accomodati- mi dice la donna con l'uniforme che era già nella stanza mentre l'uomo esce chiudendo la porta alle sue spalle, faccio quello che mi è stato ordinato e mi siedo guardandola nervosa -perché sei qui?- chiede poi; la sua voce è gentile e mi mette tranquillità -voglio denunciare una persona per violenza domestica e abuso su minori- parlo rompendo il silenzio -e chi è questa persona?- -mio padre, Robert Hill- lei mi fa cenno di proseguire mentre scrive su un foglio tutto quello che sto dicendo -io e la mia sorellina Maggie subiamo violenze da quando eravamo bambine; da quando nostra mamma è morta e anche lei in precedenza aveva subito le stesse cose- -perché lo vuoi denunciare solo adesso?- chiede la donna che ho scoperto chiamarsi Melissa dalla targhetta sotto il suo distintivo -ci avevo già provato tante volte ma nessuno mi aveva mai ascoltata e presa sul serio- -e cosa è cambiato stavolta?- -ho le prove- rispondo facendo partire subito dopo la registrazione vocale; una volta terminata cala un silenzio tombale nella stanza riempito solo dal rumore della penna di Melissa.

Dopo minuti interminabili l'agente alza finalmente lo sguardo su di me e chiede -qual'è il tuo indirizzo?- io le rispondo e lei mi fa un cenno con il capo dirigendosi verso la porta, un secondo prima che potesse abbassare la maniglia chiedo -dove sta andando?- -a prendere tuo padre- risponde sorridendomi.

In questo momento realizzo che forse ce l'ho fatta, forse dopo tutto questo tempo e dopo tutti questi sforzi avevo ottenuto qualcosa: la libertà; forse sarei finalmente potuta essere completamente felice e anche Maggie; forse quel mostro di mio padre avrà finalmente ciò che si merita. Prendi questo, bastardo!

-ciao ragazz*, scusate se questo capitolo è uscito in ritardo ma come vi avevo già detto sono stata male, tra l'altro scusatemi anche se è leggermente più breve rispetto al solito. Spero comunque che vi piaccia e se è così vi ricordo di lasciare un commento e una stellina. A presto con un altro capitolo, cosa credete succederà? <3-

A single soul// Outer BanksDove le storie prendono vita. Scoprilo ora