(Separazione e ricongiungimento) Chapter 6

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Narrazione in terza persona (narratore esterno)

Prima o poi tutto ciò sarebbe dovuto finire e arriva il maledetto giorno. Yoongi e sua madre devono tornare a Daegu e Jimin è appena stato informato della separazione che avrebbero avuto a breve.

«Jimin ti prego non pensare che io non ti voglia bene. In queste due settimane sei diventato come un figlio per me, ma adesso ci dobbiamo lasciare e ti giuro che lo faccio solo per il tuo bene» dice la donna tra le lacrime, guardando il piccolo Jimin con un musetto triste.

Jimin dopo un po' inizia a piangere e si butta tra le braccia della donna. La signora gli accarezza la chioma bionda, piangendo anche lei.

«Andrai a vivere da una vecchia amica dei miei genitori e suo marito. Sono delle bravissime persone. Vedrai! Starai benissimo con loro. Ok?» conclude, mentre continua ad abbracciare Jimin.

«Ok...» risponde molto flebilmente Jimin, alla donna.

«Ti prego, non piangere... Torneremo a trovarti» dice la donna sorridendo, asciugando con cura le lacrime del bambino biondo.

Dietro un angolo c'è Yoongi che sta ascoltando tutto, seduto e ranicchianto, con le ginocchia portate fino al petto. Si copre il volto e dei singhiozzi silenziosi vengono lasciati dalla sua figura.

Dopo un po'...

Jimin, Yoongi e sua madre sono arrivati con la macchina davanti alla casa dell'amica dei genitori della donna. Quella sarebbe stata la nuova famiglia del bambino biondo.

Il bambino scende dalla macchina con la madre di Yoongi che gli aiuta a scaricare una valigia di cose che lei stessa ha preparato per Jimin, visto che comunque ha perso tutto durante l'incendio.

«Jimin, mi raccomando fai il bravo, mh? Noi torneremo a trovarti» dice la madre di Yoongi al bambino biondo.

«Ok...» ripete di nuovo molto flebilmente per poi abbracciare di nuovo la donna.

Yoongi scende dalla macchina con lo sguardo basso, per salutare Jimin. Non è per niente contento di questa separazione. Inizia di nuovo a piangere.

«Yoon, ti prego non piangere. Se tu piangi anche il tuo piccolo Mochi lo fa» dice Jimin. Yoongi ridacchia a quell'affermazione.

«Mochi, dove è la collana con la conchiglia?» chiede Yoongi.

Jimin la tira fuori da sotto la maglietta. Yoongi, con un pennarello ci scrive sopra una "Y". «Fai anche tu la stessa cosa, scrivendo una "J"» dice. Jimin annuisce ed esegue questa azione. «Mi prometti che non toglierai mai questa collana? Mi prometti che ti ricorderai per sempre di me» chiede.

«Ti prometto entrambe le cose e anche una terza cosa. Ci rivedremo. Anche se dovessimo perdere i contatti... Ti cercherò fino a quando non ti troverò» dice Jimin. Si abbracciano e alla fine si separano per rivedersi, chissà quando.

Passano giorni, settimane, mesi e anni. Jimin cresce, ma del ritorno di Yoongi nemmeno l'ombra.

All'inizio la nuova famiglia di Jimin era molto buona e comprensiva con lui perché aveva subito davvero una bruttissima esperienza e anche una grossa perdita. Ogni notte faceva terribili incubi e non c'era modo di placarli.

Però crescendo, loro si incattiviscono con Jimin e, raggiunti quasi i diciotto anni, decidono che al compimento della maggiore età lo avrebbero tolto dalla scuola, per farlo lavorare e aiutare il padre nel lavoro domestico. Tagliare la legna, battere il ferro eccetera.

La nuova famiglia di Jimin aveva perso molti soldi e avevano bisogno di aiutanti, o meglio mano d'opera.

Oltre a voler obbligare Jimin a far qualcosa contro la sua volontà, egli subiva spesso violenza nei suoi confronti, sia dalla madre che dal padre. Veniva picchiato e non poche volte, se si opponeva a qualche loro richiesta.

❤️LONG TIME NO SEE ~ YOONMIN❤️ @taekook5bts Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora