Chapter 3

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Ilsole caldo era appena tramontato dietro le montagne dell'isola diYorokobi. Miyu aveva appena preso le sue pastiglie, ed era pronta perpartire. La sorella aveva preso qualche spicciolo dal tavolo dellapiccola cucina giusto per sopravvivere. La madre aveva in mano il suofazzoletto ricamato, mentre asciugava le lacrime con le mani. "Stateattente" continuava a ripetere. La più giovane annuiva sorridenteper cercare di tranquillizzare la donna. Yoshino annuì a sua voltapoco convinta. La donna aprì la porta alle sue figlie lasciandoleuscire. Le due ragazze cominciarono ad incamminarsi verso il portodella loro città, da dove sarebbe partita la nave tra qualche ora.La casa delle due non era molto lontana, quindi ci misero circa dueminuti di camminata per arrivarci. Il porto di Shio era molto grande,potevi facilmente perderti. Li vi era anche il mercato del pesce ognilunedì e giovedì. C'era una bella vista sul mare, e poteviaddirittura farti il bagno. Era lì dove Miyu cercava sempre dinuotare per scappare via. Le due incominciarono a camminare in giroper il porto a cercare quella nave. Voi penserete che, dato che nonsi può uscire da quest'isola non ci siano navi, e per questo visbagliate. Il porto ne era pieno, ma erano solo da esposizione, perfar vedere alla gente che la loro isola possiede cose di moltovalore, come quelle navi mandate dagli dei. Ovviamente eranosorvegliate ventiquattro ore su ventiquattro, e erano sprovviste diqualunque dispositivo per farle partire. Dopo aver vagato per ilporto per quasi un ora, finalmente trovarono quella barca. Era moltogrande, con una sirena che batteva sul davanti. Non vi erano finestree nemmeno un terrazzo, solo un grande spazio per inserire le merci.Sulla destra della barca si poteva leggere "Tsuyo" che le duegiovani credettero fosse il nome della nave. Le ragazze notaronodavanti alla barca tante scatole di legno e altre in metallo. Non eramolto sorvegliato, c'erano poche guardie, che in quel momento stavanoleggendo dei fogli controllando le merci. Le due ne approfittaronoquindi. Con un movimento fulmineo esse corsero dietro una scatola dilegno. Da essa usciva l'odore di mele appena colte. La rossa stavamorendo di fame, quindi di nascosto ne prese due o tre e le misenella sua borsa dove vi erano i soldi e la medicina. Cercò diprendere quelle più piccole, dato che quelle grandi non ci stavano.La più grande si sporse leggermente per osservare il territorio.Dopo essersi assicurata che nessuno le stava guardando, la ragazzaprese per mano la sorella iniziando a correre fino a raggiungere unaltra scatola in legno più avanti. Mancava poco per raggiungerel'interno della nave. La castana si sporse nuovamente per guardare, eriprese a correre raggiungendo l'interno della nave nascondendosi infondo tra due scatole. "Ce l'abbiamo fatta" disse Yoshino facendoun sospiro di sollievo. La sorella annuì rilassandosi anche essa.Tirò fuori dalla borsa le sue medicine e le prese in un sol boccone,dopo di che si appoggiò alla scatola di legno dietro di sé.Dall'odore che proveniva pareva fosse piena di spezie, per esempio lapaprika o il rosmarino. Emaneva un odore molto forte, nonostantefosse coperta da un telo. Le due incominciarono a parlare comefacevano sempre, della scuola o della famiglia. Ad un certo punto sìsentì un rumore di passi arrivare verso di loro. La più grande sisporse per vedere, e vide una guardia. Le due si fecero prendere dalpanico, non sapendo più che fare. Le avrebbero scoperte così? Larossa iniziò a tremare e a coprirsi la bocca con la mano, sudando.Anche la sorella era nel panico, si copriva la faccia con le manipregando di non essere scoperte. Ad un tratto le due sentirono unamano prendere la loro trascinandole via. Le due si ritrovarono dietroaltre scatole più in fondo, coperte da altre. Probabilmente leavevano messe prima, per questo ce ne erano di più. La guardiaarrivò davanti alle scatole dove erano prima le ragazze. Si fermò,guardandosi intorno e appoggiando una scatola tra le due dove sierano nascoste. Dopo iniziò a camminare via. Aveva appena raggiuntola porta, ma all'ultimo si tolse il cappello mostrando la sua testacompletamente pelata e girandosi. Diede un ultima occhiata allescatole per poi uscire chiudendo il grosso portone, probabilmenteavevano finito di riempire quella parte. Non appena la porta sichiuse con un grosso tonfo, le due giovani finalmente si rilassarono,ma restava ancora un dubbio. Chi le aveva salvate? "Potreste anchedire grazie eh". Una voce maschile abbastanza profonda le feceriportare alla realtà. Le due si girarono verso la provenienza dellavoce e videro una cosa inaspettata.

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