Questa mattina porta con sé una pace cupa;
Il sole per tristezza non mostrerà il capo.
Perchè mai vi fu storia più dolorosa di questa di Giulietta e del suo Romeo.
FineEmma chiuse il libro e si asciugò una lacrima di commozione, poi prese ad accarezzare la copertina con gentilezza. Passò le dita sulle lettere in rilievo che formavano il nome di William Shakespeare, poi si rigirò Romeo e Giulietta tra le mani. Fece scorrere velocemente dalla prima all'ultima pagina, chiudendo gli occhi per godersi a pieno il venticello profumato di carta. Le sue labbra si allargarono in un sorriso mentre poggiava il libro accanto al letto e si rigirava su se stessa per spegnere la luce.
Giacque sveglia nel buio per diversi minuti, rivivendo nella propria testa le scene di cui aveva appena letto. Era la terza volta che rileggeva quel libro, era la terza volta che sognava ad occhi aperti fra quei versi. L'amore perfetto...
Emma aveva ventuno anni e frequentava l'università alla facoltà di biologia marina, ma faceva la cameriera part-time al bar sotto casa per guadagnare qualcosa. Non era un luogo molto frequentato, perciò la ragazza poteva studiare anche sul lavoro. Armeggiava con libri e quaderni da appunti finché non udiva lo scampanellio della porta che si scontrava con la campana a vento appesa al soffitto. A quel punto era subito pronta ad accogliere con fare gentile i nuovi clienti.Emma aveva capelli lisci, lunghi, castano chiaro che portava sempre legati in uno chignon un po' spettinato, il mento leggermente pronunciato e gli occhi verde chiaro.
Amava i cetacei, la lettura, la sua macchina fotografica a rullino, studiare e leggere all'ombra o perfino a cavalcioni sui rami di un grande albero, la musica classica, anche se una delle poche cose di cui si vergognava era il fatto di essere decisamente stonata; adorava il caffè zuccherato durante lo studio o di prima mattina, e sognare tra le righe di un'opera shakespeariana o di un romanzo d'amore.Odiava invece i clienti che le porgevano il cappotto senza neanche degnarla di uno sguardo (ai quali serviva un caffè eccessivamente forte o troppo annacquato) anche se quel luogo non era di lusso e non prevedeva che fosse la cameriera ad attaccare il cappotto all'appendiabiti; i clienti che aspettavano che lei guardasse per lasciare la mancia e lanciarle un sorriso ammiccante, i ragazzi belli e scemi che flirtavano con lei in modo palese dopo solo uno sguardo alla sua schiena e i libri scritti male e talvolta perfino sgrammaticati: gentile scrittore, pensava, se non sai scrivere, non scrivere, e poi, simpatico editor, se non sai leggere, cambia lavoro! Ma soprattutto, cara casa editrice, se un libro è oggettivamente brutto, non lo pubblicare!
Queste cose le davano veramente i nervi.Infine, Emma si addormentò con ancora dietro le palpebre le melodiche parole di Giulietta e i dolci monologhi di Romeo.
Il giorno seguente era domenica.
Emma si svegliò di buon umore e si sciacquò il viso con l'acqua fresca. Indossò subito una canottiera verde salvia e dei pantaloncini beige e senza esitare un attimo si avviò verso la biblioteca, con Romeo e Giulietta sottobraccio. Si fermò al chiosco dove lavorava per prendersi un veloce e zuccherato caffè, dopodiché riprese la camminata decisa e spensierata verso la sua meta.
La biblioteca era il piano terra di un palazzetto anni '40 di due piani. L'insegna e la cornice della doppia vetrina erano di legno verniciato dello stesso colore della canottiera di Emma, verde salvia. Le vetrine erano strette e basse, passavano inosservate perfino dal marciapiede. Il signor Montile era l'anziano proprietario che viveva al piano di sopra, era un uomo sulla settantina ma aveva ancora una posizione molto eretta e sfumature di nero tre i capelli e la barba grigi. Era solito vestire camicie a quadri e pantaloni con le bretelle, e un paio di occhialetti tondi con la montatura argentata.
"Buongiorno, signor Montile" esordì Emma sulla porta. Il bibliotecario fece capolino da dietro una libreria, entusiasta della visita della sua cliente prediletta. Emma mostrò un sorriso luminoso.
"Posso entrare?" Chiese nonostante fosse una domanda che non necessistava una risposta.
"Ma certo, ma certo! Entri pure e faccia come fosse a casa sua!" Rispose il Signor Montile euforico.
Emma varcò la soglia e posò Romeo e Giulietta sul banco al centro della piccola stanza. Le pareti erano interamente coperte da scaffali zeppi di libri.
"È una fortuna che la sua biblioteca sia aperta anche di domenica, se non fosse così non saprei che fare"
Commentò la ragazza - a voce abbastanza alta poichè il bibliotecario era un po' debole d'udito - mentre scorreva con lo sguardo tutti i titoli della pila dei libri da poco riconsegnati.
"L'unica in tutta la regione ad essere aperta!" Si vantò con fierezza il vecchietto mentre sistemava alcuni libri in ordine alfabetico. Emma sorrise divertita. Ma poi i suoi occhi si fecero meno allegri:
"È un peccato che non tutti riescano ad apprezzare il suo lavoro" commentò.
"Eh, lo penso anche io. Ma ormai ce ne siamo fatti una ragione, no? È la cultura, signorina, la cultura che sta scomparendo"
Il signor Montile raggiunse Emma al banco e accese la lampada, anch'essa verde, nonostante la luce del giorno illuminasse l'intera stanza.
Il bibliotecario sospirò, per poi rianimarsi in una nuova domanda:
"Cosa prende oggi, signorina?"
Emma aveva finalmente estratto un libro dalla pila di quelli appena riconsegnati.
"Continuo con Shakespeare, è da un sacco di tempo che non leggo Sogno di una notte di mezza estate, credo che prenderò questo"
Detto ciò sollevò la copertina, dietro la quale si trovava il registro. Prima di porgerlo al signor Montile non potè fare a meno di notare una cosa.
"Questo è strano" affermò con la fronte corrugata mentre afferrava Romeo e Giulietta e osservava il registro anche di quello. Trovò quello che cercava e rise.
"Cosa c'è?" Chiese il bibliotecario.
"Oh, niente" disse Emma continuando a ridere piano.
"Solo una particolare coincidenza: un altro misterioso amante di Shakespeare ha preso i miei stessi libri subito prima di me".•●•●•●•●•●•●•●•●•●•●~◇~●•●•●•●•●•●•●•●•●•●
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Tuo, Shakespeare
RomanceEmma è una ragazza semplice, che sogna dietro ai versi delle opere di Shakespeare. Un giorno si accorge che c'è qualcuno che prende in prestito alla biblioteca gli stessi suoi libri, subito prima che li prenda lei. Quando comincia a indagare su ques...