"DEVO. ASSOLUTAMENTE. INCONTRARLO!" Scandì Emma entrando nella biblioteca.
Il signor Montile fece un sorriso un po' rassegnato e scosse la testa.
"Mi dispiace signorina, anche lui lo vorrebbe tantissimo, ma non... non si sente ancora pronto".
"Bè, se sei qui, PREPARATI, OK? PERCHÈ NON POSSO PIÙ ASPETTARE, CAPITO??!!"
Urlò Emma agli scaffali che terminavano nell'oscurità della stanza.
Montile rise, una risata educata e contenuta.
"Ha lasciato questo libro" porse a Emma l'ultimo sulla pila dei riconsegnati.
"Storia di una ladra di libri" lesse la ragazza.
"Mi ricordo di averlo letto quando avevo tredici anni. Non smettevo più di piangere"
Emma parlò quasi al libro, accarezzandone la copertina.
Uscì dalla porticina verde salvia, persa nei ricordi.*
Shakespeare si ritrasse dietro lo scaffale dal quale stava sbirciando. Aveva risentito la sua voce, l'aveva potuta rivedere. E ora era LEI che voleva vedere lui. Tirò un lungo sospiro. Quando Emma aprì la porta una folata di aria fresca arrivò fino alle sue guance. Storia di una ladra di libri... anche lui lo aveva letto a tredici anni. Anche lui non smetteva più di piangere alla fine.
Si ritrovava in un certo senso in Liesel, la protagonista. Lei aveva perso tutte le persone a lei care. Lui no, ma aveva perso qualcosa di molto importante, e quel qualcosa aveva cambiato la sua vita cinque anni prima. Pensando a Liesel però si sentì fortunato e fu una bella sensazione. Liesel aveva perso la famiglia vera, i genitori adottivi, il migliore amico e i vicini di casa: tutte le persone che le erano care. Lui aveva ancora sua madre, suo padre, sua sorella. In un certo senso, era fortunato.
"Te l'ho detto e te lo ripeto: ti devi decidere a incontrarla. Mi dispiace dirtelo, ma questa storia è durata fin troppo, stai facendo impazzire quella povera ragazza. Devi prendere coraggio! Ha già scoperto Tommaso, ci metterà poco a scoprire te. Emma è troppo intelligente per te, sai."
La voce momentaneamente squillante di Montile lo riportò alla realtà. Gli rivolse un sorriso divertito.
"Sì, nonno, fra poco" Shakespeare si allontanò lentamente, addentrandosi nel retro della biblioteca, dove si trovava l'appartamento di suo nonno.
"Eh, fra poco, fra poco... dici sempre così" gli urlò dietro il bibliotecario. "Ogni cosa a suo tempo, ragazzo, e il tempo dei biglietti è finito!"
Shakespeare alzò gli occhi al cielo sorridendo.*
Emma neanche sfogliò le pagine del libro. Lo prese semplicemente per prima e quarta di copertina e lo scosse a testa in giù. Poi si ricordò che il post-It era adesivo e che perciò non sarebbe caduto. Stava richiudendo il libro ridendo della propria sbadataggine quando qualcosa cadde veramente dalle pagine. Emma si accasciò per raccoglierla e si accorse che era un fiore pressato. Una rosa, una rosa rossa.
Emma si sedette e la osservò commossa. Forse alla fine le piaceva ancora questa sorta di gioco, di commedia.
Decise che avrebbe riletto Storia di una ladra di libri. Provò a evitare le lacrime alla fine, sul serio, ci provò. Ma non ci riuscì. Il modo in cui l'autore rende tutto così ironicamente triste rende la storia più commovente di quanto sarebbe se fosse descritta semplicemente con parole tristi. Ma Emma non piangeva solo per quello.
Il biglietto che aveva trovato a pagina 103 aveva mandato nel pallone il sistema emotivo della ragazza, già di per sé confuso come non mai.
Dopo le parole del libro"Il buio, la luce.
Qual è la differenza?"si trovava il solito post-It:
Tu.
Tu fai la differenza tra buio e luce.
Tuo, ShakespeareCome già specificato prima, a queste parole il cervello di Emma impazzì.
La scena, a dire il vero, fu abbastanza comica: "Ohhhhhh" si lamentò la ragazza con una smorfia piena di lacrime. Non ne poteva più di piangere, non era abituata a tutta questa emotività.
In quel momento il campanello suonò. Emma si alzò e, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto, aprì la porta. Si trovò davanti Anna, la vicina di casa, che portava, oltre che un grande sorriso, un vassoio di plastica tra le braccia, pieno di pasticcini di vario tipo. Emma fu invasa da un ennesimo moto di emotività, stavolta di affetto nei confronti della vicina: "Ohhhh" si lamentò di nuovo, e poi abbracciò Anna sporcandosi tutta la maglietta di panna.
Anna fece un'espressione stranita e spiegò che era venuta per ringraziare del fiore che Emma le aveva regalato qualche giorno prima.
"Sì, sì...snifff" sospirò Emma "Che pensiero dolce... Entra, entra"
"Ti senti bene?" Domandò Anna.
"Oh... intendi perché sto piangendo? Oh, no, non è niente, solo... solo che... ohhhhh, lui è così bravo con le paroleeee" Emma strizzò gli occhi mentre si soffiava il naso.
Anna posò il vassoio sul tavolo. Cominciava già a venirle da ridere per la situazione di Emma. Ora che aveva scoperto che piangeva per una cosa bella, lo stato della ragazza era proprio divertente.
"Chi? Chi è bravo con le parole?" Chiese.
"Shakespeare" disse Emma con una vocina da bambina, nascondendo il viso nel fazzoletto accartocciato.
"Oh, bè..." Anna cercò di trattenere una risata "È risaputo che William Shakespeare sia bravo con le parole, cara"
"Ma no, ma no, non lui: Shakespeare" la ragazza indicò il libro ancora aperto.
Anna osservò per qualche secondo il biglietto:
"Qualcuno ti ha scritto questo biglietto?"
"Siiii" pianse Emma.
"E questa persona si chiama... Shakespeare?"
"Ma no, ma no... o almeno non credo, io lo chiamo Shakespeare perchè lui si firma così"
"Non sai il suo nome?" Domandò Anna alzando un sopracciglio.
"Il fatto è... il fatto è che..."
"Il fatto è che??"
"Che io non l'ho mai vistoooo" si lamentò Emma. Dopodiché raccontò alla vicina, fra pasticcini e fazzoletti, tutta la storia.
La donna le consigliò di prendere la faccenda con calma e di aspettare con pazienza che Shakespeare fosse pronto a incontrarla."Hai idea del perché non voglia farsi vedere?"
"No... purtroppo no. So solo che io lo vorrei incontrare anche se fosse un ottantenne con quattro braccia e due teste" disse.Ciao ha tutti! Rivelazioneeeee: il mittente è niente meno che il nipote del mitico signor Montile! Che ne dite? Se non siete d'accordo con questa decisione scrivetelo nei commenti!!
In più Emma non ce l'ha fatta più e ha deciso di raccontare a qualcuno di questa storia. Non si sarebbe mai aspettata, però, che questa persona sarebbe stata proprio Anna, la vicina silenziosa e introversa. Non so perchè ho scelto lei, ma mi è venuto come illuminazione e ho deciso che mi piaceva come idea.
P.S. vi consiglio veramente "Storia di una ladra di libri", anche se (opsss) in questo capitolo ho spoilerato la fine, ma credetemi che è proprio un libro che prima o poi va letto.
STAI LEGGENDO
Tuo, Shakespeare
RomantikEmma è una ragazza semplice, che sogna dietro ai versi delle opere di Shakespeare. Un giorno si accorge che c'è qualcuno che prende in prestito alla biblioteca gli stessi suoi libri, subito prima che li prenda lei. Quando comincia a indagare su ques...