Momenti di trascurabile (o forse intrascurabile) felicità

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Anna era andata via e Emma aveva letto fine a notte fonda, saranno state forse le due, fino a che non aveva finito il libro. Era seduta sulla scomodissima panchina di legno che si trovava tra il muro e il tavolo della cucina. Il fatto di stare scomoda in quel momento era quasi piacevole. Era come se la sua schiena le dicesse "Ehi. Ehi, alzati. Cosa c'è, vuoi stare col mal di me per altri tre giorni? Alzati. Che importa se non hai finito il libro, alzati. Lo so che ti mancano solo trentaquattro pagine, ma non mi frega niente: alzati. Lo finisci a letto. Ahhh il letto. Comodo, soffice letto. Perchè non andiamo sul letto? E dai, alzati da questa cavolo di panchina", ma per il resto era bello. La luce calda dava un senso d'inverno, di Natale, fuori pioveva la classica pioggerellina autunnale e faceva anche un po' freddo. Tutto ciò per qualcuno può essere fastidioso, ma per Emma era una come una coccola riservata a lei dalla luce, dal cielo bagnato e da quella maledettissima panchina scomoda.
Però quando si sdraiò sul letto, un attimo prima di addormentarsi, sentì la sua schiena dire "Alleluja"

La volta seguente che si recò in biblioteca fu come se fosse tornata da un lungo viaggio. Infatti si era assentata per tre giorni dal suo solito luogo di conforto, perchè doveva assolutamente riprendere a studiare decentemente per il prossimo esame.
Quando aprì piano la porta e fece capolino disse:
"Posso entrare?" Come al solito.
Vide il signor Montile alzare la testa e illuminarsi.
"Oh, signorina!!" Urlò "Non può immaginare quanto ci sia mancata!"
Emma rise grata di quell'affermazione.
"Ci?" Chiese poi
"M-ma certo, ci: a me e... e ai libri!"
Cercò di recuperare Montile. Poi porse a Emma un piccolo libro, un espressione orgogliosa sul viso, forse anche soddisfatta.
"L'ho tenuto da parte per lei per tutti questi giorni, non potevo rischiare che qualcuno lo prendesse!" Borbottò poi tutto fiero di sè.
"Questo dovrebbe essere l'ultimo" aggiunse poi, con la cura con cui si rivela un segreto.
Emma lo guardò, apprensiva. Ringraziò e tornò a casa, senza prima lanciare uno sguardo veloce alla penombra in cui terminavano chissà dove gli scaffali.

                                   *
Avrà sentito il mio respiro, si disse Shakespeare ritraendosi dietro allo scaffale di scatto, quando Emma guardò proprio nel punto in cui si trovava la sua testa un attimo prima.

"Questo dovrebbe essere l'ultimo" aveva detto suo nonno. Sì, sarebbe stato l'ultimo libro. Se avesse avuto il coraggio di renderlo tale.
                              
                                  *
Momenti di trascurabile felicità. Questo era il nome del libro. Un libro piccolo, del genere che si legge in mezz'ora. Parla di tante piccole cose che trasmettono all'autore piccole felicità, felicità trascurabili. La maggior parte del libro è comica, Emma si trovò a ridere diverse volte (come alla frase "Il fatto che l'aloe è vera"). Il post-It era a pagina 111. Tanto per cominciare, il fatto che fosse proprio a pagina 111 accendeva in Emma una piccola, trascurabile felicità: triplo 1. Qualche anno prima la ragazza aveva avuto un periodo nel quale ogni volta che apriva una pagina a caso di un libro o leggendo, per caso controllasse a quale pagina si trovava, il numero conteneva almeno due cifre uguali fra loro (p.422, 121, 355...).

Il post-It era attaccato proprio accanto a una frase singola, ovvero
La certezza che non avrò più sedici anni

Questo era ciò che il post-It riportava:

Questa è una delle più
corte frasi di questo libro.
Per l'autore è una trascurabile felicità,
ma per me è un'intrascurabile dolore.
So per certo che non avrò più sedici anni,
mai più. Ma quanto vorrei poterne avere all'infinito. A diciassette anni ho vissuto un'esperienza che mi ha cambiato completamente la vita.
Ecco, di questa esperienza vorrei parlarne
di persona. Vorrei dirti tante cose di persona.
Emma... mi vorresti incontrare?

Emma spalancò la bocca. Senza volerlo, fu proprio la sua mascella a cadere da sola per la sorpresa.

"Sì! Sì SÌ" Emma pronunciò la parola sempre più forte, guardandosi intorno, come se Shakespeare fosse proprio lì nel suo salone ad attendere una sua risposta. Quando, chissà come mai, nessuno rispose, Emma controllò copertina e retro del libro, frontespizio, alette, in cerca di un altro biglietto. Ma alla fine trovò quello che cercava sul retro del post-It originale.

Ciclabile Narni-San Liberato
Borgo di Stifone
Se vuoi, io sarò lì alle 10 di domenica prossima, sul ponte sul fiume

Emma guardò in fretta l'orologio: erano le 12:45 di sabato. Con un calcolo veloce si rese conto che aveva ancora ventuno ore e quindici minuti prima dell'appuntamento e si tranquillizzò un poco. Ma la sua mente non smetteva di girare per quell'intrascurabile felicità.

Ciao di nuovo! Scusate le note frequenti, ma volevo fare un piccolo commento anche su questo libro: Momenti di trascurabile felicità. Ci sono molto legata anche se non l'ho letto. Mia madre mi legge alcune frasi scelte da lei quando sto male, solitamente intorno alle quattro del mattino, se mi sveglio per il mal di testa o cose simili. Detto questo basta, ci tenevo solo a dirlo. Come al solito spero che vi stia piacendo la mia storia, grazie per la lettura

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