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Mi sono reso conto di esser capace di amare troppo tardi. Mai avrei pensato di poter cedere a un sentimento tanto crudele. Mi resi conto che il cuore accelerava il suo battito senza un motivo vero e proprio, mi resi conto che il respiro mancava, ma non perché fossi sott'acqua, oh no, io ero in superficie, con i piedi sulla terra e l'aria che mancava. Era ciò che mi causava quel sentimento crudele.

Mi resi conto di amare una persona troppo tardi, mi resi conto che non potevo più tornare indietro, di non poter dire ciò che provavo a colui che amavo, tanto travolgente e soffocante questo sentimento, talmente tanto che, una volta provato e perso, desideri di non ritrovarlo. L'amore, che sentimento inutile, perché amare? Così mi chiesi se fosse giusto ciò che provavo, lo era? Boh, chi lo sa, io di certo no.

Mi accorsi che le labbra si piegavano in su inconsapevolmente, che gli occhi si inumidivano e che le mani tremavano, tutto questo per cosa? Un sentimento, un'emozione? Che crudele oserei dire, che crudeltà far provare tutto ciò.

Ora però di crudele ci sono io, che ti vengo a dire queste cose, di nascosto, ma con il cuore in mano.

Allora, mi ami?

...

Il muro delle confessioni così veniva chiamato quel vecchio muro in pietra dove chiunque si sentisse di confessare qualcosa attaccava un foglio, una foto, un oggetto, un qualcosa che alleggerisse quel suo cuore in frantumi, il cuore reso macigno dai sensi di colpa.

Il ragazzo doveva passare di lì ogni santo giorno per recarsi a lavoro. Ogni tanto, quando l'autobus tardava la propria corsa, lui si fermava a leggere qualche confessione, ogni tanto sorrideva per ciò che veniva scritto, come la confessione che aveva letto la mattina precedente, una ragazza si scusava con il fratello per aver finito la Nutella e la confessione era stata scritta proprio sull'etichetta di quest'ultima, come a screzio. C'erano volte, invece, che si sentiva stringere il cuore per qualche amore incompreso o perso nel tempo o per qualche perdita fisica, come di un nonno o un genitore.

Quel giorno il ragazzo attese per dei lunghi minuti l'autobus e così voltò le spalle in direzione della strada e cercò con sguardo curioso qualche dichiarazione da leggere.

Gli occhi gli caddero su un biglietto stropicciato, giallognolo ormai, chissà da quanti anni attendeva di venir scoperto e sotto i raggi caldi del sole aveva preso quel colore sbiadito.

Fece scorrere il dito su quelle parole e si soffermò ogni tanto per comprendere un qualche termine cancellato dal tempo. Sorrise, un altro amore non corrisposto. Un uomo innamorato della moglie del cugino.

-crudele- pensò il ragazzo scuotendo la testa.

Altri biglietti incorniciavano quel pezzetto di carta ingiallito. Con varie scritture e calligrafie diverse creavano un bell'insieme di sfaccettature di pensieri e confessioni. Alcune divertenti, altre alla stregua dell'impossibile e altre ancora malinconiche.

Ho barato al gioco a carte "Uno" con un bambino di sei anni, ma aveva già vinto undici partite di fila, meritavo anche io una gioia

Credo di essere morto e rinato stanotte, è possibile?

Mi chiedo se averti trovato e perso sia stato più doloroso della possibilità di non averti incontrato mai

Vorrei ballare sotto la pioggia con il mio amico d'infanzia, ma lui non credo proverà mai qualcosa per me.

Si girò di nuovo verso la strada, appena in tempo per vedere l'autobus fermarsi davanti alla banchina. Annuì e strinse le labbra. Fece scorrere la mano sullo spallaccio dello zaino, sentendone la ruvidità sui polpastrelli, e salì sul mezzo di trasporto pieno di gente. Si affacciò al finestrino e vide un altro ragazzo leggere quegli stessi biglietti e poi scriversi qualcosa su di un quadernetto.

Attraverso la tua letteraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora