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Eren correva come un ossesso. Correva e faticava, correva e gli mancava il fiato, ma doveva sbrigarsi perché altrimenti avrebbe fatto tardi all'appuntamento. Arrivò con il fiatone, ma quando guardò il cielo si accorse di aver fatto in tempo, anzi addirittura era in anticipo. Ne fu felice, riprese fiato e si poggiò con la spalla contro il muro di pietra che si ergeva alto al suo fianco. Era fresco e quella sensazione contro la sua spalla era piacevole. Il sole alto e caldo gli illuminava gli zigomi e la fronte leggermente imperlata di sudore ne rifletteva la luce.

Tirò fuori dalla tasca un biglietto stropicciato e lo rilesse. Quella era la sua calligrafia, scomposta, disordinata e un po' illeggibile. Sorrise e lo confrontò con un biglietto attaccato al muro. Alzò le spalle e rimise in tasca il foglio stropicciato.

Si sentì toccare la spalla. Un dito che picchiettava appena vicino il collo, lo fece rabbrividire, ma mai come ciò che vide non appena si girò. Si voltò lentamente con il cuore in gola e l'emozione che piano si faceva strada dalla bocca dello stomaco fino in superficie. Si girò e tutto si offuscò, divenne tutto confuso e irriconoscibile. Non capì cosa lo stesse circondando. Sembrava fitta nebbia arrivata all'improvviso senza preavviso, quella nube bianca che avvolge tutto e non ti permette nemmeno di vedere la tua stessa mano a un palmo di distanza dal naso.

"Sei tu il cercatore di emozioni?" quella voce fece nascere una scossa lungo la spina dorsale del moro che tornò con i piedi per terra. Si trovava nello stesso posto di un istante prima, ma il sole non c'era, al suo posto a brillare c'era la luna, alta nel cielo blu indaco. Si guardò intorno e non vide nessuno, dov'era la persona di poco prima?

Si girò verso il muro e notò dei biglietti nuovi, che non aveva visto poco prima. Che qualcuno fosse passato per attaccarli mentre lui era privo di coscienza?

Lesse il primo sul quale gli cadde l'occhio.

I tuoi occhi raccontano storie incredibili, mi sembra di tuffarmi nelle emozioni, come se potessero diventare palpabili sotto i polpastrelli... forse sono giunto dove volevo, ho trovato ciò che cercavo?

Abbassò lo sguardo e scosse la testa. Che era quel freddo pungente sulla pelle e sul collo? Si portò una mano dietro la nuca e sentì i capelli rizzarsi al passaggio delle dita. Si strofinò il dietro della testa e chiuse un istante gli occhi. Si ritrovò qualche metro di distanza, dietro l'angolo, sbirciava oltre i mattoni e osservava una persona che di nascosto attaccava i biglietti sul muro, istintivamente sorrise, ma in quanti al mondo non avevano il coraggio di dire ti amo alla persona amata? Scosse la testa e, non appena vide quella persona allontanarsi, preso dalla curiosità, si precipitò a vedere cosa avesse attaccato al muro. Si sentiva un mostro per esser andato a leggere cosa avesse scritto sul biglietto, ma infondo chi non l'avrebbe fatto? Tanto quella persona non lo sarebbe mai venuto a sapere.

Ci si può innamorare di un sorriso? Perché credo di poter esser felice semplicemente guardando quel sorriso sul volto della persona giusta... tu che ne pensi? Ti consiglio di continuare a cercare, non ti fermare, perché quando trovi ciò che eri destinato a trovare allora l'emozione che provi è qualcosa di inspiegabile.

Il moro aggrottò le sopracciglia e rimase per un attimo turbato da ciò che aveva appena letto. Come si poteva capire se l'emozione raggiunta era quella che si stava cercando o solo una futile copia? Roteò gli occhi e si girò di scatto, forse troppo velocemente perché la terra sotto i suoi piedi vacillò e lui si ritrovò avvolto tra spire nere come la pece.

Ancora una volta si ritrovò di fronte al muro, stavolta era pieno giorno e lui era in maniche corte e pantaloni jeans. Si guardò la mano, stringeva un foglietto, lesse le due righe scritte in modo quasi comprensibile e poi si morse il labbro. Era sicuro di ciò che stava per fare? Si guardò a destra e sinistra e poi, con fare sospetto, attaccò il biglietto al muro e fuggì.

Attraverso la tua letteraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora