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Eren aprì gli occhi, il sole era ancora alto nel cielo, ma piano stava assumendo i colori caldi del tramonto. Che evento fantastico, uno spettacolo che gli veniva donato ogni singolo giorno. Un grande evento gratuito per gli occhi di tutti, di tutti coloro che alzavano lo sguardo nel momento giusto beandosi dei colori che da accesi diventavano caldi e scuri.

Sorrise contro il cielo consapevole che quell'atto finale del sole era visibile in tutte le parti del mondo, che fossero orari differenti non era un problema, il sole, quella stella fin troppo vicina, lo donava a chiunque, ricchi e poveri, vecchi e bambini, innamorati e soli, lui non faceva discriminazioni.

Si sentì toccare la spalla. Un dito che picchiettava appena vicino il collo, lo fece rabbrividire, ma mai come ciò che vide non appena si girò. Si voltò lentamente con il cuore in gola e l'emozione che piano si faceva strada dalla bocca dello stomaco fino in superficie. Mise a fuoco la persona che si ritrovò di fronte e la prima cosa che vide furono due grandi occhi color del cielo. Quell'azzurro che non nasconde malignità o avarizia. Quegli occhi gli sorridevano sinceri.

"Sei tu il cercatore di emozioni?" quella voce fece nascere una scossa lungo la spina dorsale del moro. Annuì mandando giù la poca saliva che gli rimaneva. La gola si seccò e quasi perse l'uso della parola. Si passò la lingua sulle labbra e riprese a sorridere.

"tu sei l'amante incompreso" non fu una domanda, bensì un'affermazione. Non aveva dubbi fosse lui il ragazzo che aveva lasciato tutti quei biglietti sul muro delle confessioni. Lanciò uno sguardo al suo ultimo biglietto attaccato lì e sentì le guance arrossire. Quel suo messaggio, per il quale aveva dovuto ubriacarsi per trovare il coraggio di scriverlo, era giunto a destinazione e aveva compiuto il proprio dovere.

Il ragazzo biondo si morse l'interno della guancia, l'aveva trovato, il suo salvatore, colui che, nonostante non lo conoscesse, gli aveva allungato la mano e l'aveva preso al volo dal precipizio sul quale si trovava, appena prima di perdere l'equilibrio e cadere nelle profondità del nulla più totale.

Sorrise, mostrò la propria espressione più bella e vide gli occhi di Eren brillare a quella vista.

"io mi chiam..." provò a parlare il biondo, ma venne fermato appena prima di terminare la frase. Avrebbe voluto presentarsi, dire che il suo nome era Armin, ma il moro non era d'accordo.

"non voglio sapere il tuo nome, mi piaceva l'idea degli sconosciuti dei biglietti"

Armin inclinò la testa di lato e si lasciò uscire una risata calorosa. Socchiuse gli occhi e per un istante perse di vista quel suo amico di penna. Il moro allungò il braccio e gli pizzicò la guancia gonfia, lo fece sussultare appena, ma quel gesto lo trovò dolce e scherzoso, proprio come colui che scriveva quei biglietti, il cercatore di emozioni.

"allora, amante incompreso, cosa ti piacerebbe fare?"

Il biondo storse la bocca e sollevò lo sguardo immergendolo nel tramonto che piano piano si faceva sempre più scuro, andando incontro all'inevitabile notte. Il moro notò subito quando Armin decise cosa fare, i suoi occhi si illuminarono e la bocca si sfessurò, mantenendo sempre però il sorriso sincero.

"c'è un posto dove vorrei andare"

"dove?" il moro si avvicinò per scorgere quella gioia infondo allo sguardo del biondo.

"c'è una ruota panoramica che aprono di notte perché da quella si vedono l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore. Sono le costellazioni che mi piacciono di più e beh..." sfuggì per un attimo allo sguardo di Eren, arrossì appena e si morse il labbro per l'imbarazzo "...anche le uniche che so riconoscere in cielo" ammise leggermente imbarazzato.

Attraverso la tua letteraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora