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Il ragazzo dai capelli chiari come il sole scosse il moro e gli fece riaprire a forza gli occhi dai quali sgorgavano copiose lacrime. Con il movimento appena compiuto la sciarpa, dalla trama pesante, cadde lungo il collo scoprendogli il naso e la bocca rosata. Cercò di specchiarsi in quelle iridi color smeraldo e per un attimo perse la capacità di respirare. Sentì i polmoni implodere e la gola stringersi. Scosse la testa, come a voler cacciare la nostalgia, e tornò con l'attenzione al moro che piano riprendeva colorito.

"p-perché?" chiese Eren provando a rimettersi in piedi. Poggiò la mano al freddo muro, ma quella non lo resse e lui ricadde sulle proprie ginocchia doloranti. Alzò lo sguardo e vide lo sconosciuto mordersi il labbro, quel gesto inconsapevole che si fa per trattenere parole, lacrime, segreti o frustrazione.

Il biondo alzò un sopracciglio facendogli disegnare un arco e si avvicinò con il viso al moro, ma questo aveva fatto ricadere l'attenzione sulle Vans blu consunte e si ricordò del perché quelle scarpe le trovasse perfettamente adatte alla figura di quel ragazzo.

[...]

"il tuo messaggio non era di certo dei migliori" lo canzonò Armin dandogli una leggera gomitata. Eren rise e circondò le spalle del biondo con il braccio, era abbastanza più basso di lui, più magro e fragile, ma tutte quelle caratteristiche facevano sì che a lui piacesse sempre di più. Lo stava portando in un negozio che amava per comprargli un regalo, ma per invitarlo a vedersi prima del tramonto aveva dovuto escogitare un modo, un nuovo messaggio, che risultò poco comprensibile agli occhi del biondo.

Arrivarono di fronte al negozio di articoli sportivi e si fermarono un istante. Le porte scorrevoli si aprivano ad ogni persona e l'odore di vestiario e prodotti nuovi li invadeva ogni volta, facendogli già immaginare il momento in cui avrebbero varcato la soglia di quel negozio.

"siamo arrivati?" chiese curioso il biondo facendo un passo avanti e sfuggendo dalla stretta del moro, il quale si risentì un po' e subito tornò a circondargli le spalle con il braccio, come se avesse potuto scappargli in qualsiasi momento.

"vieni con me" lo invitò ad entrare e lo portò subito di fronte alla parete dove erano esposte tutte le scarpe appena prodotte. Fece passare rapidamente il proprio sguardo su ogni singolo paio di scarpe e poi, come se avesse avuto un'illuminazione, ne indicò uno e lo fece provare al biondo.

Armin si osservò allo specchio, quelle scarpe gli calzavano a pennello ed erano anche del suo colore preferito, erano perfette ed Eren non aveva dubitato nel fargliele provare. Si avvicinò piano al proprio riflesso e si sentì sinceramente felice, quel ragazzo riusciva a stupirlo sempre. Nonostante non si conoscessero da molto, nonostante ancora non sapessero i loro nomi o non si fossero scambiati i numeri di telefono, perché a detta di entrambi "scriversi tramite messaggi su pietra è molto più intrigante e misterioso", riuscivano a conoscersi a vicenda alla perfezione, come se fossero sempre stati amici di vecchia data.

Eren comprò quelle scarpe, delle Vans blu scure con l'interno verde acqua, e uscì dal negozio stringendo la mano del biondo, sempre per evitare che potesse sparire all'improvviso.

Giunsero davanti al muro delle confessioni proprio nel momento in cui il sole cominciò la propria discesa e si lasciarono catturare entrambi da quello spettacolo naturale di colori e giochi di luce. Una volta sparito oltre i palazzi e lasciato il posto alle chiare e lucenti stelle, tornarono a guardarsi a vicenda e attesero che uno dei due trovasse una scusa per non separarsi così presto.

Eren guardò di lato, aveva scoperto che, per pensare intensamente, doveva distogliere lo sguardo dalle iridi color zaffiro del biondo, che altrimenti l'avrebbero catturato senza dargli possibilità di fuga. Si portò inconsciamente una mano al mento e quel gesto fece sorridere Armin.

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