3...🖋

234 24 81
                                    

Quella sera Eren scese dal bus con una stanchezza tale sulle spalle che quasi perse la fermata perché si era addormentato sull'unico sedile libero. Passò rapidamente accanto al muro e notò un ragazzo intento a trascrivere qualcosa su di un quadernetto. Ancora una volta provò a leggere oltre la spalla di quello sconosciuto, ma non riuscì a scorgere nemmeno una parola. L'unica cosa che poté notare fu la calligrafia, era una bella e sinuosa grafia, ma gli era inutile vedere la scrittura e non ciò che vi era scritto.

Lasciò cadere lo zaino all'ingresso, lanciò le scarpe di lato e salì in camera. Non aveva intenzione di mangiare, voleva solo andare a dormire e non pensare a più nulla, ma era consapevole che non appena il regno dei sogni fosse giunto, anche quello delle memorie perdute avrebbe fatto il suo ingresso e lui non poteva sopportarlo, lui aveva bisogno di dormire in santa pace.

Si avvolse nel caldo piumino e lasciò che il cuscino accogliesse la testa pesante, quanto avrebbe voluto non dover impostare la sveglia per il giorno dopo, ma il lavoro lo aspettava e di certo non poteva far tardi.

L'aria tutto intorno si fece pesante e la testa cominciò a girare. Riaprì gli occhi cercando di aggrapparsi alla federa del cuscino, ma non la trovò e il panico lo pervase. Si guardò intorno, era tornato in quel posto, sempre lo stesso, davanti al muro delle confessioni a fare cosa lui non lo sapeva.

Si avvicinò ai biglietti e, come gli era capitato durante gli altri sogni, il suo sguardo venne come catturato da una forza magnetica da un singolo biglietto.

Il cercatore di emozioni viaggia tra un sentimento e l'altro, ma si ferma mai ad assaporarne l'essenza?

Corrugò la fronte, che cosa volesse dire con assaporarne l'essenza lui non lo sapeva, ma forse era un messaggio più profondo di quanto pensasse. Storse la bocca e si portò la mano al mento. Continuò a far scorrere gli occhi sui biglietti di carta e arrivò a un secondo, scritto con calligrafia disordinata, ma comprensibile.

Colui che cerca emozioni non si accontenta finché non trova quella in cui tuffarsi

Bella risposta pensò il ragazzo, gli piaceva, fece scorrere il dito su quelle parole che macchiavano la carta e poi si lasciò catturare da un altro bigliettino. Sembrava più vecchio, era rovinato sui bordi e l'inchiostro era sbiadito e sfumato. Lesse con attenzione quelle poche righe e rimase con la stessa identica espressione.

E se allungassi la mano e afferrassi fumo? Sii forte perché non c'è certezza che il mio aiuto possa giungere a te, ma se permetterai a te stesso di esistere in questo mondo, nonostante il mondo sembri non volerti, allora vincerai una battaglia che molti ritengono persa ancora prima di cominciarla

Annuì contro quel foglietto, sapeva che era stato attaccato tempo prima e che dopo di quello ne erano stati aggiunti altri, lo poteva notare da come fossero disposti a coprirne i bordi, da come la carta si era lasciata ingiallire dal sole e dal tempo. Allungò il braccio e delicatamente distese gli angoli piegati, quel foglietto meritava di venir letto perché aveva salvato una vita perduta.

[...]

Eren si svegliò, stavolta non di soprassalto, ma con il suono della sveglia. Era riuscito a dormire più del solito, ma comunque i ricordi erano giunti a colmare i sogni. Uscì mal volentieri da sotto il piumino e si trascinò fino al bagno. Quando varcò la soglia di casa, un vento gelido lo investì e lo fece rabbrividire e chiudere un po' più su se stesso. Si strinse all'interno del cappotto e si portò le mani, di nuovo senza guanti, dentro le tasche. Perché mai avesse preso quell'abitudine di non mettersi i guanti proprio non lo capiva.

Attraverso la tua letteraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora