18. Hot blood.

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"Liam, non puoi obbligarmi a rimanere qua fuori." sbuffò Mason, infastidito.

"Obbligarci." lo corressero Alec e Nolan, in un coro seccato. Tutti e tre i ragazzi erano appoggiati al cruscotto della macchina di Mason, braccia incrociate al petto e visi piegati da espressioni confuse. Liam invece, era terribilmente in ansia, i nervi a fior di pelle e sulle spalle una notta insonne, passata tra domande e rabbia isterica. Era inutile, per quante ore avesse passato a ripensare a tutta quell'assurda scena, non riusciva ancora a crederla reale. Non riusciva a trovare il coraggio di spingere la porta ed entrare nella clinica. Erano passati venti minuti e sicuramente tutti, all'interno dell'edificio, avevano notato la loro presenza nel posteggio. Liam non era così ansioso e spaventato, non prima di vedere il pick-up della chimera posteggiato proprio di fronte a lui.

"Okay, direi che può bastare. Io entro." comunicò Alec, camminando velocemente verso la porta e spingendola. Liam trattenne il fiato, come se aspettasse qualcosa di sconvolgente, di spaventoso. La porta aperta si affacciava semplicemente sulla sala d'aspetto vuota. Strinse le labbra tra loro e chiuse gli occhi per un secondo. Un respiro profondo dopo, stava già camminando verso il lupo.

"Visto? Ho per caso disinnescato una bomba? Non mi sembra. Tutta quell'attesa è stata inutile." la voce di Alec era ovattata, così come il suo lamento di dolore quanto Nolan gli tirò una gomitata allo stomaco per zittirlo. Era semplice: un respiro, un passo, un respiro, svuotare la mente. Meditare. Essere superiori. Ammettere di aver ceduto ad un momento di debolezza. Ammettere di aver spaccato in pezzi un quadro, quella stessa notte, spinto dalla confusione e dalla rabbia.

Liam era un lupo, non aveva allergie ormai, ma erano lo stesso anni che non mangiava il melone. Non aveva bisogno del fottuto melone.

Entrò nell'ambulatorio e salutò Corey con un sorriso caloroso. I due occhi azzurri, che lo guardavano con la schiena appoggiata al calorifero, lo fecero rabbrividire, ma fu bravo a nasconderlo. Osservando bene l'intera stanza, senza mai soffermarsi su quella figura, riuscì a notare dei dettagli particolari. Alcuni oggetti erano appoggiati sul tavolo, oggetti che Deaton non utilizzava molto spesso. Oggetti per umani e non per animali. Il beta ci fece caso, ma non volle darci troppo peso. Deaton, alla fine, era un druido e aveva le sue responsabilità.

"Oh ragazzi, scusate per il disordine. Vi aspettavo più tardi." si scusò il veterinario, facendo il suo ingresso nella stanza. Si stava asciugando le mani con un asciugamano, vagamente sporco di sangue. Un altro dettaglio particolare. L'uomo si guardò intorno, salutando con lo sguardo tutti i presenti nella stanza, tranne Corey e Theo. Liam riuscì a capire il motivo del mancato saluto nei confronti di Theo, ma Corey? I suoi dubbi caddero immediatamente quando si ricordò che le due chimere erano arrivate prima del resto del branco, molto probabilmente li aveva già salutati.

"Più tardi? Mi creda, se mi avessero obbligato a passare un minuto di più nel dannato posteg- ah!" fu interrotto Alec, dall'ennesima gomitata nello stomaco da parte di Nolan. Mason invece sorrise, avvicinando al suo ragazzo e donandogli un leggero bacio a stampo. Alla visione di quello scambio di affatto, Liam spostò lo sguardo verso la chimera e poi finse di tossire non appena incontrò le sue iridi azzurre e un piccolo ghigno sul volto. Lo stomaco si strinse in una morsa dolorosa.

"Oggi organizzeremo un piano di attacco." disse, attirando l'attenzione di tutti i presenti. Si passò una mano tra i capelli, stringendo di nuovo le labbra tra loro. Voleva essere autoritario, voleva essere un alpha come Scott, ma come poteva se non riusciva nemmeno ad alzare lo sguardo? Il suo cuore inizio a battere più velocemente e gli occhi bruciavano.

"Non sappiamo niente riguardante a quei fottuti cacciatori o qualsiasi cosa siano, come possiamo attaccarli?" chiese Nolan, innervosendosi.

"Siamo stati in posizione di difesa per troppo tempo, potrebbero pensare che siamo deboli e non possiamo permettercelo. Dobbiamo trovare la loro base e attaccarli, poi interrogarli e infine arrestarli." fece una pausa, guardandosi intorno. Liam non era un alpha e il suo branco aveva bisogno di un dannato alpha per riprendere il proprio coraggio. Erano stati al sicuro troppo tempo, preoccupati del ritorno di Theo e non a quello dei cacciatori. Eppure lo sapevano, lo avevano sempre saputo.

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