New love new song

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- Capitolo scritto da Devil/Chiara -


L'applauso che era partito alla fine della canzone, si dilungò con grida di incoraggiamento anche quando la ragazza salì sul palco e si lanciò tra le braccia del chitarrista, per stampargli un lungo bacio.

Shinichi, che non se lo aspettava per niente, rimase alquanto paralizzato, ma il suo stupore durò per poco. Spostò la chitarra dietro la schiena, la prese per i fianchi e la strinse, baciandola con molta più passione dell'ultima volta.

A quel gesto, anche i suoi nuovi amici applaudirono. Chi con più vigore e convinto e chi, come Shiho, solo per seguire la massa e non farsi notare.

La ragazza in sé era rimasta un po' delusa, già dalla dedica della canzone. Quel ragazzo, che negli ultimi giorni aveva visto sempre per le prove, le piaceva non poco. Eppure sapeva benissimo di non avere speranze con quella bellissima ragazza dai lunghi capelli bruni.


Pian piano il locale si svuotò, finché quando oramai si erano fatte le cinque del mattino, erano rimasti solo i dipendenti, la band e Ran.

«Ehi ragazzi, che ne dite di un caffè?» chiese Gin, poggiando sul tavolo a cui era seduto il gruppo, un vassoio con cinque tazzine.

«Grazie Gin.» rispose Shiho sorridendo all'amico.

«Beh ragazzi... Ora siamo una band a tutti gli effetti giusto?» chiese Shinichi, dopo aver dato un sorso al suo caffè.

«Ovvio!»

«Sì... credo di sì!»

«Certo!»

«Bene allora ci sono tre cose di cui dobbiamo parlare.» disse serio il ragazzo poggiando nuovamente la tazzina sul suo piattino.

«Dì pure Kudo!» lo incoraggiò il nuovo amico del Kansai.

«La prima cosa riguarda Ran...» la ragazza si girò verso di lui sconvolta.

«Cosa? Io...»

Il ragazzo la zittì alzando la mano e continuò a parlare.

«L'ho sentita cantare un po' di tempo fa all'Oper. Ha una voce fantastica. Niente in contrario con Shiho, ma se mai ci venisse voglia di fare un duetto, penso sarebbe più adatta.»

«Per me va bene...» disse Heiji senza nessun dubbio.

«Ok, ma alla prima prova, la voglio sentir cantare.» sentenziò invece Kaito.

«Io ho solo una condizione. – disse Shiho con aria seria – Niente smancerie durante le prove!»

Il gruppo scoppiò a ridere.

«Accetto la tua condizione Shiho... Passiamo al secondo punto. Ho una canzone da proporvi. Ci ho messo parecchio a buttare giù testo e musica, ma spero vi piaccia.»

Il ragazzo tirò fuori quattro fogli e li distribuì ai componenti della band, dando il suo a Ran.

«Wow, ma sul serio l'hai scritta tu?» chiese Kaito sbigottito, leggendo quelle parole.

«Sì! È da parecchio che ci lavoro.»

« È fantastica!» ribadì il cantante.

«Perché non la proviamo un'attimo ora?» chiese Heiji.

«Aspettate... Prima è meglio se parliamo del terzo punto. Anche perché io dopo avrei un'impegno urgente.» disse Shinichi, fermando tutti.

«Bene... spara!» rispose Shiho.

«Abbiamo bisogno di un nome per la band.»

Lo sgomento fu generale.

«Assurdo... Come abbiamo fatto a non pensarci? Abbiamo avuto il nostro primo ingaggio e non abbiamo neanche un nome.»

«Beh, di solito non è difficile trovare un nome in una band. – intervenne Ran – Basta pensare a cosa vi ha uniti. Sicuramente il rock... e poi?»

«Rock... rock... rock...»

«RockLife» sussurrò Shiho e tutti si girarono verso di lei, sbigottiti.

Lei sorrise, compiaciuta di aver attirato l'attenzione.

«Beh? Perché mi guardate così? La canzone di Shinichi s'intitola Live in Rock...» disse indicando il foglio.

«Bene... Allora proviamola!»

I ragazzi salirono di nuovo sul palco, mentre Gin si sedeva al tavolo di fianco a Ran, che si era messa comoda per godersi lo spettacolo. Come al solito fu Shiho a dare il ritmo con le bacchette.


«Cosa? Tu e Shinichi? Da quando?»

La ragazza sembrava sconvolta. Non poteva credere a quello che aveva appena sentito. La sua migliore amica, che fino a due giorni prima odiava quel ragazzo con tutta se stessa, ora gli stava dicendo che l'aveva baciato.

«È successo l'altra notte. Al concerto di Natale al Rapshody.»

«Assurdo... A proposito – disse voltandosi verso il banco vuoto davanti a lei – È strano... Non è mai arrivato in ritardo.»

Proprio in quel momento infatti stava suonando la campanella, ma proprio appena essa diede il suo ultimo rintoccò, la porta scorrevole della classe si spalancò, facendolo apparire all'uscio.

Senza un fiato si diresse verso il suo banco.

«Shinichi, che diavolo hai fatto?»

Il ragazzo infatti aveva un grosso cerotto sul lato sinistro del viso, che gli copriva lo zigomo.

«Lascia stare Ran...» rispose lui scocciato, poggiando come al solito i piedi sul banco.

Poco dopo arrivò il professore e la lezione proseguì tranquilla.

Poi quando arrivò l'intervallo, il ragazzo si alzò e si avvicinò al banco delle due ragazze.

«Ran ti dovrei parlare... – guardò l'amica bionda, poi tornò a guardare lei – ...in privato.»

La ragazza si alzò e lo seguì.

Ovviamente appena usciti dalla classe uno stuolo di ragazze li accerchiò, ma lui le cacciò scocciato, prese la mano di Ran e la trascinò in sala musica.

Si chiusero dentro e quando finalmente furono da soli Shinichi, un po' rosso in volto, le lasciò la mano e parlò.

«Io volevo darti questo! – disse porgendole una busta rossa – So che Natale è già passato da due giorni e so che non è un vero e proprio regalo, ma ci tenevo.»

La ragazza incuriosita l'aprì, dentro vi era un semplice foglietto dello stesso colore, con su scritte poche parole.

Scusami per tutto quello che ti ho fatto in questi anni.
Mi sei mancata davvero tanto, te lo assicuro.
Buon Natale Ran.
Shinichi

La ragazza sorrise e lo baciò.

Un bacio leggero che però fece sorridere entrambi. Il sorriso del ragazzo però si trasformò ben presto in una smorfia di dolore per la ferita allo zigomo.

«Ora posso sapere cosa ti è successo?» chiese un po' preoccupata, guardando quel grosso cerotto bianco.

«È stato mio padre, ieri. Ha scoperto a che ora sono tornato l'altro giorno e mi ha tirato un mal rovescio, cadendo ho preso lo spigolo del tavolo.»

La ragazza si mise spaventata le mani davanti alla bocca, ma lui la rassicurò.

«Dai Ran... Non è niente, mi passerà. Ora torniamo in classe.»

Lei annuì e insieme si diressero verso la loro aula.

Rock TeitanWhere stories live. Discover now