Eren morì dalla vergogna nell'udire il racconto pieno di dettagli che Jean gli stava raccontando, seduti su un piccolo pezzo d'erba appartenente al cortile del campus. Se ne stava pentendo, come aveva immaginato precedentemente, ed era contento di non ricordare nulla per non risultare ancora più pietoso.
''Mi stavo chiedendo infatti da dove provenisse questo succhiotto''. Si lamentò contrariato, toccando il punto del collo sul quale una piccola macchia violacea era in netto contrasto con il colore della sua pelle.
Jean non riuscì a trattenersi, scoppiando in una fragorosa risata. ''Fidati, il bello deve ancora venire!''.
A quelle parole gli occhi di Eren si spalancarono impauriti, nervoso nel sapere cosa fosse successo ancora di così osceno. Lo spronò a parlare, colpendolo sulla nuca quando le sue risate iniziarono a persistere più del dovuto. ''Levi è apparso da non so dove, penso avesse avuto la nostra stessa idea, quella di trascorrere una serata alternativa. Ha tirato un pungo allo sconosciuto, trascinandoti poi con sé. Pareva la scena di un film!''.
''Un pugno?''. Chiese il castano, assicurandosi che quella fosse la verità. Ma perché mai il suo migliore amico, pessimo nel dire bugie, avrebbe dovuto mentirgli quando c'era di mezzo il corvino? La sua mente era completamente vuota se cercava di sforzarsi nel ricordare, arrossendo lievemente quando riuscì a rendersi conto di ciò che aveva fatto Levi, felice perché nonostante tutto continuava a proteggerlo. E capì solo in quel momento a cosa fosse dovuto il suo comportamento strano al quale, quella mattina, non riusciva a dare una risposta.
''L'ha steso! Forse gli ha rotto pure il naso...''. Rise ancora Jean, tornando immediatamente serio quando Eren gli lanciò un'occhiataccia irritata. ''Ti ha portato poi a casa, da lì non so più nulla''.
Eren ebbe un sussulto, la terra sotto di lui cominciò a girare vorticosamente e per poco dovette trattenersi per non vomitare il pranzo di quel giorno. Levi era entrato in camera sua, ne era convinto al cento per cento, altrimenti come si spiegava il fatto che si fosse svegliato con addosso il pigiama? Qualcuno doveva averlo pure cambiato e, l'unica papabile opzione era proprio quella alla quale aveva pensato. Il posto accanto a lui, al suo risveglio vuoto, era ancora tiepido non appena aveva aperto gli occhi, segno inconfutabile che qualcuno avesse dormito accanto a lui. Possibile che si fosse spinto così oltre? Il suo Levi del passato lo avrebbe fatto tranquillamente, abituato ad ascoltare il suo respiro durante la notte, ma non poteva dire lo stesso di quello del presente. Lo conosceva, negarlo sarebbe stato da sciocchi, ma a volte gli pareva che qualcosa in lui fosse cambiato dopo l'incidente. E poi la foto...cos'aveva pensato quando l'aveva osservata? Stupore? Malinconia? Oppure quell'impassibilità che da sempre lo caratterizzava come tratto distintivo? Tuttavia, Eren era conscio del fatto che fosse solamente finto quel muro di freddezza che si era costruito attorno. Avrebbe dovuto dargli una spiegazione concreta, quella volta non sarebbe servito a nulla scappare dalla realtà.
''La prossima volta buttami dell'acqua addosso, picchiami...che ne so! Fai qualsiasi cosa per non farmi ripetere quelle cazzate''. Esclamò frustrato, sentendosi in colpa per essersi comportato in modo così audace.
''Lo prometto''. Ammiccò il suo migliore amico in sua direzione, dandogli infine una pacca sulla spalla per rassicurarlo, contento di trascorrere l'interno pomeriggio insieme al castano. La sessione si faceva sempre più vicina, ma la consapevolezza di dover dare gli ultimi esami prima della laurea in specialistica rendeva gli animi di entrambi più leggeri, curiosi di cosa avesse riserbato loro il futuro.
***
Il rimbombo di un forte tuono lo fece sobbalzare, fortunatamente aveva chiuso in precedenza tutte le finestre prima di uscire di casa. Effettivamente, quella sera il meteo allertava la gente a non muoversi più di tanto a causa di un forte temporale che sarebbe giunto imminente e, come raramente accadeva, non c'era predizione più giusta di quella. Ma ad Eren non importava poi così tanto, in qualsiasi modo non si sarebbe divertito con i suoi amici data l'intenzione di trascorrere l'intera nottata sui libri, approfittandone dato che il giorno successivo non avrebbe avuto lezioni. Erano ormai le ventitré passate, il rumore della potente pioggia faceva da sottofondo mentre leggeva con attenzione un paragrafo di un testo letterario. Quasi quasi lo calmava, come se fosse cullato da un qualcosa di invisibile.
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Memories ||Ereri/Riren||
FanficPer Eren, ventitreenne all'ultimo anno di università, l'amore era un sentimento che lentamente con il tempo svaniva, colmo di incertezze e delusioni. Levi, invece, credeva fortemente nell'amore che provava per quel ragazzo, cambiato totalmente dopo...