L'Ordine della Fenice

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Caspian rimase interdetto per diversi attimi, fissando con aria sospettosa le dita tese di Tonks emergere dai guanti di pelle. Dietro di lui, i Potter non volevano accennare ad abbassare le bacchette.

–Come faccio ad essere sicuro che stai dicendo la verità? – chiese il ragazzo stringendo gli occhi neri a due fessure.

–La nostra presenza dovrebbe bastarti, giovanotto – rispose una voce burbera e familiare nell'oscurità, sufficiente a far accapponare la pelle a Jane.

La ragazza non si sarebbe mai abituata facilmente a considerare Malocchio Moody uno dei loro alleati più preziosi, non dopo che un Mangiamorte aveva preso le sue sembianze per un anno intero. Alla pallida luce dei lampioni, il vecchio Auror sembrava ancora più brutto di come lo ricordava, con il volto segnato da orrende cicatrici e il gigantesco occhio magico che saettava in tutte le direzioni. Dietro di lui, Remus Lupin, uno dei professori di Difesa Contro le Arti Oscure più amati della storia di Hogwarts, marciava a bacchetta levata, seguito a ruota da un mago nero vestito con un lungo mantello blu.

–Tutto a posto, ragazzi? – chiese il primo con la sua solita voce stanca.

–Siamo stati attaccati da due Dissennatori. Come dovremmo sentirci? – rispose Harry furioso.

–Avremmo potuto evitarlo – ringhiò Tonks. – Se non fosse stato per quella carogna di Mondungus...

–Calmati, Ninfadora – cercò di placarla Lupin.

–NON CHIAMARMI NINFADORA! – esclamò lei con stizza. Con grande stupore dei presenti, i suoi capelli divennero all'istante di un rosso fuoco. – Mondungus era di turno stanotte, aveva preso l'impegno! Come gli è saltato in testa di Smaterializzarsi così, da un momento all'altro, magari per sbrigare l'ennesimo affare di dubbia legalità? Non pensava che forse era proprio quello il momento che i Mangiamorte aspettavano per attaccare?

–Che cosa? Non vorrete dire che ci stavate spiando, spero! – intervenne Harry inviperito.

–Ordini di Silente, Potter. C'è poco da discutere – disse Moody in tono sbrigativo.

–Oh, certo! Non faccio altro che ricevere ordini da lui dall'inizio dell'estate, ma nessuno si prende mai la briga di dirmi che cosa succede!

–Harry, non è il momento di fare scenate, d'accordo? – intervenne Lupin. – Dobbiamo andare tutti all'hotel. Ci sono dei feriti di cui occuparci – soggiunse indicando Eustace ed Edmund, che avevano assunto un allarmante colorito cadaverico.

Il mago nero, che rispondeva al nome di Kingsley, afferrò Eustace, che gli crollò addosso come un peso morto, continuando a piagnucolare sottovoce. Lupin, invece, si chinò su Edmund.

–Va tutto bene, Jane – la rassicurò dopo avergli sentito le pulsazioni. – La sua anima è al sicuro.

La ragazza annuì nervosamente, gli occhi ancora sgranati dal terrore, aiutando il professore a rimettere in piedi il ragazzo. La sua testa le ciondolò sulla spalla nel momento in cui lo rimisero in piedi.

–Fateci strada – ordinò Moody.

Harry guidò il drappello alla volta dell'hotel, seguito a ruota dagli altri. Caspian sorreggeva Susan per le spalle, il volto pallido ancora rigato dalle lacrime.

–Come hanno fatto quei Dissennatori a venire fin qui? – chiese Jane rivolta a Lupin.

–Non lo so, ma sicuramente c'è la mano di qualcuno dietro questa storia – rispose cupamente il professore. – Se Caramell non si decide a prendere sul serio la nostra causa, scene come questa potrebbero ripetersi altre volte.

La Profezia PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora