Faccia a faccia con la morte

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Un velo di terrore cadde nella piccola stanza. Nessuno osava muoversi, per paura che il solo respiro bastasse a tradirsi.

–Ѐ lei! – squittì Hermione in preda al panico.

–Lei chi? – chiese Hagrid perplesso.

–Sotto! – intimò Harry coprendo gli amici con il Mantello dell'Invisibilità e andandosi a rifugiare nell'angolo più lontano della capanna.

All'ennesima scarica di colpi, Hagrid fu costretto ad aprire. Si dovette guardare intorno per parecchi istanti, prima di rendersi conto che a bussare con quella forza vigorosa era stata una donna bassa e larga che gli sorrideva con aria zuccherosa all'altezza della cintola.

–Posso entrare? – chiese la Umbridge con simulata cortesia.

–E lei chi diavolo è? – chiese Hagrid perplesso.

–Dolores Jane Umbridge, Inquisitore Supremo di Hogwarts – si presentò lei in tono ufficiale.

–E sarebbe?

L'altra strabuzzò gli occhi. Evidentemente, quella specie di zotico non capiva l'importanza smisurata di quel ruolo, si stava dicendo visibilmente contrariata.

–In vista delle ultime mancanze presentate dalla scuola, sono stata incaricata dal Ministro della Magia in persona di sorvegliare e valutare l'operato degli insegnanti, affinché si mostrino all'altezza del loro compito – disse, mimando ogni singola parola come se avesse a che fare con un ritardato.

La cosa convinse Hagrid ancora di più di avere a che fare con una vecchia pazza.

–Cosa dovrebbe fare lei? – domandò nuovamente, chiedendosi se fosse il caso di portare quella poveretta in infermeria.

–Presenzierò alle lezioni e prenderò nota di quanto svolto – rispose la Umbridge, questa volta scandendo le sillabe e fingendo di scrivere su una lavagna invisibile. – Ora, permette di farle un paio di domande?

–Ma certo, si accomodi!

Non sapendo più come comportarsi, Hagrid la fece entrare all'interno della capanna. La Umbridge si guardò intorno con aria disgustata, sondando ogni singolo centimetro polveroso come se potesse passarvi attraverso con lo sguardo. Più di una volta indugiò sul punto in cui si erano rintanati Harry e i suoi amici, ma non diede avviso di averli notati.

–Aspettava visite, Hagrid? – domandò a un certo punto.

–No – si affrettò a rispondere lui.

–Come spiega la presenza di impronte davanti casa sua, allora? O il fatto che ha tutte queste tazze sul tavolo?

–Che ne so, sono appena rientrato! Magari qualcuno è passato a vedere se c'ero e se n'è andato. Quanto alle tazze, mi servono per degli impacchi per i lividi. Non me ne basta una sola, sa? Poi, mentre bussava, una è caduta a terra...

–Come si è procurato quei lividi? – incalzò la Umbridge implacabile.

–Sono caduto dalla scopa di un mio amico.

–Vedo, lei ha proprio il fisico da giocatore di Quiddich – il sorriso della Umbridge si allargò ancora di più. – Come mai si trovava da quest'amico, se la scuola è ricominciata da due mesi?

–Mi sono preso un permesso per motivi di salute. Sa, avevo bisogno di cambiare aria...

–Come se l'aria di montagna non ci fosse anche qui.

–Saranno fatti miei, no? – Hagrid cominciava davvero a seccarsi.

–Molto bene – concluse la Umbridge con un sorriso. – Verrò presto a farle visita alla sua lezione di Cura delle Creature Magiche. Sono proprio curiosa di vederla all'opera. Buona serata.

La Profezia PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora