Quando Edmund riaprì gli occhi la mattina successiva, sulle prime fu convinto di essersi sognato tutto e che la schiena indolenzita fosse il frutto della tensione per il suo imminente arrivo a Hogwarts. Ma nel momento in cui si rese conto di trovarsi nella gelida sala comune di Serpeverde, abbarbicato alla bell'e meglio su un divano di pelle con i piedi che per poco non finivano in faccia a un emerito sconosciuto, il ragazzo capì che ormai l'unica cosa che gli restava da fare era quella di alzarsi e affrontare qualsiasi cosa lo aspettasse.
Ora che il sole aveva fatto capolino dietro le montagne, Edmund si rese conto di quanto la sua nuova dimora fosse grande. Innanzitutto, con il buio non aveva notato la grande vetrata gotica che occupava l'intera parete di fondo della stanza, rivelando il paesaggio mozzafiato del Lago Nero circondato dalle montagne. La pallida luce dell'alba conferiva all'ambiente un aspetto meno tetro, facendo risaltare l'argento delle suppellettili e il vivace color verde dei tendaggi.
Sperando di non dover affrontare subito in suoi nuovi compagni, il ragazzo sgattaiolò in bagno, si lavò il viso e cercò di sistemarsi la sua chioma ribelle; poi si cambiò la camicia e si rassettò il maglione. Restò per un tempo interminabile a fissare la cravatta verde e argento che pendeva floscia dal rubinetto del lavandino, quasi fosse stata un serpente velenoso. Avrebbe dato qualsiasi cosa per non poterla mai indossare, eppure quella cosa inerte era lì, quasi come se non aspettasse altro di stringersi come un cappio attorno al suo collo esile. Dopo una serie di minuti interminabili, Edmund chiuse gli occhi e finì di vestirsi, caracollando nuovamente verso la sala comune.
Lì trovò Adam già sveglio e vestito di tutto punto, che si passava una generosa quantità di gelatina sui folti capelli castani.
–'giorno, Pevensie – lo salutò con un sorriso assonnato. – Dormito bene?
–Sì – mentì Edmund. – Spero solo di non averti dato fastidio. Sai, ho il sonno molto agitato.
–Mmm, non credo, sai? Ero talmente stanco... anche se un paio di volte ho avuto come l'impressione di avere un alluce ficcato su per il naso.
A quell'osservazione, l'altro divenne di tutti i colori e per il resto della mattinata preferì non rivolgere nemmeno mezza parola al suo compagno di sventure. Scesero di sotto separatamente, sistemandosi a due lati diversi del tavolo. Malfoy era già arrivato ed era intento a sfogliare l'ultimo numero de La Gazzetta del Profeta con una smorfia di profonda soddisfazione stirata sul viso spigoloso.
–Dormito bene, Pevensie? – ghignò non appena il ragazzo si presentò nella Sala Grande, ma Edmund aveva altro a cui pensare.
Gli passò davanti senza degnarlo di uno sguardo e si concentrò sulla sua razione di corn flakes. Non aveva il coraggio di levare lo sguardo verso il tavolo dei Grinfondoro, anche se a quell'ora erano ancora pochi gli studenti scesi per la colazione. Non voleva correre il rischio di incrociare per sbaglio lo sguardo dei Potter o, peggio ancora, quello delle sorelle.
Finì in fretta e furia la colazione e si precipitò all'esterno, ripescando l'orario stropicciato dalla tasca dei pantaloni. Bene, a quanto pareva seguiva quasi sempre i corsi insieme a quelli del primo e del secondo anno, tranne Cura delle Creature Magiche (che avrebbe frequentato insieme ai suoi coetanei), il che significava che fino a giovedì poteva dormire sonni tranquilli, se mai ci fosse riuscito.
Sospirando con fare rassegnato, Edmund si trascinò verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure.
***
Per fortuna, la sua prima settimana di scuola Edmund ebbe così tante cose a cui pensare, che il fatto di essere finito a Serpeverde diventò l'ultimo dei problemi. Ogni giorno c'erano almeno otto ore di lezione da seguire, più Astronomia, che si teneva puntualmente di notte. E poi c'erano i compiti. In tutta la sua vita, Edmund non si era mai posto il problema dei compiti. Certo, negli anni che avrebbero dovuto corrispondere alle elementari, la Strega Suprema si era premurata di insegnargli perlomeno a leggere e scrivere, ma il fatto che in seguito il ragazzo avesse trovato piacere nel divorare la biblioteca di Villa Black era una cosa del tutto personale. I libri che prendeva dagli scaffali erano semplicemente quelli che più lo attraevano, senza mai porsi il problema di ripeterli a memoria a qualcun altro. Figuriamoci mettersi a scriverci sopra un tema!
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La Profezia Perduta
FanficIl primo giorno di scuola, il Cappello Parlante assegna Edmund a Serpeverde non appena sfiora la sua testa. Ma siamo sicuri che la Casa più famigerata di Hogwarts sforni esclusivamente maghi e streghe cattivi? E se il ragazzo destinato ad affiancare...