L'inizio di tutto

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Oh merda! Come posso essere cosi idiota!

Ho sempre saputo che le sveglie non mi avrebbero neanche disturbato, ma ovviamente io devo sempre fare di testa mia! Okay, ce la devo fare. Al volo, mi butto sotto la doccia per essere presentabile, 10 minuti e sono fuori. Asciugo i miei capelli castani chiari, con i riflessi color "biondo fragola", come dice mio cugino Stiles e correggo le imperfezioni del mio viso con un leggero velo di fondotinta, copro gli zigomi con il phard e il trucco è fatto. Niente matita nera e ombretto: sono ancora bambina, ho 14 anni, non voglio sembrare una ragazza di vent'anni.

Appena metto il piede sulla moquette color crema di camera mia, mi getto sull'armadio. Indosso i vestiti preparati la sera prima e scendo di corsa le scale, diretta verso la cucina.

Al piano di sotto trovo mio papà, seduto al tavolo, testa china sul the caldo.

-Ciao- dalla bocca mi esce un verso contagiato dal sonno -buongiorno- anche lui non sembra poi cosi sveglio. Afferro la mia tazza e ci verso il liquido caldo per poi inzuppare le brioche. "Finalmente" penso di riflesso alla sensazione di pienezza che mi riempe lo stomaco.

- Sei la solita, Ellie! Non devi abituarti a ritardare quest'anno...il treno non ti aspetta e se lo perderai, a chi toccherà portarti fino a scuola? Al sottoscritto. Detto questo, buon primo giorno di liceo, tesoro!- mi poggia le labbra sulla fronte per darmi un bacio e mi guarda negli occhi - la mia grandona!-

Ripenso a quando ero bambina, quando mia nonna passava a prendermi per portarmi a scuola e si accorgeva che non mi ero pettinata. Allora filava in bagno afferrava la spazzola e tempo di giungere dov'ero rimasta mio papà mi aveva già passato le dita tra i capelli, per dargli una forma più omogenea. Quanto ridere quando lei si spazientiva! Era una donna forte, dinamica e unica!

Senza rimuginare troppo sul mio passato, finisco la colazione e canticchio mentre mi infilo gli scarponcini pelosi.

Mi avvicino all'ingresso e, salutando la gatta, prendo lo zaino leggero e mi avvio con passo spedito verso la stazione.

È strano. Alle 7.15 di mattina sono già fuori casa, quando ancora mia sorella e mia madre dormono beate nel loro letto.

Niente invidia! Sto andando dove ho sempre desiderato andare. Sono felice.

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