Agitazione da primo giorno

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La mia classe sta camminando per raggiungere la succursale: è come un edificio aggregato alla scuola ma dove ci sono esclusivamente le classi prime.

Arrivati al cancello si scendono pochi gradini per raggiungere la porta vetrata dell'ingresso. L'atrio è abbastanza grande: con la segreteria e le macchinette da un lato e le scale dall'altro. Davanti c'è un corridoio che probabilmente porterà alla sala professori e ai laboratori.

Saliamo su per le scale, preceduti dal professore, entriamo poi in un'aula ampia che molte finestre; ciò che attrae maggiormente la mia attenzione sono i banchi alti con gli sgabelli girevoli! È un paradiso!

Come immaginavo, le ragazze appena conosciute si siedono una accanto all'altra perciò a me tocca sedermi sola dietro di loro. Sola per poco. Una ragazza alta, con occhi grandi e bocca definita mi si siede vicino. -Ciao, sono Camilla. Tu invece?- mi sta gia simpatica - Ellie. Piacere.-

La nostra conversazione finisce qui perché il professore, il prof. Harris, incomincia a parlarci. Sarà il nostro professore di discipline geomtriche per i primi due anni, dopodiché dovremo scegliere l'indirizzo nel quale diplomarci.

Le ore passano in fretta ma già riesco a squadrare la mia classe: non troppo silenziosa, anzi per niente, e gioiosa. Evidentemente alcuni si conoscevano già in precedenza e iniziano la conversazione con più scioltezza.

Senza neanche accorgemene è suonata la campanella di fine giornata. Scendo le scale insieme ad altri ragazzi e ragazze, tutti con un'aria eccitata all'idea di far parte di una famiglia allargata come una scuola. È la scuola giusta. Lo so. È la scuola che ho sempre desiderato; è la scuola a cui appartengo.

Risalgo quei quattro scalini che mi separano dall'esterno, dove il tempo scorre ancora. Li guardo, immaginando quando li farò di corsa a causa del ritardo o solo per il gusto di uscire il più presto possibile.

Appena fuori scorgo un viso stranamente familiare. Com'è possibile che sia già qui?

- Ehi Ellie! Il primo giorno?- ha un sorriso da svenire, probabilmente la mia presenza nella sua stessa scuola è il movente di tutta la sua allegria. -Benone! E il tuo?- chiedo per cortesia. -Idem. Poi mi racconti meglio una volta sul treno.-

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