Viaggio in treno

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In stazione mi dirigo immediatamente a fare il biglietto mensile, leggo freneticamente lo schermo luminoso con i treni e i binari e, con il terrore di riuscire a perdere il treno, corro come una pazza nel sottopassaggio. Risalita in superficie, mi guardo intorno, apparentemente inesperta, sperando di riuscire a scorgere qualcuno di circa la mia età...

Voltando lo sguardo verso il punto da cui dovrebbe spuntare il muso del treno vedo un gruppetto di ragazze con lo stesso sguardo: eccitato all'idea di frequentare una nuova scuola; spaventato, sapendo che ciò di cui avevano sempre sognato, perfetto e assolutamente nuovo, sarebbe accaduto di li a minuti e che avrebbe potuto deluderli; e sollevato, confortato dalla presenza di altre persone nella loro stessa situazione.

È  come osservarsi allo specchio.

Sono tutte ragazze, alte intorno al metro e sessanta, come me. Più o meno con i capelli bruni chi ricci, mossi e chi lisci.

Le sento chiacchierare, e finalmemte sono riuscita a trovare ancora qualcuno immune alla sindrome della "puttanite". Nella mia classe precedente ne erano tutte affette, mettevano in mostra il più possibile la loro pelle e riuscivano in ogni modo a non violare le regole della scuola.  Queste ragazze invece sono diverse, tranquille, ma allo stesso tempo allegre e...si, un po' fuori dalle righe.

Al fischio del treno, sobbalzo sulla panchina in pietra fredda su cui sono seduta, afferro lo zaino e mi avvio verso le porte blu del treno. Anche le altre ragazze hanno fatto la stessa cosa, cosi me le ritrovo a lato. Una di loro, poco piu bassa di me, con la fragia mora e i capelli lisci mi guarda col suo sguardo un po' folle e simpatico. Sorride. A questo punto sorrido facendo un cenno con la testa.

È arrivato il mio turno di salire quei tre scalini, molto probabilmente scivolosi, e salire sul treno.

Rimango vicino alle porte quel poco tempo che mi permetta di cercare un posto a cui sedermi. Niente di niente. Come è possibile che ci sia il pienone il 10 settembre! C'è un unico posto libero, poco più avanti.  Stringo lo zaino alle spalle e mi avvicino al posto a sedere. Trovo un ragazzo, un bel ragazzo, proprio accanto a dove dovrei sedermi io. No. Mi ero ripromessa niente ragazzi, devo starne il piu lontano possibile! Faccio per allontanarmi quando una voce, sicuramente maschile mi richiama - tranquilla non è occupato. Puoi sederti.- ovviamente era lui. Il ragazzo moro, dagli occhi scuri come la notte e un sorriso mozzafiato.

-Grazie- dico con una voce con non sembra neanche la mia. Probabilmente mi sarà uscito sul viso quella smorfia da ebete che compare quando sono in imbrazzo. - Non essere imbarazzata, primo giorno di scuola?- perfetto! Dalla sua frase capisco che il viso mi si è ricoperto di rossore, fino alle orecchie. Chino la testa per evitare che mi guardi negli occhi e vedere quanta vergogna provo. Annuisco alla sua domanda. Poi, una volta capito che la maschera rossa si è levata dal mio viso, alzo la testa e lui mi sorride. L'ha fatto apposta! penso. Si l'ha fatto apposta. Ha sorriso, io mi sono sciolta e a momenti mi scappa una risatina isterica! Fortuna che sono seduta e non in piedi.  Ricomincia a parlare, significa che si è accorta dell'effetto che ha su di me, - primo giorno eh! In che liceo andrai.....?- mi ha chiesto il nome? Sì, il nome. - Mi chiamo Ellie. Vado all'artistico. Primo anno.- appena sente nominare il tipo di liceo si mette a sorridere. Sembra un po' sciocco a dire il vero e questo fa ridere anche me. - Artistico dici? Primo anno.....io secondo anno!- ecco. Sono morta. Quando pensavo che non l'avrei più rivisto...almeno non sul treno, lui mi dice che frequenta la mia stessa scuola. Non posso non mostrarmi sorpresa e nemmeno felice, perché dopotutto quel ragazzo è...okay. No, okay è dire poco! È un po' più che okay. È attraente, sia come bellezza, sia come persona a quanto pare. -Davvero?! Che coincidenza...- gioco al suo stesso gioco.

-Scott e sì,....è proprio una coincidenza, come l'hai chiamata tu. A quanto pare ci vedremo un po' più spesso Ellie!-

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