𝒫𝒶𝑔𝒾𝓃𝒶 𝟩

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Per questo adesso, dopo tempo passato a reprimere tutto, era pronto a provarci. Costi quel che costi! Si era finalmente convinto.
Era impossibile ormai continuare a vivere così.
Che senso aveva continuare a vivere così, tra i pensieri di cose non dette e tra i rimpianti di gesti non compiuti?

Le piccole fiamme calde che iniziavano ad ardere, illuminavano timide la zona circostante.
«Fiù!» esclamò ancora una volta asciugandosi il sudore per la fatica.
«Fatto!» affermò Nelson estenuato da quell'ardua opera.
«Finalmente ce l'hai fatta» sorridendo si diedero un cinque.
«Adesso che si mangia? Ho una fame... Hai qualcosa da mangiare, vero?» spalancando gli occhi, chiese il mangione tra i due.
«Certo, te l"ho detto che ho tutto. Ci pensa Cesi» si battè una mano sul petto.
«Stendi questa coperta a terra, mentre questa mettila dentro la tenda insieme a questi cuscini gonfiabili per favore. Io mi occupo della cena» ordinò.

Premeditato, era stato studiato tutto a tavolino da parte di Cesare.
Era proprio questa sera che voleva rompere i sigilli dello scrigno ormai polveroso che stava nel suo cuore.
Era tutto stato creato per questo motivo.

«Cosa prepari di buono?» si avvicinò attirato dall'odore del cibo, avvolgendo un braccio attorno alle sue spalle larghe, sedendosi di fianco a lui sulla coperta.
«Abbiamo dei sandwich o degli hot dog» spiegò voltandosi verso Nelson.
Non aveva minimamente freddo, ma quel braccio attorno alle spalle lo stava decisamente scaldando.
Sguardi vicini, intensi.
«Io prendo l'hot dog» affermò rompendo il silenzio.
«Non avevo dubbi guarda» tornando sul cibo, smise di fissarlo.
Grazie a degli utensili potevano anche riscaldare, abbrustolire, quello che volevano.
Con le fiamme che ormai danzavano libere, si stava decisamente bene fuori.

Una volta finita la cena, Cesare aveva caricato il fuoco per renderlo più vivo e caldo.
Nelson si era finalmente deciso a togliersi il cappotto, prima non era convinto vista la temperatura.

Dopo aver sistemato tutto, con lo stomaco pieno, i due ragazzi stavano consumando un tè caldo preparato al volo in un termos.
«Aah, ci voleva» sospirò Nelson dopo il primo sorso.
«Io invece mi chiedo perché non mi sia tolto gli scarponi prima» sospirò Cesare a sua volta avendo i piedi finalmente liberi.
«Ma sai che...» lo copiò immediatamente.
Sgranchendosi le dita dei piedi sorseggiavano la bevanda in pace e serenità.

«Oddiooo!» urlò Nelson all'improvviso.
«Cesare cos'è!? Toglimelaaa» proseguiva ad urlare causando solo continue ed incontrollate risate al ragazzo che aveva di fianco.
Nelson odiava gli insetti con tutto sé stesso. Gli facevano letteralmente senso, schifo.
«È soltanto una lucciola» prendendola dal suo braccio cercò di tranquillizzarlo.

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Io, Te e le Lucciole || CelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora