𝒫𝒶𝑔𝒾𝓃𝒶 𝟥

590 51 0
                                    

Avete presente quelle frasi, dette in determinate circostanze, che poi vi rimangono impresse nella mente come un timbro indelebile?
Quelle frasi vere, con un significato. Quelle che ti fanno pensare. Quelle che come un marchio ti porterai dietro per sempre.
"Ti accorgi quando qualcuno ti guarda con occhi diversi" venne detto a Cesare. Ed era proprio così. Solo che stavolta era lui quello che guardava e non quello che veniva osservato.

Era ormai da anni che Cesare non lo guardava più con gli stessi occhi amichevoli di un tempo.
Nel suo sguardo ora brillava qualcosa di particolare. Una scintilla si era accesa, era scattata.
Fu una dura lotta. Un'ardua scalata che non sembrava mai terminare. La gravità delle nuove scoperte, dei nuovi pensieri, lo attirava  inesorabilmente verso il basso.
Prima iniziarono i dubbi. Si trovava così bene con lui che gli sfiorò per la mente il pensiero di una inspiegabile complicità. Scacciando via questi pensieri, come si fa con una mosca fastidiosa, non ci pensò più.
Passa il tempo e i dubbi si fortificano. Non era più soltanto una questione di complicità di coppia, iniziò a pensare determinate cose che misero in ballo sé stesso.
I dubbi iniziarono a mescolarsi ad incertezze ed interrogativi.
Pensieri non detti.
Sentimenti non capiti, non compresi. Paura e negazione.
Tutto questo accumulo di sensazioni lo travolse, lo trascinò, lo inondò in un mare sconosciuto.
Era in un mondo totalmente sconosciuto in cui il primo a non accettarsi era proprio lui stesso.
Non capiva, forse non voleva capire. Non comprendeva una cosa simile. Con tanto tempo, con tanta fatica, venne a capo della situazione.
Dopo tempo passato a riflettere, ad interrogarsi.
Dopo notti insonni in lotta contro sé stesso.
Dopo attimi infiniti passati davanti ad uno specchio cercando qualcuno con cui parlare dei suoi sentimenti.
Pian piano, invece di continuare a negare ciò che ormai era palese -limpido e chiaro- incominciò ad abbracciare quei sentimenti nascosti fino ad accettarli. Fino ad accettare sé stesso per quello che era, per quello che provava nei confronti di un ragazzo.
Era tutto dannamente difficile e nuovo.
La paura si insinuò ancora una volta in lui impedendogli di dichiararsi. Non sapeva se il sentimento era ricambiato, era reciproco.
Il forte legame che li univa, la forte amicizia che li accompagnava sin da piccoli, non gli permetteva di capire fin dove potesse spingersi.
Erano entrambi single da un bel po' ormai, ma restava la paura del rifiuto. La paura della negazione.
La paura di perderlo.
Chiudere in un piccolo scrigno quei puri sentimenti fu un'altra faticosa e pesante impresa.
La vicinanza sul lavoro, e nella vita privata, non faceva altro che aumentare la sofferenza di non averlo accanto come desiderava.
Di non poterlo sfiorare come desiderava.
Di non poterlo abbracciare, coccolare, come desiderava.
Di non poter assaporare le sue labbra come desiderava.
Erano soltanto amici...

➡️Sfoglia la pagina per continuare a leggere⬅️

Io, Te e le Lucciole || CelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora