Una volta posizionato il pagliericcio facilmente infiammabile comprato nei giorni precedenti, si alzò diretto di nuovo verso l'interno del fitto bosco.
«Mi lasci qui da solo?» armeggiando con picchetti e assi di metallo gli domandò.
«Sono nei dintorni, tranquillo. Se arriva un orso tu fammi un fischio che scappo più velocemente lontano da te» dopo un occhiolino si addentrò definitivamente alla ricerca di un po' di legna.
«Cesare!» lo riprese stizzito.
Erano in un area protetta e controllata, dove si poteva effettivamente campeggiare ai limiti del rispetto della natura e dell'ambiente circostante. Non c'era nessum tipo di pericolo se non la presenza di qualche insetto o ragno, al massimo qualche piccola volpe selvatica, ma nulla di feroce come orsi o lupi.«Ancora alle prese con la tenda?» gli domandò retorico con un bel po' di legna in petto.
«M-ma che ci fai così? Copriti...» tornando a lavorare sulla tenda distolse lo sguardo.
«Avevo caldo» rispose semplicemente buttando la legna a terra, per poi asciugarsi il sudore sulla fronte con il braccio scoperto dalle maniche della maglia rimboccate.
«Vuoi una mano per caso?» con le mani poggiate ai fianchi, gli chiese trattenendo una risata.
Era così un pasticcione Nelson. Non ne faceva mai una giusta.
«No, ce la faccio, vediti il tuo fuoco» sottolineò.
«Hey, hey, perché te la prendi con me ora?» in questo caso non riuscì a trattenersi dal ridere.
«Non c'è una cavolo di istruzione. Come pensi che dovrei fare a montarla eh?» inviperito sbottò.
«Guarda, ti faccio vedere io» si avvicinò all'incandescente Nelson.
«Allora...» si posizionò proprio dietro di lui prendendogli le mani per guidarle.
«Questo pezzo va incastrato qui. Chiudi qua, unisci e poi fissi a terra. Fallo per tutti e quattro i lati, solleva la tenda dal centro verso l'alto ed il gioco è fatto» quasi gli sussurrò lento all'orecchio.
Dalla stretta vicinanza, il petto gonfio premeva contro le spalle di Nelson.
Le braccia erano unite quasi in una cosa sola.
L'addome a pochi millimetri dal fondoschiena.
«Okay?» domandò, sporgendo con la testa dalla sua spalla sinistra, infine per accertarsi di esser stato chiaro.
«C-certo» distogliendo lo sguardo verso un punto indefinito rispose semplice lui.Nelson a volte era così criptico.
Nella sua timidezza e nel suo essere introverso, a volte era difficile capirlo.Cesare, nonostante lo conoscesse benissimo essendo cresciuti insieme, non aveva mai capito fino in fondo se potesse avere anche l'un per cento di chance con lui o meno di zero.
Viveva in questo limbo perenne che gli impediva di godersi la vita a pieno.➡️Sfoglia la pagina per continuare a leggere⬅️
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Io, Te e le Lucciole || Celson
FanfictionStoria nata, pensata ed ispirata alle foto -nelle Instagram stories- di Nelson e Cesare che hanno pubblicato di recente. Molto preso dall'ambiente immerso nel verde in cui si trovano per queste loro vacanze, ho deciso di trascrivere i miei semplici...