𝒫𝒶𝑔𝒾𝓃𝒶 𝟦

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«Sono pienissimo!» esclamò Tonno portandosi una mano in pancia.
«No vez... Ma sei scemo!?» raggomitolandosi, insultò Cesare che gli aveva lanciato una manata in pieno stomaco.
«Non farti venire in mente delle scuse perché dopo ci tocca la scampagnata» rispose l'altro.
«Nelson ma ti muovi?» con il suo solito tono basso e pacato, lo invitò Frank a sbrigarsi. Era il chiudi fila nel gruppo. Gli altri, come a solito, lo avevano lasciato indietro camminando senza accorgersene. Svogliato, camminava ciondolando qua e là.
«Dai, muoviti» gli disse Cesare andando a ritroso per raggiungerlo.
«Sembra che avete messo il turbo»
«Dammi la mano che ti tiro un po'» sorridendo per la battuta di prima, quando invece era soltanto lui quello lento, gli tese il braccio.
Il ricciolino non se lo fece dire due volte e pronto afferrò quel palmo aperto in segno d'aiuto.
«Sempre il solito esagerato. E che farai questo pomeriggio?» gli domandò.
«Ma è perché mi sono abbuffato, poi mi passerà» gli ripeteva Nelson stringendo la sua mano camminando dietro di lui.

Erano praticamente quasi davanti casa ed ancora mano nella mano. Cesare non ci aveva proprio fatto caso ed imperterrito non sciolse quella piacevole stretta.

«S-siamo arrivati» accorgendosene finalmente, Cesare scattò quasi lasciandogli la mano.
«Finalmente posso stendermi un po'» esordì l'altro entrando in casa.

Proprio come a lezione, quando vuoi che quella dannata materia finisca in fretta, il tempo per Cesare sembrava non passare mai.

«Dai ragazzi, andiamo. Ci rimangono poche ore di luce, su» cercava di incoraggiarli ed invogliarli.
Dopo qualche lamentela però, non tardarono ad uscire dalla baita.

«Avete tutto? Controllate» come un capo scout, aveva già preso le redini della situazione in mano.
Una volta che tutti erano definitivamente pronti, iniziarono ad incamminarsi continuando la piccola salita dalla loro casa.

«Ecco. Iniziamo da qui» disse sempre il capo della spedizione, indicando un sentiero sulla destra della strada che incominciava ad inoltrarsi nel bosco, nella natura.

Camminando, camminando, un paesaggio sempre meno incontaminato si mostrava ai loro occhi.
Alberi rigogliosi.
I raggi del sole che donavano un'aria incantevole al posto.
L'unione e l'affiatamento che si era creato tra gli altri.
Parlavano tanto, ma in realtà a tutti piacevano questo tipo di esperienze.

«Oh, attento» esclamando lo afferrò al volo dopo uno scivolone. Leggermente flesso sulle gambe, Nelson era proprio nelle sue braccia che lo guardava in quei suoi occhi verdi attraverso le lenti.
«Grazie Ceso» gli disse cercando poi di mettersi in piedi.
«Tutto apposto? Ti sei fatta male alla caviglia?»
«Ma no, tranquillo. È tutto okay. Devo solo stare più attento» lo rassicurò.

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Io, Te e le Lucciole || CelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora