𝒫𝒶𝑔𝒾𝓃𝒶 𝟫

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«Cosa?» lo incitava a parlare.
Quando all'improvviso, invece delle parole, arrivò un gesto.
Mentre aspettava che replicasse, si sentì sfiorare le dita.
Non aveva il coraggio di abbassare lo sguardo per vedere.
Lento, posò poi la mano su quella di Cesare lasciando poi  scivolare le dita in un intreccio dolce.
Aveva le guance in fiamme, ma si era deciso a fare un passo verso l'altro.
«...Sono contento di esser qui con te adesso» ribadì confermando il gesto appena compiuto.
Nonostante quello a cui Cesare pensava da tempo si stesse forse avverando sotto i suoi occhi, restò immobile. Pietrificato, scioccato da quello che aveva fatto.
«Nelson...» fissando le stelle lo richiamò.
«Che c'è?» rispose domandando.
«Ti devo dire una cosa» disse buttando in fuori l'aria dalla bocca insieme alle parole.
«Alzati» lo invitò a mettersi seduto.
Con le mani ancora unite si stavano guardando negli occhi.
Cesare, prima di questo momento, aveva recitato un sacco di volte questa scena nella sua mente. Ma adesso, le parole erano bloccate nel suo petto accompagnate dal battito del suo cuore accelerato. Non sapeva come dirglielo, ma sentiva che poteva ora
«Chiudi gli occhi»
«No Cesare, che devi fare?» pensava al peggio.
«Ti fidi di me?» chiese ancora.
«Sì» sbuffando leggero, pronunciò serrando gli occhi.
«Cesare...»
«Stai tranquillo Nelson»
Era il tempo di azzerare le parole e le distanze!
Gli prese il viso tra entrambe le mani.
«Mi hai spaventato» sobbalzò leggero sorridendo, suscitando una risata in Cesare.
Con i pollici gli accarezzò la barba che delineava le guance.
Dall'altra parte c'era solo silenzio.
Spostandosi in avanti arrivò a toccare le gambe di Nelson con le proprie.
«Che fai Cesare...?» a tono basso quasi domandò.
«Ssh...»
Si fece più avanti con il busto e la testa ponendosi di fronte il suo viso.
«Cosa vuoi fare...?» sempre ad occhi chiusi, disse in un fioco bisbiglio che finì proprio sulle labbra dell'altro, estremamente vicine alle sue.
«Vuoi che mi allontani?» rispondendo con un'altra domanda, mormorò debole sfiorando appena le sue labbra mentre parlava.
«Non ho detto questo...» quasi impercettibile replicò, sentendo di nuovo appena quelle morbide labbra.
Covinto, gli stampò un bacio premendo le sue labbra su quelle di Nelson. Non fu una cosa rapida.
Era un bacio ricercato, aspettato, voluto!
Si staccò poi guardando verso il basso un po' in imbarazzo.
Nonostante diversi segnali quella sera, Cesare non era completamente certo della corrispondenza dei sentimenti che provava.
«Hey... Fallo ancora!» sicuro, come mai lo era stato, si pronunciò Nelson alzandogli la testa per guardarlo negli occhi.

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Io, Te e le Lucciole || CelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora