"Eren, dobbiamo andarcene, ho un brutto presentimento".
Alzai il capo e lo guardai in viso, tremai non appena mi accorsi che la sua espressione era mutata, passata dalla felicità all'ira più profonda. La linea delle sopracciglia marcata, lo sguardo corrucciato in una severa espressione, gli occhi fissi in un punto imprecisato. Qualcosa non andava.
Annuì e mi trascinò in una casa semi distrutta poco distante da quella che era ormai il cumulo di macerie della mia. All'interno non vi era rimasto granché, poche cose erano rimaste intatte, sembrava che tutto fosse stato lasciato lì in un attimo, senza neanche avere il tempo di recuperare i propri affetti personali.
Sulla mensola tronava una foto di una famiglia felice, mamma, papà e due splendidi figli dagli occhioni azzurri. Che ne era stato di loro? Osservai con cura quella foto, me la portai al petto e strinsi quell'oggetto inanimato quasi come se fosse parte di me, quasi come se fosse mia madre, ed ora fosse lì davanti a me pronta a salutarmi con il suo solito modo buffo di fare.
Mamma non temere, verrò a salvarti costi quel costi.
"Cosa facciamo Levi" ero disperato, un misto tra rabbia e depressione, cosa sarebbe successo se non fossi arrivato in tempo? Non volevo neanche pensare a quel tipo di scenario.
"Eren, dobbiamo parlare – Levi era scosso, lo si vedeva dallo sguardo truce sul suo volto, mi girai di scatto non appena pronunciò le frasi che seguirono - Non ti ho detto tutta la verità sulla profezia, ora è tempo che tu sappia, non posso più tirarmi indietro –lo vidi adagiarsi su una sedia, portarsi le mani alle tempie e inclinarsi verso di me – ora ascolta bene le mie parole Eren, mia madre oltre a quello che ti ho già detto, aveva aggiunto un'ultima frase prima di morire.
"In una notte di luna piena giungerà dal mare un uomo metà pesce e metà umano, capace di distruggere colui che per anni ha messo in catene il suo popolo, lo riconoscerai poiché ti porterà in dono un oggetto che ti farà ricordare di me, figlio mio, guarda l'orizzonte, mi troverai lì a darti la forza che ti necessita, non temere la morte poiché un giorno, il giorno in cui ti sacrificherai per proteggere un amore proibito, nato tra terra e mare, sarò lì al tuo fianco pronta ad accoglierti"
"Capisci cosa volesse dire? Tutta questa storia segue un filo logico, e io al momento giusto dovrò morire"
Restai pietrificato.
"Quindi Eren Yeager, resterai al mio fianco fino alla fine dei miei giorni?" mi porse la sua mano e si allungò verso di me, sembrava quasi una proposta di matrimonio priva d'anello.
Non riuscì a trovare le parole adatte, troppe emozioni, troppa disperazione, avrei perso mia madre e l'amore della mia vita in un colpo solo.
Strinsi la mia mano nella sua, "Non ti lascerò morire, sei la cosa più bella che mi sia capitata in 20 anni di vita" accennai ad un sorriso e lo trascinai tra le mie braccia baciandolo appassionatamente. Fu un bacio lungo, appassionato, carico d'amore e di un addio a cui non avrei mai voluto pensare.
Eppure, mentre le nostre bocche si univano, pensai che non avrei permesso nulla di tutto ciò, ero ancora più determinato ora che la posta in gioco era molto più alta. Era giunto il momento di smettere di lagnarsi, di prendere in mano la propria vita e smetterla di farsi trattare come la principessa perennemente in pericolo, ero un uomo fatto e finito, grande e grosso e seppur le mie minime, infime possibilità di riuscita, non avrei permesso altre cattiverie, altre ingiustizie oltre a quelle che già avevo subito io, Levi con la sua famiglia e il mio popolo.
Facevo parte di un popolo sottomesso da millenni, ora era giusto il momento di cambiare le cose, di ribaltare la situazione a nostro favore e smetterla con quell'oppressione inutile fatta di inutili leggi proibitive.
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Atlantia [ErenxLevi]
FanfictionErenXLevi AU Sin da quando eravamo piccoli, ci era da sempre stato ribadito che era per colpa degli esseri umani se eravamo costretti in quel mondo, chiesi molte volte se quest'ultimi fossero realmente così terribili come venivano puntualmente descr...