°The end°

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"Figlio mio?!?!" io e Levi ci guardammo esterrefatti.

"Ma come? Mia madre ha sempre detto che mio padre era morto!"

"Tua madre ha mentito, mi spiace che non ti abbia detto la verità, vieni figliolo dai un abbraccio al tuo vecchio padre!" guardai Levi sorpreso e esterrefatto tanto quanto me.

Con un lieve colpo di coda avanzai piano piano verso quell'essere che si definiva mio padre, mia madre mi aveva mentito, ma come poteva essere? La stessa donna che mi aveva messo al mondo e anno dopo anno, mi aveva giurato e spergiurato di dirmi sempre la verità, non avrebbe mai fatto una cosa simile e se ipoteticamente lo avesse fatto, lo avrebbe fatto solo per il mio bene.

Nel mentre mi avvicinavo sempre di più a quello sconosciuto, il mio cuore batteva forte, lo sentivo rimbombare nelle orecchie, il corpo tremava, la testa finiva sempre su quello strano pensiero che mi ronzava nella mente, mia madre mi aveva mentito, mi aveva ingannato su una cosa così importante e la cosa, mi portava ad essere triste e felice allo stesso momento. L'avrei salvata e avrei chiesto spiegazioni, si questa era la soluzione migliore, parlarle e chiederle perché.

Non appena tornai ad essere cosciente di quello che avevo intorno, mi ritrovai ad essere sempre più vicino a quell'uomo, sempre meno spazio mi divideva da mio padre, avrei dovuto cominciare a chiamarlo così d'ora in poi. Allungai un braccio come per abbracciarlo ma non non appena il mio sguardo si posò sulle sue mani, un qualcosa di stranamente famigliare, mi fece sgranare gli occhi.

"LEEEEEVIIII SCAPPPAAAA!" non feci in tempo ad urlare, che dalla mano di quell'uomo ne uscì un fulmine andando a colpire un punto imprecisato vicino alla mia coda. L'avevo scansato per pochissimo, qualche centimetro più in là e del mio corpo, non sarebbe rimasta che cenere.

"MALEDETTO! DOVE SI TROVA MIA MADRE? CHE NE HAI FATTO DI POSEIDONE?" urlai con tutta la voce che ebbi in corpo, ero arrabbiato, avrei voluto soffocarlo sotto le mie mani e sentirlo pregare di lasciarlo libero.

Seguì una fragorosa risata e con uno schiocco di dita, tutto ciò che avevo intorno cominciò a roteare, la mia coda e quella di Levi tornarono ad essere vere e proprie gambe con tutti i dolori annessi, ritrovandoci sfortunatamente ancora una volta in quell'arena, dove già una volta si era consumata una tragedia.

Mia madre riversa a terra immobile, priva di sensi, dall'altro lato un uomo, un giovane uomo con i capelli scuri e gli occhi azzurri, giaceva in una pozza di sangue, con gli arti inferiori spezzati.

"Benvenuti a casa mia, Levi ti ricorda qualcosa questo posto?" ghignò Zeus.

"BASTARDO! Ti ucciderò con le mie stesse mani" Levi era furibondo, gli occhi ridotti a due fessure, il grigio delle sue iridi era diventato nero come la pece.

"Eren, va da tua madre, ci penso io a lui" non mi aveva mai parlato con un tono così serio.

Lo vidi concentrarsi, sussurrare un qualcosa e in un attimo la sua armatura gli si posò addosso. Per la prima volta lo vidi con quello splendore addosso, sembrava tutt'altro che una semplice armatura da soldato, sembrava forgiata dal più abile dei fabbri, gli fasciava il corpo in maniera perfetta, non impedendolo nei movimenti. Il suo scudo, ritraeva un girasole con all'interno due spade che si intrecciavano, sua madre era accanto a lui anche in quel momento, la sua spada argentea e brillante proprio al suo fianco, pronta per essere sguainata nel momento esatto.

"Levi, mio caro ragazzo, tua madre ti ha già avvertito su che fine farai, perché insisti nel tuo percorso?"

"Perché sei un essere schifoso, e non ti permetterò più altre ingiustizie!" urlò il moro.

Vidi Levi scattare in avanti come un fulmine, Zeus alzare una mano e rimbalzarlo indietro come una pallina da tennis.

"Non lo capisci che sono molto più forte di te?" Zeus nuovamente riempì quell'arena di una risata fragorosa ma allo stesso tempo da far venire i brividi.

Atlantia [ErenxLevi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora