2 - Spero che danzerai

278 27 0
                                    

18/04/1996

«Piacere, sono Taehyung.» disse il castano sorridendo al ragazzo di fronte a lui che rimase sconvolto a bocca schiusa accarezzato dal vento. Quest'ultimo si scostò una ciocca corvina dal viso e ingoiò un groppo alla gola.

«C-che cos'è un esperimento sociale?» chiese poi con una piccola voce, mentre si voltava alla ricerca di possibili telecamere osservando dappertutto. L'altro rise leggermente scuotendo la testa lasciando l'altro più confuso e con gli occhioni lucidi.

«No... Mi stavo veramente per ammazzare, ma poi sei arrivato tu e beh- lo sai già.» rispose serio il castano affacciandosi alla ringhiera. L'altro a quel punto si allarmò di nuovo scattando verso di lui, afferrandogli il braccio.

A quel tocco Taehyung si voltò scioccato guardando poi le mani affusolate del ragazzo che stringevano la presa tremanti.

«Per favore sediamoci... Non voglio vederti qui davanti, okay?» sussurrò mentre trascinava lentamente il castano verso la panchina facendolo sedere. Appena si sedettero il corvino cercò di fare un sorriso rassicurante passandosi le mani sui suoi jeans chiari.

«Io mi chiamo Jungkook.» disse poi porgendogli la mano coperta a metà dalla manica della felpa. Se la strinsero e da ciò Taehyung poté constatare che fossero le mani più morbide che aveva toccato in vita sua.

«Che ci fai qui in giro?» gli domandò poi curioso, visto che lui si stava per buttare in un lago alle quattro di notte e che venne avvistato come se fossero state giusto le quattro del pomeriggio.

«Ho lavorato da mio zio che ha un ristorante qui vicino... E stavo tornando a casa a piedi siccome nessuno poteva venirmi a prendere.» rispose guardando il panorama di fronte a sé. Taehyung annuì incantato ad osservare i suoi lineamenti dolci e la sua pelle chiara che contrastava con il colore dei suoi capelli neri come la pece.

Ma appena quest'ultimo tornò a guardarlo gli tolse gli occhi di dosso nel panico, sperando che non se ne fosse accorto che lo stava guardando insistentemente. Appena notò che vi era silenzio ebbe il timore che si alzasse tra un momento all'altro e che se ne sarebbe andato via, perciò fece un sospiro pesante.

«Ti va di fare una camminata?» disse invece Jungkook gentilmente alzandosi dalla panchina e ciò rese Taehyung più sereno. Annuì ricambiando il sorriso e si alzò dalla panchina, aspettando che il corvino cominciasse a camminare per capire in quale direzione fossero diretti.

*

«In realtà sarei dovuto tornare a casa qualche minuto fa... Spero che i miei non siano preoccupati.» disse soprappensiero il corvino camminando lentamente, mentre osservava le sue scarpe. Attirò l'attenzione del castano, che lo guardò curioso.

«Quanti anni hai?» domandò Taehyung con forse fin troppa curiosità, visto che fece ridacchiare Jungkook che nascose il viso nella felpa. Rimase in silenzio per mantenere un po' di mistero, e dopo alzò lo sguardo verso la strada con un piccolo sorriso.

«Quanti me ne dai?» chiese voltandosi verso Taehyung alzando un sopracciglio. Il castano si trovò in difficoltà per un momento, avendo la paura di dare una risposta errata, sapendo perfettamente che era facile rimanere offesi se una persona dovesse sbagliare l'età.

«Ehm... D-diciassette? Diciotto!» immediatamente si corresse ad alta voce allungando le braccia avanti a sé, regalando così delle risate al corvino. La sua ansia e preoccupazione svanì appena ne udì il suono, addolcendo la sua espressione in un caldo sorriso.

«Indovinato... Diciotto.» rispose Jungkook soddisfatto della risposta.

«Vai ancora a scuola quindi.»

The lake's bench -ἐλπίς- || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora