Capitolo 13

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È il 24 dicembre, Louis ancora dorme ed è il suo compleanno. Harry lo sta guardando accarezzandogli piano i  capelli.

Ha le labbra rosee leggermente separate e sta respirando piano, mormorando qualcosa nel sonno ogni tanto. Harry, mentre lo osserva e ridacchia, pensa a cosa regalargli. Pensava ad una cena in un ristorante che prepara pietanze tipiche della città e quello è quasi sicuro, ma voleva regalargli pure qualcosa di materiale.

Louis si agita un po’ nel sonno e Harry non può fare a meno di stringerlo e sussurrargli che va tutto bene.

Ma Louis si rannicchia su sé stesso e piagnucola, stringendo i pugni e tremando.

Sicuramente un altro incubo.

Harry lo stringe un po’ più forte e comincia a chiamarlo per nome cercando di svegliarlo.

Il ragazzo però supplica di smetterla, di non urlare e di non picchiarlo, e ancora l’uomo non sa se sta sognando Jake o suo padre.

Quando Louis urla nel sonno e spalanca gli occhi scuotendo la testa velocemente, la prima cosa che Harry fa è prenderlo tra le braccia e baciargli le guance.

“Lou, ehi” la voce di Harry è un po’ più roca del solito, Louis si schiarisce la gola, sentendola improvvisamente secca.

Il ragazzo stringe tra le mani la maglia di Harry, che gli accarezza piano la testa. Louis tira su col naso e poi si rilassa, lasciando andare la tensione.

“…Grazie” borbotta Louis, il grazie che scivola piano contro il collo di Harry, come il suo respiro.

“È tutto okay”.

E si, lo è davvero per Louis.

Dopo dieci minuti che sono così sdraiati, Louis propone di alzarsi, un po’ deluso che Harry non gli abbia fatto gli auguri per il suo compleanno.

Harry annuisce, stringendolo un attimo ancora per poi lasciarlo andare e sussurrare: “Auguri, Loulou”.

Il cuore di Louis scoppia di gioia perché Harry si è ricordato che è il suo compleanno e, dallo sguardo che ha l’uomo davanti a lui, forse ha una sorpresa per lui. E ne è sicuro quando Harry gli dice che ha una sorpresa per lui, come regalo.

Si preparano velocemente e vanno a fare colazione nel bar dell’hotel, per poi uscire ed andare a fare un giro per la città.

Sono due giorni che sono lì e Louis ha scritto più che poteva su Ferrara per la rubrica; Harry ha fatto moltissime foto, forse fin troppe, di cui circa il 99,9% vede come protagonista il ragazzo più giovane.

Louis ovviamente non ha smesso di lamentarsi per neanche un secondo di questa cosa, dicendo che poi gli avrebbe chiesto cinque euro, si perché siamo in Italia e io voglio gli euro, ovviamente Harry non glieli ha dati.

Camminano attorno al castello, osservando le persone che camminano esattamente come loro, godendosi finalmente le vacanze natalizie.

Dopo un po’ che passeggiano raggiungono la pista di pattinaggio, occupata da qualche bambino, che forse sono i figli dei proprietari e da qualche ragazzino con gli amici.

Louis la osserva con sguardo sognante e Harry non resiste.

“Ti va di fare un giro?” gli propone contro l’orecchio. Louis si sposta piano, guardandolo con un sorriso ed annuendo.

Harry lo porta a prendere i pattini e, per fortuna, prima di andare lì si è guardato come sono le misure dei vestiti e delle scarpe, perché le indicano in modo diverso gli italiani.

Louis in Italia porta un 40 di piede, mentre lui un 44.

L’uomo all’interno della casina di legno lo guarda male quando chiede i numeri in inglese, ma lo capisce e gli porge le due paia di pattini.

Si siedono su una delle panchine per mettersi i pattini e Louis si ritrova con una gamba su quella di Harry, che gli allaccia dolcemente i pattini blu ai piedi.

Un gruppo di ragazzine li guarda con occhi sognanti, come se anche loro volessero che un ragazzo facesse una cosa del genere, di sicuro nessuno di quei ragazzi in pista però farebbe una cosa del genere. Anche se ora stanno parlottando tra loro e guardando verso le ragazze che si stanno mettendo i pattini.

Una volta sistemati i loro, di pattini, Harry si avvicina alla cassa per pagare mentre Louis va in pista.

Si tiene al bordo e lo aspetta lì, sorridendogli con le guance rosso fuoco.

Quando Harry si avvicina, chinandosi un po’ con la testa per baciargli le guance, Louis sussurra: “Haz, sono impedito a pattinare…voglio dire, non l’ho mai fatto prima”.

I suoi occhi sono meravigliosi e luminosi e azzurri.

“Beh, in realtà…neanche io” dice Harry, sollevando le spalle e prendendogli la mano, e nonostante sia coperta dal guanto Louis può sentire quanto sia calda in realtà.

“Ah beh, siamo messi bene allora!” Louis lo prende in giro. Harry lo fissa con un’espressione oltraggiata, ma poi ride quando vede che Louis sta per scusarsi.

Cominciano a pattinare con calma intorno al bordo del pista, scoprendo così che Louis in realtà sembra esserci nato sui pattini, mentre Harry sembra avere dei grossi problemi con la gravità sul ghiaccio.

Louis ride di gusto tutte le volte che Harry cade e l’uomo a volte si lascia cadere di proposito, solo per vedere le rughette d’espressione attorno gli occhi di Louis un’altra volta ancora, ancora, ancora, sempre.

Vuole essere il motivo del sorriso di Louis sempre, senza interferenze, senza problemi.

Quando Harry cade per quella che deve essere la cinquantesima volta, Louis ride ancora. Presto, però, la sua espressione si trasforma da divertita, a sorpresa ed infine a spaventata, perché Harry se l’è tirato addosso, facendolo cadere per la prima volta sul ghiaccio freddo.

Alcuni ragazzini passandogli vicino urlano qualcosa che suona molto come un’offesa, ma i due non se ne curano, troppo presi a perdersi negli occhi dell’altro.

“Louis…” Harry vuole chiedere al ragazzo (oramai dovrebbe smetterla di chiamarlo così e definirlo uomo, Louis ha già ventitré anni) di baciarlo, ma Louis scuote la testa e lo implora: “Fallo e basta”.

Harry sporge un po’ di più il collo mentre Louis porta una mano a stringere i capelli dell’uomo, premendo le labbra contro le sue.

Harry sospira di sollievo appena le sue labbra toccano quelle del giornalista, sorridendo felice.

Le labbra di Louis sono morbide e non importa se ha tanti piccoli taglietti sulle labbra a causa del freddo, sono perfette da baciare per le sue labbra rosse e carnose.

Louis, strano a dirsi, sfiora con la lingua il labbro di Harry, per poi lasciare che la lingua del professore incontri la sua, facendole unire insieme.

Hanno entrambi aspettato molto per questo momento e ora non riescono a credere di aver finalmente questa occasione. Rimangono a baciarsi finche il ragazzo dei pattini si avvicina e gli spiega in inglese che non posso stare li sdraiati a mangiarvi la faccia a vicenda.

Quindi, si sollevano e Harry sussurra contro l’orecchio di Louis: “So che forse è presto, ma vorrei tanto fare l’amore con te”.

E si, Harry ha ragione: è troppo presto. 

Hi popolo di Wattpad. 

Ecco a voi un'altro capitolo della mia storia, della quale sono perdutamente innamorata. 

Comunque, avete letto cosa succede alla fine? Mio dio Haz! 

comunque mi dispiace dirvi che vi lascio così, il prossimo capitolo ancora non l'ho revisionato e ci metto sempre sei anni a farlo. 

a presto!

The Fault In His Green Eyes || Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora