Capitolo 9

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Harry saluta l’agente della polizia, che se ne va finalmente da casa sua, dopo aver interrogato sia Louis che lui. Sono le tre del pomeriggio ed è stanco morto, Louis si è addormentato sul divano subito dopo aver raccontato tutta la storia della sua vita.

Harry ha risposto alle domande davanti ad una tazza di thè, mentre si fasciava la mano.

Si è procurato dei tagli e delle nocche viola picchiando Jake, ma ne è valsa la pena per difendere Louis.

L’agente non gli ha chiesto molto, solo se avesse picchiato Jake per legittima difesa e che cosa sapeva di Louis. Harry in effetti non sapeva molto, ma l’agente è rimasto così tanto perché ha chiesto qualche cosa pure a Liam, Niall e Zayn, che non sapevano molto, se non gli eventi accaduti nel bar.

Ora sono tutti a casa sua, i suoi due alunni hanno insistito per venire, dicendo di essere amici di Louis, e Louis era più che contento di lasciarli venire con loro.

Louis sta dormendo con la testa appoggiata sulla cosce magre di Niall, mentre i suoi piedi vengono massaggiati da Zayn, che guarda la TV con aria pensosa.

Liam è in cucina e sta bevendo del thè. Quando il padrone di casa arriva in cucina Liam gli sorride osservandolo mentre si siede e sbatte il pugno contro il tavolo, gemendo subito dopo di dolore.

“Dio” sussurra Harry, passandosi una mano tra i capelli.

“Ora starà  bene, vedrai” prova a rassicuralo Liam, evidentemente funziona perché Harry gli sorride e va a sedersi in salotto.

“Dorme ancora, professore” sussurra Zayn, senza smettere di massaggiare i suoi piedi.

“È okay se mi chiami per nome, sai?” gli sorride triste. Zayn annuisce, sorridendo con un qualcosa vagamente simile ad una smorfia.

Harry si siede ai piedi del divano, vicino al viso di Louis che ancora riposa poggiato sulle cosce di Niall, l’espressione rilassata di chi sa che la vita è bella o, in questo caso, di chi sta sognando una vita bella.

Ma Harry gli darà la vita che vuole, lo farà stare bene, perché se lo merita, dopo tutto ciò che ha passato se lo merita sul serio.

Louis arriccia appena le labbra nel sonno e le sue palpebre si muovo, segno che forse si sta per svegliare. Harry lo fissa sorridendo appena, sapendo bene di avere gli occhi di tutti i presenti su di sé.

I loro visi sono così vicini e il più giovane, nonostante abbia un livido sulla guancia e il labbro rotto, gli appare così bello, così etereo.

Non ha idea del perché gli sembra così meraviglioso, ma ora Louis lo sta guardando, le labbra leggermente separate e un sorriso dolce sulle labbra, e finalmente capisce perché lo trova meraviglioso: è così innamorato di lui.

“Ehi” sussurra piano Louis, portando un dito alla fossetta dell’uomo di fronte a lui.

“Ehi” risponde Harry, portando la sua mano verso i capelli di Louis.

Rimangono in quella posizione per quella che sembra un’eternità, poi Niall tossisce facendo segno che vorrebbe alzarsi, per andare a casa.

Louis si alza, sedendosi e continuando a sorridere verso Harry, come se fosse l’unica persona nella stanza. Lo guarda esattamente come vorrebbe essere guardato: lo ha visto molte volte, in modo diverso, ma continua a guardarlo nello stesso identico modo, come se fosse la prima volta che lo vede.

Gli altri ragazzi, si vestono e poi escono, salutandoli allegramente con degli sguardi, Liam ad Harry e Niall e Zayn a Louis, che fanno intendere che sanno cosa accadrà da lì a poco.

Harry chiude la porta, salutando un’ultima volta i suoi alunni e il suo migliore amico, poi torna da Louis, che si è coperto con una squallida coperta che era da sempre appoggiata sul suo divano.

Si siede al lato opposto di Louis, una gamba piegata sul divano e l’altra a terra, fissa un po’ il ragazzo rannicchiato dall’altra parte del divano e poi lo chiama, allargando le braccia, per dirgli che può andare a stendersi con lui.

Louis non se lo fa ripetere due volte, gattona sul divano verso Harry e si siede in grembo all’uomo, appoggiando la testa nell’incavo del collo di Harry, che porta una mano tra i suoi capelli, massaggiandogli la cute.

Louis si lascia andare ad un sospiro di sollievo, mentre rilassa piano i muscoli e biascica qualcosa contro il suo collo.

Harry ridacchia e chiede: “Cosa?”.

“Mi ricordi mia madre” sussurra ancora Louis, gli occhi stretti per non far uscire le lacrime.

Harry lo stringe un po’ più forte, sentendo Louis continuare a parlare: “Mi prendeva in braccio nello stesso modo, sai?”.

“Davvero?” chiede Harry, baciandogli la tempia quando sente un singhiozzo scuotere il suo corpo.

“Si e poi mi massaggiava la testa -- si, così -- perché sapeva che detestavo i massaggi nella schiena”. Una risata triste esce dalle labbra di Louis, mentre anche le lacrime escono dai suoi occhi.

“Scommetto che coi miei massaggi ti ricrederesti” ridacchia Harry contro il suo orecchio.

Louis ride con lui, aggrappandosi con le braccia al suo collo e arrossendo al pensiero di quello che sta per dire, preparandosi un discorso nella testa.

“Sai…” comincia, ma si interrompe, non essendo del tutto convinto delle sue parole.

Il riccio spegne la televisione, rimasta accesa dopo che gli altri ragazzi se ne sono andati, e Louis capisce che ha la completa attenzione del l’uomo.

“Sono alquanto terrorizzato -- no, tranquillo -- intendo da quello che provo per te” stringe forte la maglia di Harry tra le mani, mordendosi il labbro “Non so se sono, forse, innamorato di te…o del fatto che mi stai aiutando, non lo so. E ne ho paura” la mano di Harry cerca quella di Louis e, una volta trovata, la stringe.

“Credo che abbiamo lo stesso problema”. 

The Fault In His Green Eyes || Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora