Erano quasi due mesi che ero chiusa in casa per via del lockdown, i miei orari erano sballati, dormivo di giorno e stavo sveglia la notte a leggere, scrivere o a guardare qualche serie TV demenziale.
La mia vita sociale non era alle stelle e non ho sofferto molto chiusa in casa, al contrario dei miei pensieri che si facevano strada nel mio cervello e uscivano piano piano manifestandosi sul mio corpo. Cercavo semplicemente di non pensarci troppo, ma quando sei razionale il tuo cervello viaggia alla velocità della luce e i pensieri sono così numerosi che a volte si fa fatica ad ascoltarli.
Ogni sera facevo la video chiamata con le solite amiche, Rose e Violet, ma non avevo niente da dire, a volte facevo finta di essermi addormentata perché semplicemente non avevo voglia di rispondere. Con Rose avevamo numerose chiacchierate mattutine e pomeridiane nel quale mi confidava i suoi pensieri e io cercavo di aiutarla, il che ha funzionato e mi ha fatto piacere.
Durante questo periodo ho conosciuto un ragazzo, Alex, ci siamo sentiti per due mesi ininterrottamente, anche per telefono, non solo per messaggio ma talvolta la sua presenza mi infastidiva, era troppo pesante, soffocante e odio le persone così. Era molto invadente con le sue telefonate e non rispondevo nella maggior parte dei casi. Ci siamo anche visti in video chiamata e il suo aspetto fisico mi colpì molto, ma nel resto poco e niente. La sua voce mi metteva molta ansia, angoscia e i suoi sospiri scaturivano in me improvvise scariche di panico che mi costringevano ad aprire la finestra anche se fuori l'aria era gelida. Sentivo la mia testa scoppiare, dentro di me sapevo realmente il motivo ma, volevo solo negarlo a me stessa per tutta la vita. Non avevo le palle per ammetterlo, non ancora.
Per fortuna avevo la macchinetta fotografica con me, sempre pronta a darmi qualche soddisfazione, e fu proprio in quel periodo che feci la mia prima foto alla luna, ero felicissima e spensierata, rimasi sveglia tutta la notte per cogliere ogni suo dettaglio e ogni suo angolo. Dopo tanto, mi sentivo libera.
Alex quella sera continuava a chiamarmi anche se gli avevo ribadito più volte di essere impegnata, cazzo che nervi. Stringo i pugni e faccio finta di non pensarci, non posso sempre scappare dopo Christopher. Magari sono io il problema. Sicuramente questa ansia non mi lasciava vivere come volevo. Era tutto nella mia testa, nulla in più. Finita la quarantena uscirò con Alex e fine della storia.
Sento vibrare qualcosa sotto la mia testa, mannaggia che mal di testa. Sapevo che non dovevo passare la notte in bianco, ma è più forte di me. Guardo il telefono con ancora un occhio socchiuso per il sonno, è Alex. Ignoro la chiamata e mi alzo dirigendomi velocemente sotto il getto di acqua calda della doccia che mi abbraccia. Mi accorgo di Lucy che mi osserva da fuori scodinzolando aspettando le sue solite coccole, è la mia ombra.
La giornata trascorre noiosa, come sempre, Alex sempre più soffocante ed io che ignoro i suoi messaggio sempre più spesso. Ma perchè non riesco a mantenere una relazione stabile con nessuno?. Beh, il motivo lo so, ma ho paura ad ammetterlo. Sento mia madre chiamarmi per la cena.
<<Amore è pronto!>>. Mi incammino svogliatamente verso la nostra piccola tavernetta, sento il fuoco che scoppietta dietro di me e cerco di rilassare ogni muscolo. Ed eccole che iniziano a solcare le guance le lacrime, che da troppo non sentivo a bagnarmi il viso. Sprofondo in un pianto liberatorio, disperato, e sofferto. Avevo addirittura il singhiozzo. Sentivo la zampina di Lucy sul mio ginocchio e lo sguardo di mia madre addosso che con preoccupazione mi chiede: <<Che succede? Cosa ti è preso stasera?>>. Io non riuscivo a guardarla in faccia. Il mio cervello era esploso, non capivo più niente, nemmeno me stessa. Dissi la verità, o almeno in parte ci provai. <<Mamma, non mi piace nessuno>>. Lei mi guarda di sottecchi e si avvicina ai miei capelli accarezzandoli. E tutto d'un tratto mi pone una domanda alla quale restai di sasso: <<Sei lesbica?>>. Io mi asciugai con la manica del maglioncino la faccia e colta alla sprovvista risposi solo un secco no. Non lo sapevo nemmeno io. O forse sì. Perchè me lo aveva chiesto? E perchè io mi sento così male davanti a questa domanda?. Dovevo riordinare la materia grigia dentro la mia testa il prima possibile, una ragazza di ventidue anni certe cose dovrebbe saperle, perchè invece non riesco ad accettare l'idea?. Cosa c'era di sbagliato dentro di me? Perchè ogni rapporto umano maschile lo lasciavo il balia del fato lasciando tutto incompleto? Perchè scappavo?. Troppe domande si facevano strada dentro di me, l'aria era diventata irrespirabile, pesante, era piombo.
Quella sera stessa Alex superò il limite, spaventandomi con il suo modo di fare, io sbottai e decisi di non voler proseguire questa possibile futura frequentazione, ovviamente non comprese e continuò ad insistere, alla fine non ricevette più nessuna risposta da parte mia, se ne sarebbe fatto una ragione prima o poi.
Quella notte pensai tutto il tempo ai miei sentimenti provati in passato per Christopher e Allyson, analizzando tutto, anche ogni minimo dettaglio e mi accorsi che non c'era metodo di paragone. Lui si era rifatto una vita e dicono che quando la tua prima storia d'amore riesce a voltare pagina dentro te ci sia sempre quel piccolo senso di gelosia, ma dentro di me non era così, mi feci solo una grossa risata per il contesto, era meno del nulla. Indifferenza pura.
Dovevo capire. Chi è Isabelle?.Presi il mio cellulare ed entrai in un sito per incontri, misi reazioni positive a persone a caso ed ecco che arriva il primo messaggio, Larry, 27 anni, lavora in un supermercato. Bene, a noi due.
Probabilmente mi sarei sentita in colpa per tutta la vita, avevo le mie intenzioni e feci di testa mia. Avevo bisogno di capire realmente chi ero.
Finalmente a distanza di poco avrei avuto le mie risposte, ma ancora non lo sapevo.
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Enjoy the silence.
ChickLitCan't you understand? Oh my little girl All I ever wanted All I ever needed Is here in my arms