CAPITOLO 1

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Mi svegliai di colpo quando l'aereo ebbe un leggero vuoto d'aria, ascoltavo la musica sul mio vecchissimo ipod, in quel momento nelle cuffie suonavano i 5sos con ''Amnesia''. Una ragazza che era seduta accanto a me mi chiese una cuffietta, lei adorava i 5sos. Finita la canzone si presentò: «Piacere Nicole, ho 17 anni, dove stai andando tu?» Mi tese una mano e capii che voleva glie la stringessi per fare anche io la mia presentazione. Io non sono una ragazza che ama parlare con gli sconosciuti tantomeno se sono chiacchieroni. Quindi mi limitai a: «Piacere Emily, sto andando a Miami da mio padre». Gli esplose un enorme sorriso in faccia. Quella ragazza era veramente bella, aveva dei lunghi capelli castani, erano mossi, aveva la frangetta, come quella che si fanno le bambine, era alta e snella. Poco dopo me la trovai quasi in braccio che urlicchiava «Eiii ma anche io sto andando a Miami da mio padre, frequenterò la East Pacific College» Magnifico, una perfetta sconosciuta avrebbe frequentato la mia stessa scuola e forse saremmo state anche nella stessa classe.

Parlai con la ragazza al mio fianco per il resto del viaggio, ci scambiammo i numeri di telefono e ci promettemmo di farci mettere nella stessa classe, conoscendola meglio era davvero simpatica quella ragazza, il tipo di amica di cui avrei avuto bisogno...

Arrivata all'aeroporto di Miami vidi la seconda cosa più imbarazzante della mia vita dopo la valigia di Minnie: mio padre con un cartoncino tenuto tra le sue mani con su scritto "aspetto la mia bellissima bambina". Diventai tutta rossa, trascinai mio padre al ritiro bagagli prendendolo per un braccio, «No dico papà ma ti sei impazzito? Ho 17 anni non 5» Si scusò varie volte per il gesto che era stato poco gradito.

Non appena perdonai mio padre lui mi abbracciò e iniziò a piangere come un bambino, sentivo il cuore battergli fortissimo. Amavo i suoi abbracci, li amavo da quando ero bambina, li amavo perchè mi facevano sempre sentire a casa, io amavo mio padre più di quanto ami mia madre.

Usciti dall'aeroporto vidi mio padre dirigersi verso una ferrari rossa fiammante, pensai fosse uno dei suoi scherzi, ma capii che non scherzava quando prese le chiavi e mi urlò: «Che fai sali o resti li con quella faccia nella vana speranza che qualcuno ti porti a casa dopo?» Seguii il consiglio di mio padre e salii in macchina, dovevo ancora spiegarmi come aveva fatto a comprare una ferrari ma non gli chiesi nulla aspettai che mi desse lui delle spiegazioni.

Il viaggio verso casa fu molto breve, scendemmo dalla macchina e subito mi trovai una bellissima villetta su due piani con una piscina enorme sul retro. Entrai in casa. che era lussuossissima rispetto a quella vecchia topaia in cui abitava ques'estate. Sentii un profumo di ciambellone provenire dalla cucina, quindi incuriosita entrai, trovai una donna sulla trentina che sfornava un ciambellone glassato con cicciolata, il mio fiuto non fallisce mai, appena la vidi pensai: " A quanto pare le sorprese non sono finite".

Mi avvicinai per presentarmi e lei con voce squillante urlò: «Tessa! Vieni a presentarti a tua sorella». E quindi le sorprese non erano ancora finite, chissà oggi forse avrei scoperto di essere stata adottata!

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Heeey, questo è il primo capitolo, non so se fa schifo o vi piace quindi per favore commentate sennò cancello e lo rifaccio.

Laura

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