Chapter 1º

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[CAPITOLO 1º]
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Respiro, sento nelle narici le fragranze della campagna londinese, che mi rilassa.
Oggi niente analisi, niente controlli, oggi niente spreco di tempo per una cosa che non servirà mai ma che sono costretta a fare.
Sono le 5:41, a detta del mio telefono, e quindi il sole comincia a tramontare dietro le colline che sovrastano la campagna.

Mi stringo nel mio giubbotto verde militare e faccio retromarcia verso la mia auto, pronta a tornare nel mio squallido appartamento.

Entro in macchina e poggiò la testa allo schienale del sedile.
Sospiro pesantemente e accendo il riscaldamento perché sento che mi potrei congelare da un momento all'altro.

Dopo trenta minuti di cammino arrivo in città. Vedo bambini tenuti per mano dai loro genitori, fidanzatini presi per mano, amiche prese a braccetto.
È incredibile come gesti così semplici siano anche così potenti. Una famiglia per mano indica felicità, unità e pace. Ma il suo simbolo sono due mani strette tra loro.

Come se volessero significare il loro legame, ma cosa c'è di così importanti in esse? Anche una stretta al piede è una stretta, ma perché non viene considerata segno di affetto non lo so.

E questo fa anche capire quanto l'umanità sia oggettiva per le parti anatomiche del corpo, come se un piede, un orecchio, la schiena, fossero alieni.

Arrivata a destinazione spengo il motore di quel ferro vecchio e scendo.

Salgo i tre scalini che dividono l'edificio dal marciapiede e mi dirigo in ascensore.
Prendo la chiave della stanza frugando nel borsone in pelle nera che mi porto sempre dietro.
Apro per poi entrare e chiudere la porta dietro di me.

Vedo il mio portatile ancora aperto, sul tavolo della cucina, e appoggiò le chiavi della macchina e dall'appartamento affianco ad esso. Sospiro di nuovo e mi siedo nella sedia davanti al tavolo fissando la parete/finestra della cucina. Do' una veloce occhiata allo schermo nero del computer Apple e muovo velocemente il dito sul sensore.
Subito si accende... E si impalla.

-cosa?! No, non mollarmi anche te, non mollarmi anche te in questa maledetta vita!

Compare uno sfondo nero con numeri in verde, come fosse qualche strano database. Cerco di spegnerlo ma non lo fa, e sono costretta chiuderlo per poi alzarmi dalla sedia.
Cammino freneticamente per tutta la stanza passandomi una mano nei capelli. Mi inchino e apro lo scherma del computer è noto ovviamente che non è cambiato nulla, anzi.

"Ahah ahah ahah"

Cos'era?

Mi giro verso il computer, luogo da cui proveniva quella strana risata. Mi avvicino ad esso è lo apro lentamente: la faccia di un pagliaccio incombe sullo sfondo ancora bloccato del database.

Mi siedo freneticamente sulla sedia e guardo ancora l'orrenda faccia del pagliaccio. -che cavolo succede, ora?

"Ahah ahah ahah".

Quella sua risata mi da sui nervi. Un messaggio arriva affianco al pagliaccio.

-ciao. Leggo ad alta voce.

Indecisa se digitare, le mani cominciano a sudarmi, e il cuore batte sempre più forte. Scrivo "chi sei" e clicco 'invio'.
La risposta arriva più che subito.

"Sono il pagliaccio"

"Smettila di giocare, chi sei?"

"Te lo detto, il pagliaccio!"

Mi arrendo al 'Pagliaccio' e mi metto le mani sugli occhi, tutto questo è un incubo, e fra poco mi risveglierò.

"È solo un'incubo, vero?"

"No, cara, è la realtà! Io esisto, ne vuoi una prova?"

Rabbrividisco a quelle parole e mi stringo nel mio giubbotto per la seconda volta.
Mi alzo e decido di togliermi quest'ultimo e di accendere il riscaldamento così da permettermi di stare in pantaloni della tuta e canottiera.

"Ahah ahah ahah"

Corro di nuovo in cucina verso il computer e trovo ancora quel maledetto pagliaccio.

"Eccoti la dimostrazione"

Mi allontano a piccoli passi dal tavolo, terrorizzata. La luce comincia a mancare e la lampada si fonde.

Corsi velocemente in camera mia buttando il computer per terra. Entrata in camera chiusi il più possibile la porta cercando di assicurare serratura, lucchetto e catenaccio.

Chi era? Un assassino? Un killer spietato? Uno stalker? Un semplice imbroglione?

Non lo sapevo, ma la cosa non mi interessava al massimo, perché l'unico problema per adesso era: come uscire da questo labirinto?

***
S / A:

Salve a tutte! Prima di tutto vi chiedo..

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