-INTRODUZIONE-
Pensai attentamente e più volte al significato della frase "simile a me" , cosa vuol dire? In base a cosa qualcuno è simile a te?
Forse è per il modo di pensare , di atteggiarsi , di esprimersi ma anche grazie agli interessi e ai gusti comuni. Forse a rendere una persona simile è la vicinanza tra il "mondo" di uno a quello dell'altro . Magari avvenimenti comuni che possono facilitare l'empatia , ma non necessariamente. Forse non esiste una persona simile , molto probabilmente è solo una percezione , perché ogni persona è diversa dall'altra . Ma allora perché con alcuni si tende a socializzare più facilmente e altri no? Perché al momento di scegliere a chi riporre fiducia si fa una selezione? Allora, sotto questo punto di vista la persona simile esiste eccome ; perché le persone simili a te possono capirti , perché , appunto , sono simili a te e la pensano come te e di conseguenza si comportano come avresti fatto tu ._________________________________
°•Spinn-off•°
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Parte Unica
~-Nuove persone e circostanze-
•ESTATE•
Era il 10 Luglio , una giorno come tanti: Giorgia e Caterina , due ragazze che consideravo amiche , vennero a casa mia in piscina per l'ultima volta , da lì in poi non le rividi più . Mi dispiacque parecchio perdere la loro amicizia , non avrei voluto staccarmi da loro eppure fu inevitabile. Sentivo la mancanza sopratutto di Giorgia , ogni qual volta vedessi suoi video o sue foto mi rendevo conto che un frammento di me era andato via con lei. E che , se io volessi o no , che io lo accettassi o no , mi ero veramente affezionata a lei , nonostante i nostri caratteri quasi opposti . Ricordare quel passato in cui c'era anche lei , quei giorni invernali all'ufficio di suo padre a cantare a squarcia gola , quei pigiama Party o quei confusi ricordi scolastici , mi facevano male. A causa di quella nostalgia provai e ritrovai più volte a riavvicinarmi , a simulare che il tempo non fosse passato , che tutto fosse come alle medie ; ma era inutile fingere , oramai non avevamo più nulla di SIMILE, non avevamo quel punto d'incontro. Era come se lei si fosse sdoppiata e che la nuova "Giorgia"0 avesse preso il posto della mia amica , cancellandone le tracce. Quel giorno c'era anche Angy e subito dopo questa giornata particolarmente allegra andammo in chiesa poiché avrebbero presentato il nuovo pastore¹.
~Fin da quando vidi quel ragazzino seduto davanti a me con lo sguardo rivolto verso il pulpito mi incuriosì. Pensai che fosse il figlio di qualche sorella che non viene spesso al culto e che quindi non l'avrei più rivisto; non so perché ma focalizzai la mia attenzione su di lui senza un motivo specifico. Inizialmente non ci parlavamo , mi rassegnavo a guardarlo da lontano , cercavo di non attirate l'attenzione e non fermi notare. In realtà non mi stava tanto simpatico , anzi mi era indifferente, ma almeno avrei voluto trovare il coraggio di parlarci o di iniziare una conversazione , ma , sapevo già che mi avrebbe interrotta qualcuno. Non sapevo nulla di quel ragazzino , a malapena ricordavo il suo nome , eppure , nonostante stesse con gli altri cercava sempre di introdurmi nelle conversazioni e di rendermi partecipe in qualche modo, d'altro canto io lo osservavo: le movenze , la postura , lo stile , tutto sembrava ricordare ME;le sue differenti sfumature di carattere e i suoi diversi approcci con ogni persona . In linea di massima quando stava con i coetanei , inizialmente, cercava di attirare l'attenzione parlando quasi sempre lui a voce alta ma ad un certo punto era come se si stancasse di recitare una parte , la parte del ragazzo estroverso ; e perciò si chiudeva in se stesso, almeno questo era ciò che percepivo io. Fin da subito l'ho ammirato per il suo grande potere, il suo orchestrare i coetanei a suo piacimento, il così detto potere carismatico del padre che faceva si che tutti lo ascoltassero . Questo suo "potere" da un lato mi faceva piacere , dall'altro canto mi intimorita poiché temevo che lo usasse contro di me. Avevo paura che anche lui come gli altri avrebbe iniziato a reputarsi strana, a condividere quei pensieri contorti che riguardavano me , per poi escludermi e mettermi in un angolo . Quello era un'altro motivo per cui non volevo stringere amicizia con qualcuno come lui ,ma nonostante ciò iniziai comunque ad avvicinarmi , provando prima di tutto a far parte alle conversazioni degli altri , ascoltando , stando lì ferma in piedi in attesa di parlare anch'io . A volte , però , mi stufavo ed andavo a cogliere mele , capperi , noci e schicciare quest'ultime nel muretto con la scarpa , per poi mangiare l'interno della noce , nonostante a tutti facesse schifo . Apprezzavo , però , quelle volte in cui , lui e suo fratello iniziavano a schiacciare le noci con la scarpa , o a cercarle per la strada , per poi mangiarle proprio come facevo io. A volte avevo la percezione che mi stesse seguendo anche solo con lo sguardo , non so se era vero o no ma adoravo pensarlo . Quando stavo con lui parlavo senza filtri , senza scrupoli , le poche volte che ci parlavo, che inizialmente te erano rare. Non comprendevo neanche io cosa mi stesse succedendo , cercavo di ignorarlo , di fingere che lo detestassi anche perché forse un po' lo detestavo quando forzatamente cercava di saltare all'occhio di tutti ed essere apprezzato suscitando in me il contrario di ciò che voleva ottenere . Lo stimavo quando invece mostrava le sue incertezze , quando io mi rispecchiavo in lui , quando la sua insicurezza lo portava a chiudersi oppure quando condivideva con me eventi tristi e dolorosi accaduti in passato : era in quei momenti che capivo quando fosse simile a me . Non perché volevo vederlo soffrire o perché egoisticamente credevo che mi avrebbe potuta capire ma perché notavo che quando lui era triste inconsciamente diventavo triste anch'io e quando lui era felice lo ero anch'io . Iniziò una cosiddetta amicizia che continuò in modo poco lineare , andava sù e giù , come delle montagne russe. Era un continuo sali e scendi tra fiducia e sfiducia anche senza che lui non facesse nulla , anche se questo tutto e niente era stabile. Una volta la sua famiglia venne a casa mia per pranzo ed in seguito ad una giornata allegra e divertente ebbi un crollo emotivo fin'ora inspiegato e lui , forse a vedermi triste , divento triste anche lui . In questi momenti di tristezza i suoi abbracci , quel gesto banalmente semplice , dati da lui , mi facevano stare bene . Anzi , forse era proprio la sua presenza e quella certezza che lui ci fosse , a trasformarmi . Proprio come capitava con Angy. Come se quel apparentemente inutile chiacchierare, raccontare , ascoltare e ridere lasciava dissolvere nel nulla ogni altro pensiero, era come se dimenticassi tutto , e che ogni cosa perdesse valore.
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𝓛𝓪𝓭𝓻𝓪 𝓭𝓲 𝓡𝓲𝓬𝓸𝓻𝓭𝓲
General FictionUna storia banale ma complessa ; un legame di affinità e complicità che lega due bambine prima e ragazze dopo , un'amicizia che perdura nel tempo e nonostante le circostanze . Un'intreccio di sguardi di sfida o di conforto. Idee ed emozioni che tras...