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Sentivo il tremare della terra risuonare in tutto il mio corpo, vacillare a causa delle scosse esterne ed interne.
Guardai un'ultima volta dietro di me, sperando che i compagni che avevo abbandonato alla loro sorte mi raggiungessero, come se niente di quello che avevo visto fosse realmente accaduto.
Ma l'unica cosa che continuava a muoversi era il soffitto di pietra, in procinto di cadermi in testa.
Aspettai che l'ultimo granello di polvere mi facesse lacrimare gli occhi e poi andai avanti, sull'orlo di una crisi di pianto. Come al solito fuggivo. Scappavo.
Correvo.
Era quello che mi riusciva meglio.
I sotterranei del vecchio tempio avevano una struttura molto lineare – non c'erano deviazioni da prendere o strade interrotte – ma il percorso sembrava non finire mai. Si accartocciava, si stirava, strisciava... come un serpente vivo.
Ero dentro lo stomaco di un mostro di pietra. Era immobile ma ne sentivo i respiri. Li avvertivo tra le scosse del terremoto.
Capii di starmi avvicinando alla fine quando i sussulti della terra diminuirono, segno che ero ormai lontano dal tempio in rovina. E poi c'era una biforcazione.
In particolare, le strade erano tre. Tutte le vie erano incorniciate da un piccolo arco a sesto acuto, nessuna delle quali era illuminata da un pietra elettrica. Niente luce.
«Fantastico» mormorai sarcasticamente.
Portai la mano sinistra di fronte al mio volto e l'aprii. L'Occhio oscillò un secondo sul mio palmo, per poi fermarsi. Fissai attentamente lo spacco bianco immerso nell'ovale di ossidiana, in attesa di una risposta.
Il nostro popolo aveva dato la vita per quello stupido oggetto. Poteva impegnarsi nel salvaguardarsi, almeno, e indicarmi la via giusta era il minimo indispensabile per-
«Cosa stai facendo?» La Gran Maestra Adna spuntò da uno dei tre vicoli, portando con sé una fiaccola accesa. «Non c'è rimasto molto tempo,» aggiunse prendendomi per un braccio e costringendomi a seguirla «dobbiamo muoverci.»
Non si era stupita. Non mi aveva chiesto il perché fossi venuta da sola. Dove erano gli altri.
«Ma-Adna...»
«Non abbiamo tempo per piangere i caduti» mi fermò la donna, interrompendo le mie parole. Dal suo volto non traspariva alcuna espressione ma la sua mano nodosa, avvolta attorno al mio polso, mi stringeva in una presa amara.
Sorpassammo un portone di pietra socchiuso, le cui ante erano incise con dalle classiche decorazioni antiche, le stesse che arricchivano le grandi mura del tempio. Lo stesso tempio che stava crollando, proprio in quel momento, sopra le nostre teste.
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Selene || Kaeya x OC x Diluc [◬]
Fanfiction[Kaeya x OC x Diluc, Genshin Impact] Selene si risveglia senza memoria in un mondo che non è il suo. Le uniche cose che riesce a ricordare sono le parole che le Gran Maestre le hanno detto prima di buttarla nel Portale Dimensionale: "Trova Varka, pr...