Capitolo 5
Non c'è nulla di meglio di una bella gita scolastica. Posti nuovi, professori lontani, niente banchi, distanza minima. Le gite ci permettevano, in qualche modo, di creare situazioni interessanti. Ricordo quella volta che fu la nostra prima gita, del primo anno...
Mentre il professore parlava di cosa avremmo visto, io mi guardavo il mio panorama preferito. E anche se lei faceva finta di ignorarmi, sapevo benissimo che mi stava fissando con la coda dell'occhio.
Appoggiai la testa sulla mia mano, tenendo il braccio con il gomito sul banco. Inclinai la testa verso il professore, con gli occhi puntati su di lei.
Beccata! Mi ha guardato! E in un attimo girava lo sguardo verso il professore per poi puntarlo di nuovo verso di me. Quegli occhi non mi sfuggivano.
Quando la sorrisi, si pietrificò per un attimo, ma poi si ricompose girandosi interamente verso il professore.Era beffarda. Voleva a tutti i costi nascondere l'idea che l'avessi beccata. Lei stava facendo la stessa cosa che stavo facendo io.
Era inevitabile negare, che i nostri occhi non facevano altro che cercarci.
«Ragazzi, siete entusiasti per domani? È il grande giorno, insieme alla professoressa Tarantino andremo in gita a Roma. Visiteremo i vari musei, Colosseo, parchi... Quindi mi raccomando, siate puntuali».
«Professore, potremmo anche divertirci non é vero?» fu un'ottima domanda, naturalmente non della mia Smery.Lei non pensava a divertirsi, mentre io, pensavo a come approfittare di quell'uscita per passare più tempo con lei. L'anno stava per finire, i giorni rimasti erano pochi, e non volevo separarmi da lei tanto facilmente.
Mi chiedevo se lei potesse avere la mia stessa idea.
Quando il professore andò via, decisi di fare una cosa. Adesso, non ho dubbi di quanto fu azzardata. Sapevo benissimo d'infastidirla, ma non m'interessava. In cuor mio dovevo provare.
«La vuoi finire di guardarmi?» le gridai contro, alzandomi dal banco e andando verso di lei.L'aura aveva i banchi a "U", per questo fu facile quel gioco di sguardi.
Ricordo ancora adesso la sua espressione incupirsi, e quell'espressione imbronciata e tanto carina quanto pungente.
«Sei tu che mi stai fissando da tre ore!»
«No. Ti fisso perché mi stai guardando tu!»
«Non dire stupidaggini, sei tu che mi fissi».
«Non dire cazzate!» sbattei le mie mani sul suo banco ben aperte. Alla mia reazione così, per certi versi violenta lei si alzò di scatto. Mettendo il suo viso poco distante dal mio. Era una furia.«Sei stato prima tu!»
«Sei innamorata di me, non é così? È per questo che mi fissi!»«Sei un imbecille, non ti amo affatto».
Sorrisi, ma per me non fu abbastanza. Non m'interessava esser diventato il protagonista di quello spettacolo scolastico, dove tutti ci guardavano. Mi allontanai da suo banco, fingendomi infastidito e arrabbiato.
Andai verso il mio banco, non perdendo lo sguardo dal suo. «Comunque sì» continuai, «Sei innamorata di me».
Più lo ripetevo, e più si arrabbiava. Quelle parole la indispettivano.
Adoravo stuzzicarla, era diventata la mia droga. Lei era brava a non cedere, ma in cuor mio mi aspettavo una razione diversa. Speravo che l'ammettesse una buona volta, invece, era indistruttibile nella sua negazione.
Quando Il professore rientrò, lei si rimise seduta.
Con il viso sul palmo della mano, con il gomito sul banco, con la coda dell'occhio mi fissava.
«Vedi? Ti vedo che hai gli occhi girati verso di me».
«Sei un imbecille!» gridò. Quella fu la prima volta che perse le staffe davanti ad un professore. Lui rimase di stucco. Di certo un comportamento del genere per la studentessa modello era inimmaginabile, però l'insegnante non diede troppo peso a quel pezzo di scena che vide. Lei indifferente tornò calma, tanto che anche il professore perse l'interesse.Anch'io tornai a sedermi. I miei compagni ci guardavano straniti.
I suoi occhi fecero di tutto per non incrociare i miei, lì capì di aver esagerato e temetti che non mi avrebbe parlato per un bel po'.
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Verde Smeraldo & Blu Cobalto
ChickLitLei riservata tiene per sé ogni suo sentimento, con chi ama si dimostra fredda e calcolatrice vinta dalla paura di esser ferita, ma se teme di perdere chi ama lancia una stoccata, accendendo una speranza quanto basta per non dare certezze. Lui tropp...